L’assessorato alla Sanità della Regione Veneto, ieri, ha inviato a tutte le Aziende sanitarie del territorio una nota con la quale viene trasmessa la circolare del Ministero della Salute che lancia l’allerta Ebola.
Nel documento si raccomanda di rafforzare i collegamenti operativi con i servizi di emergenza sanitaria territoriale al fine “di mettere in atto le azioni di specifica competenza”.
Insomma, in Veneto, non si sottovaluta l’allerta del Ministero che parla chiaramente della necessità di alzare la guardia relativamente ad arrivi diretti o indiretti nel nostro Paese da quelle zone in cui il virus sta mietendo vittime (122 finora secondo l’Oms), ovvero l’Africa Occidentale: Guinea, Liberia, Sierra Leone, mentre in altre zone, come si vede nella cartina, ci sono casi sospetti.
E in Sicilia? Oltre alla crescente preoccupazione legata alle migliaia di migranti che arrivano sulle nostre coste (l’Associazione dei microbiologi italiani ha lanciato un appello affinché si innalzi la vigilanza nei Centri di prima accoglienza) il silenzio più totale.
Ieri abbiamo contattao l’assessorato regionale alla Sanità per sapere quali misure stia mettendo in atto la nostra regione.
Ma, ancora, non abbiamo ricevuto nessuna risposta. O meglio una l’abbiamo ricevuta e alquanto piccata. Stamattina, infatti, abbiamo chiamato l’assessorato per sapere se c’erano novità. Dalla segreteria di Lucia Borsellino ci hanno risposto che probabilmente l’assessore ha cose più urgenti di cui occuparsi rispetto ad un articolo di giornale e che il fatto che finora non abbia risposta non significa che non abbia intenzione di farlo.
La cosa ci ha lasciato un po’ perplessi. Non si tratta, infatti, di “un articolo di un giornale”, ma di informare i siciliani su come la la Regione si stia attivando per fronteggiare eventuali casi e proteggere quindi la popolazione dal rischio contagi.
Non è forse una cosa importante di cui occuparsi?
Una urgenza ribadita ieri anche dal deputato regionale, Nello Musumeci, Presidente della Commissione Antimafia dell’Ars, che ha sottolineato come in Sicilia mancano strategie di profilassi: “La mancanza, di un serio cordone sanitario, al momento dello sbarco sulle nostre coste, lascia vivo lallarme di possibili contagi di malattie infettive, tipiche di alcune aree dellAfrica” ha detto il parlamentare chiedendo al governo regionale “la convocazione di un tavolo straordinario, con i ministeri dellInterno e della Sanità, per esaminare il gravissimo fenomeno degli sbarchi di immigrati e la possibilità di contagio di malattie infettive”.
A questo punto speriamo che, l’assessore Borsellino, si ricordi, tra un impegno e l’altro, di dire ai siciliani come li sta proteggendo.
C’è da aggiungere che anche in altre regioni italiane c’è preoccupazione. Il consigliere regionale delle Marche, Enzo Marangoni, ad esempio ha presentato un’interrogazione sulla “allarmante circolare inviata dal Ministero della Salute all’Enac, alla Croce Rossa e a tutte le Regioni sul propagarsi in Africa del mortale virus dell’Ebola”, chiedendo all’assessore alla Salute Almerino Mezzolani “di riferire in aula sulla situazione e di spiegare quali misure preventive si stanno adottando”. Nell’interrogazione Marangoni ricorda che “il virus si e’ gia’ diffuso in vaste zone dell’Africa e che lo sbarco continuo di migranti nel sud Italia e il loro diffondersi, spesso da clandestini nelle altre regioni italiane, non deve far sottovalutare la situazione”.
Mentre in Friuli sono state individuate le unità di infettivologia degli ospedali di Trieste e di Udine per fronteggiare eventuali casi. La Giunta friulana ha, inoltre, fatto sapere che “c’è una task force multidisciplinare composta da infettivologo, referente del laboratorio di virologia, del dipartimento di prevenzione e delle direzioni sanitarie ospedaliere, dei pronti soccorsi /aree di emergenza, pediatri e dall’organo istituzionale deputato alla comunicazione. Il gruppo, coordinato dalla Direzione Salute, è in grado di dare in tempo reale risposte su assistenza, profilassi, trasporti, cura, degenza, trattamento farmacologico”.
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