E’ ufficiale: l’euro è incompatibile con la democrazia. Parola del Consiglio di Stato greco

IL PAESE DI SOCRATE E DI ARISTOTELE NON E’ L’ITALIA. E SI VEDE. LI’ LE ALTE MAGISTRATURE CONTESTANO, CON TANTO DI SENTENZE ESECUTIVE LE BUTTANATE DELL’UNIONE EUROPEA E DELLA TROIKA. GENTE SERIA. LEGGETEVI QUESTO ARTICOLO PUBBLICATO DAL GUARDIAN

L’euro è incompatibile con la democrazia. Questo si deduce da un interessante articolo pubblicato dal quotidiano britannico Guardian tradotto da Voci dall’Estero. Ci permettiamo  di prendere a piene mani da questo articolo sulla Grecia, che risulta monto interessante.

“I ministri delle finanze europei nel meeting di lunedì a Bruxelles esprimeranno inquietudine sulla resistenza di Atene ad adottare le riforme, mentre il governo greco valuta gli effetti di una sentenza dell’Alta Corte che annulla i tagli salariali alle forze di pubblica sicurezza concordati nell’ambito del piano di salvataggio del Paese”.

Dalla Grecia abbiamo appreso tanto. E, nonostante sia un Paese in crisi perché derubato da una pessima e banditesta Unione europea, ha ancora tanto da insegnare. Soprattutto al nostro Paese, che ha sacrificato anche la propria Costituzione per quella buttanata levantina che si chiama Fiscal Compact.

“Il ministro greco dell’economia, Yannis Stournaras – prosegue l’articolo del Guardian – si sta preparando per una lavata di capo – anche se al momento è il presidente di sessione per conto della Grecia, alla quale spetta attualmente la presidenza dell’Unione europea – visto che emergono evidenze di crescenti tensioni fra la sua nazione indebitata e i relativi creditori internazionali”.

“L’UE, la BCE e il FMI, che hanno già rinviato il completamento del loro ultimo monitoraggio sull’economia – prosegue il giornale inglese – hanno sottolineato che i fondi di salvataggio non arriveranno se la Grecia non riuscirà ad implementare norme che migliorino la concorrenza. Il governo del primo ministro Antonis Samaras, sempre più sotto assedio, ha dichiarato che non sarà in grado di mettere in pratica tutte le riforme, promettendo di proporre delle alternative per il fine settimana”.

Insomma, la Grecia dovrebbe prendere esempio dall’Italia, che nel none dell’euro, della Bce e dell’Union europea di massoni, finanzieri d’assalto e banchieri, ‘incapretta’ i propri cittadini.

Questo è il passaggio più interessante che gli amici del Coisp – il più importante sindacato di Polizia del quale noi riportiamo sempre i comunicati, sia perché consideriamo la Polizia una grande risorsa del nostro Paese, sia perché il Coisp è gestito da persone serie – dovrebbero leggere attentamente: “Lo stallo si presenta perché il massimo organo giuridico della Grecia, il Consiglio di Stato, ha sfidato la fragile ripresa economica del Paese stabilendo che i militari e la polizia vanno rimborsati per i tagli imposti quando Atene ha raggiunto un accordo per un secondo programma di salvataggio UE-FMI nel 2012. La sentenza, che è trapelata prima di essere annunciata ufficialmente, giudica incostituzionali le misure di austerità”.

Come vedete, cari amici del Coisp, la Grecia, nell’anno di grazia 2014, ci dà ancora lezioni di filosofia e di democrazia.

“Se applicata – con riferimento al pronunciamento del Consiglio di Stato greco – e non si vede come possa non esserlo, la decisione della Corte genererebbe uno strappo nei miglioramenti fiscali compiuti dalla Grecia da quando evitò per un pelo il fallimento, aggiungendo un onere compreso tra 500 milioni e 1 miliardo di euro al budget estremamente compresso del governo”.

Che dignità che ha la Grecia, ragazzi: questo sì che è u esempio da seguire, cari politici e giudici italiani del Consiglio di Stato: “Questo, dicono i funzionari – leggiamo ancora nell’articolo del  Guardian – di fatto cancellerebbe l’avanzo primario di bilancio di 800 milioni di euro – prima degli interessi sul debito – che il governo sperava di ottenere nel 2013, il primo da diversi anni a questa parte. Il dato, che non dovrebbe essere annunciato ufficialmente prima di aprile, è stato accolto come una grande vittoria nel momento in cui la stretta di bilancio senza precedenti che la Grecia ha fatto sta causando un peso sempre maggiore su tutta la società greca. La fragile coalizione bipartitica di Atene aveva promesso che almeno il 70% dell’avanzo sarebbe stato utilizzato per eliminare i tagli e le cancellazioni dei benefici inflitti ai pensionati e ad altri cittadini greci che più erano stati colpiti dalla crisi”.

“Il governo ha pochissimo spazio di manovra – prosegue l’articolo – e la sentenza pone un altro problema, ha detto Paschos Mandravelis, un commentatore politico. “I margini sono così stretti, la situazione è ancora così critica che se la sentenza significa ora ulteriori misure di austerità, il governo potrebbe facilmente cadere.”

“Nella notte di domenica – leggiamo sempre – mentre i funzionari si precipitavano a cercare altro denaro, la Corte segnalava che stava considerando gli appelli dei fondi di previdenza sociale e quelli di altri funzionari pubblici riguardo a interventi simili a quelli sullo stipendio delle forze armate, tra cui i professori universitari”.

“Se sarà confermato e la sentenza sarà estesa ad altri dipendenti del settore pubblico, l’impatto sarà estremamente significativo”, ha dichiarato al Guardian Giorgos Stathakis, ministro-ombra per lo sviluppo di Syriza, il principale partito di opposizione di sinistra radicale. “In questo momento i fondi potrebbero essere trovati solo nell’avanzo primario, ma la Grecia dovrebbe anche affrontare un ammanco fiscale nel 2014, il che rende le cose ancora più difficili.

“Il bilancio di previsione del 2014 – prosegue l’articolo – si basa sul presupposto che l’economia crescerà e quindi molto dipenderà dalla recessione. Con Samaras che tenta disperatamente di evitare l’ulteriore implementazione di misure di austerità, gli addetti ai lavori dicono che il governo potrebbe trovare fondi dal recupero delle tangenti e dei conti bancari sequestrati ai funzionari corrotti”.

“Anche le tangenti sui contratti di vendita di armi, stimate in almeno 80 milioni di euro, potrebbero essere usate. Le tensioni generate dal verdetto della Corte si sono ulteriormente aggravate a causa della opinione del Commissario UE per gli affari monetari, Olli Rehn, secondo cui Atene dovrà aspettare fino all’estate per cominciare le trattative per una cancellazione del debito. La Grecia aveva sperato di avviare tali colloqui in primavera quando avrebbe avuto la conferma ufficiale del suo avanzo di bilancio primario”.

Gente seria, i greci.

 

 

Redazione

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