Ebola, casi sospetti nei Pronto soccorso senza precauzioni?

POSSIBILE CHE A PALERMO SI ARRIVI NEGLI OSPEDALI IN AMBULANZA ORDINARIA E SENZA PRECAUZIONI PER I PS?

“Vietare la dimora ad Agrigento, anche occasionalmente, a persone provenienti da Paesi dell’area africana, se non in possesso di certificato attestante lo stato di salute”.

La proposta arriva dal vice presidente del Consiglio comunale della Città dei Templi, Giuseppe Di Rosa, ed è contenuta in un’interrogazione indirizzata al commissario straordinario del Comune, Luciana Giammanco, nominata dopo le dimissioni del Sindaco Marco Zambuto.

Una proposta che può sembrare eccessiva, ma che se inserita nel contesto siciliano, potrebbe avere un senso. Ricordiamo infatti, che parlando con LinkSicilia, l’infettivologo Tullio Prestileo (“un medico di cui la Sicilia dovrebbe andare fiera” secondo Giuseppe Ippolito, direttore dell’Istituto Spallanzani di Roma) aveva chiaramente detto che la maggior parte degli ospedali siciliani non sarebbero pronti a gestire tali casi e che le linee guida del Ministero non bastano.

Una proposta che sembra avere un senso se è vero che, come ci risulta, nonostante gli annunci e le conferenze stampa del Governo regionale, ancora gli ospedali siciliani non sono stati dotati dei mezzi necessari per fronteggiare eventuali casi sospetti di Ebola.

Ci risulta anche che i corsi di aggiornamento sul virus Ebola, da destinare a tutto il personale medico e paramedico, non sono ancora partiti per i medici di tutti Pronto soccorsi della Sicilia.

E’ vero, poi, che i casi sospetti di Ebola sarebbero portati nei Pronto soccorsi senza precauzioni, senza presidi di isolamento e su ambulanze ordinarie? Se fosse così, anche solo ad uno di tali pazienti venisse confermata la diagnosi di Ebola, tutti quelli che, nel frattempo, fossero entrati in contatto con lui in maniera più o meno diretta, non sarebbero, a loro volta, diventati pazienti infetti?

Insomma: per quale motivo dobbiamo assistere ai due poli opposti della gestione? Da una parte vediamo nei Tg nazionali aerei messi in quarantena per un paziente con semplice febbre, perché proveniente da area a rischio; e di contro, qui in Sicilia, pazienti provenienti da aree a rischio – con sintomatologie simili o anche più evidenti – gestiti, a quanto pare,  senza alcuna precauzione.

Sono paranoici i primi, cioè chi gestisce la quarantena sugli aerei? O sono un po’ superficiali i secondi?

Non dimentichiamoci che Ebola è un’infezione per la quale, ‘dopo’, generalmente, non si può fare più nulla.

Ebola, la prossima settimana il Piano della Regione Siciliana. Finora, quello della fortuna 
Ebola, l’infettivologo: “Solo la metà degli ospedali siciliani saprebbe cosa fare”

Antonella Sferrazza

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