Ecco come l’Euro ci ha rovinati

Presentato ieri alla facoltà di Economia e Commercio di Palermo il nuovo libro di Loretta Napoleoni, dal titolo eloquente:  “Democrazia vendesi. Dalla crisi economica alla politica delle schede bianche”. Durante la presentazione, che poco a poco si è trasformata in un vero e proprio seminario di politica economica, la nota economista e giornalista (BBC, CNN, The Guardian, El Pais) ha esposto le proprie, condivisibili, tesi sul perché e il come l’unificazione monetaria ha contribuito in maniera determinante alla crisi economica odierna dell’Europa e al suo aggravarsi.

La Napoleoni, troppo spesso inascoltata in Italia, sostiene innanzitutto che l’unificazione monetaria non può che creare uno squilibrio evidente tra aree con caratteristiche economiche diverse: da un lato il “core” delle economie “forti” e dall’altro la “periferia” d’Europa, finendo inevitabilmente per rovinare queste ultime. Cosa che, oggi, è sotto gli occhi di tutti.

Per entrare e rimanere nell’area Euro, i paesi economicamente più deboli hanno dovuto “aggiustare” il proprio livello di competitività con la contrazione dei salari e del potere d’acquisto. Con la moneta unica, infatti, l’antica possibilità della svalutazione per riallineare i prezzi dei propri prodotti al livello di produttività locale non è stata più un’opzione. Aggiungiamo noi, intervenuti nel dibattito aperto a tutti, che inoltre le possibilità d’esportare anche in paesi terzi è stata paurosamente ridotta per la “periferia” dalla presenza di una moneta unica per tutta l’Europa (appunto l’Euro) il cui tasso di cambio è stato mantenuto dalla BCE a livelli adeguati alle economie forti ma troppo alto per quelle “periferiche”.

Dunque il nodo del problema è stato, ed è tuttavia, non solo la creazione dell’Euro ma il come questo è stato gestito dalla BCE e dall’UE: si tratta di una gestione da parte di organi in realtà non eletti direttamente dai cittadini europei che hanno finito per fare gli interessi una piccola parte degli europei  e soprattutto delle banche dei paesi del “core” economicamente forte. Se ne sono giovati, nel breve termine, Francia, Germania e le altre economie nord-europee. Che però adesso, come sottolineato dalla Napoleoni, iniziano a sentire gli effetti nefasti della contrazione del potere d’acquisto per i propri prodotti esattamente in quelle “periferie” d’Europa che sono il loro principale mercato.

La Napoleoni (nella foto tratta da Wikipedia) ha spiegato in maniera molto chiara il meccanismo per cui c’è in atto, e da tempo, una sorta di “colonialismo economico interno” nell’area dell’UE. In definitiva, adesso siamo un una vera  una vera e propria trappola recessiva: sarà difficile uscirne fuori se si continua esclusivamente con la politica del rigore e il mantenimento dell’Euro a queste condizioni.

Non sarà facile uscirne perché l’Euro e la sua odierna gestione non fanno altro che provocare un ciclo recessivo dietro l’altro senza la possibilità di porvi rimedio finché i cittadini europei e i loro governi non se ne renderanno conto ed attueranno soluzioni diverse da quelle di “lasciar fare” ai mercati e alle banche. L’impasse di oggi è il frutto logico della cessione della propria sovranità a organismi non eletti dai cittadini. Come si evince dal titolo del saggio di Loretta Napoleoni, al momento, la democrazia “è stata venduta alle banche”, le quali fanno ovviamente i propri interessi e anziché investire in realtà produttive guadagnano facilmente investendo enormi capitali nei mercati finanziari distorti dalla presenza dell’Euro in aree economiche non compatibili per una moneta unica.

Il dibattito che si è prodotto durante la presentazione è stato magistralmente moderato dal prof. Massimo Costa dell’Università di Palermo che ha aggiunto del suo, chiarendo in maniera semplice e comprensibile a tutti quali sono i meccanismi bancari e di produzione della moneta, e dunque avvalorando le tesi della Napoleoni soprattutto nel caso della Sicilia “un’area economicamente omogenea a parte”, secondo Costa.

Le tesi della Napoleoni e di Costa sonio state pubblicizzate da noi di Linksicilia in varie occasioni. Sono tesi che hanno un seguito, nelle diverse varianti, in vari economisti di fama internazionale, soprattutto americani e britannici. Paesi dove, come afferma la Napoleoni “c’è un vero dibattito su questi temi, cosa che in Italia praticamente non esiste”. Ieri sera nel dibattito sono intervenuti anche Lidia Undiemi, dell’Università di Palermo, e Pierluigi Paoletti (presidente nazionale di Arcipelago Scec) che ha presentato una delle possibili risposte all’impasse-Euro, e cioè la creazione di una “moneta parallela” dal basso. Cosa che si può attuare in vari modi per lo scambio dei prodotti locali. Secondo Paoletti è “una soluzione forse parziale, ma efficace.”

Il nuovo saggio di Loretta Napoleoni verrà presentato oggi anche a Catania.

Gabriele Bonafede

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