Nikolas è libero. La notizia che la famiglia Valenza attendeva da giorni è arrivata la notte scorsa. Intorno alle tre è squillato il telefono dell’avvocata Nicoletta Cauchi, dall’altro capo della cornetta un funzionario della Farnesina che confermava l’avvenuta liberazione.
Nel frattempo Nikolas era già in volo dal Cairo per raggiungere Roma dove è arrivato questa mattina. Ad attenderlo il papà che è volato a Fiumicino alle prime luci dell’alba per poter riabbracciare il figlio dopo queste settimane da incubo.
Valenza era stato arrestato lo scorso 25 agosto al suo arrivo allo scalo del Cairo dopo un volo proveniente da Barcellona, dove il giovane vive e lavora da quattro anni come Pr per un’azienda organizzatrice di eventi. Dalle prime notizie sembrava che ad accusarlo, dopo un interrogatorio condotto dalla polizia egiziana, fosse stato uno straniero, componente di un gruppo di amici arrestati alcuni mesi prima per traffico di stupefacenti. In realtà il nome di Nikolas sarebbe semplicemente risultato tra i contatti telefonici di uno degli arrestati.
Al momento del fermo addosso al ragazzo, incensurato, non era stata trovata droga e per questo dopo i primi accertamenti le accuse erano cadute. Ma le lungaggini burocratiche del sistema giudiziario egiziano hanno fatto sì che Nikolas venisse liberato solo ieri, dopo oltre dieci giorni di detenzione nella stazione di polizia del Cairo.
Il caso è stato immediatamente seguito dalla Farnesina, nelle ultime ore anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio aveva attivato tutti i canali istituzionali, con l’interessamento della deputata grillina Simona Suriano, che fa parte della commissione di indagine sul caso Regeni. Adesso Nikolas è in Italia dove si sta sottoponendo a tutti i controlli. «Nikolas sta bene e in questo momento si trova con gli uomini della Farnesina – racconta – Ci auguriamo che possa tornare a casa già entro domani». Emoziona la mamma Rosanna che adesso non vede l’ora di riabbracciare il figlio. «Sono felice – dichiara la donna a MeridioNews – Ho pianto tanto. Sono stati giorni terribili, nei quali ho temuto di non poter rivedere mai più Nikolas. Voglio ringraziare tutti quelli che in questi giorni ci sono stati vicini e ci hanno aiutato».
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