Ebola, agguato ad una squadra della Croce Rossa

Una squadra della Croce Rossa è stata attaccata nella Guinea sudorientale mentre raccoglieva i corpi di persone presumibilmente morte a causa del virus Ebola. Lo rende noto la Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, il cui portavoce Benoit Carpentier afferma che un collaboratore della Croce Rossa è stato ferito al collo durante l’attacco, avvenuto ieri a Forecariah. Secondo una residente della cittadina, Mariam Barry, i parenti dei morti in fase di recupero hanno danneggiato le auto dei sei volontari aggrediti, in seguito una folla più ampia ha raggiunto l’ufficio sanitario regionale lanciando sassi contro l’edificio. Quello avvenuto ieri solo l’ultimo, in ordine di tempo, di una serie di attacchi contro le squadre di medici e collaboratori sanitari internazionali all’opera in Africa occidentale per arginare l’epidemia.

Il peggiore episodio registrato finora è avvenuto la scorsa settimana, quando una squadra di collaboratori e giornalisti è stata rapita e uccisa in Guinea mentre insegnavano alla popolazione come evitare di contrarre l’Ebola. Le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) affermano che siano state infettate oltre 5.800 persone fra Guinea, Sierra Leone, Liberia, Nigeria e Senegal; l’epidemia in corso è la più grave di sempre, in parte poiché è stata identificata mesi dopo il suo inizio ed è iniziata in una zona i cui residenti si spostano molto. Gli sforzi per arginare l’epidemia sono ostacolati non solo dalla resistenza del virus, ma anche da quella della popolazione, che nega la stessa esistenza dell’Ebola o accusa le squadre incaricate di combattere il virus di esserne i portatori. Particolare irritazione viene suscitata nelle popolazioni locali dal trattamento delle salme, aspetto molto ritualizzato in alcune zone e che però favorisce i contagi, ha spiegato Carpentier.

Fonte: LaPresse

Redazione

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