… e Crocetta si chiamò i deputati dell’Ars a uno a uno e gli disse: “Mi dai una mano per il Bilancio?”. Ma…

MA, A QUANTO PARE, IL PRESIDENTE DELLA REGIONE AVREBBE “INCASSATO” TANTI “NO”. ALCUNI GLI AVREBBERO DETTO: “MA NON ERI RIVOLUZIONARIO?”. ALTRI AVREBBERO ACCETTATO. ALTRI ANCORA GLI AVREBBERO RISPOSTO: “NO, PERCHE’ SEI INAFFIDABILE!”.

Dopo l’ “inchiummata” della proroga dei commissari delle Province, Rosario Crocetta avrebbe cambiato strategia. Niente più scontro all’arma bianca con Sala d’Ercole. Anche perché Bilancio e Finanziaria sono Bilancio e Finanziaria! Meglio cercare l’accordo preventivo. Alla Totò Cuffaro. 
Solo che Rosario non è Totò. E, a quanto pare, la sua pressante richiesta non avrebbe sortito grandi effetti. Per carità: alcuni parlamentari avrebbero promesso l’appoggio in cambio di. Altri, invece, gli avrebbero risposto no. Ma vediamo come sarebbero andate le cose.
Con una premessa: che è tradizione, quando a Sala d’Ercole inizia la discussione su Bilancio e Finanziaria – meglio dopo l’approvazione della manovra in Commissione Finanze – che il presidente della Regione si chiami ad uno ad uno i deputati per porgergli la canonica domanda: “Tu, che vuoi?”.
Nella Prima Repubblica il rito si svolgeva in vari luoghi: a colazione o a cena, a Palazzo d’Orleans e, soprattutto, a Palazzo Reale, nella stanza riservata al presidente della Regione.
Bravissimo, in quest’arte, il compianto Rino Nicolosi, presidente della Regione nella seconda metà degli anni ’80. Tradizione interrotta da Giuseppe Provenzano nella seconda metà degli anni ’90, che infatti verrà disarcionato presto. Bravissimo Totò Cuffaro, che, di solito, riceveva i deputati a Palazzo Reale, nella già citata sede del presidente della Regione.
Anche il ‘rivoluzionario’ Crocetta ha provato a rinverdire la tradizione. Ma ormai, si sa, è più lui a chiedere che i deputati a ricevere. Perché di soldi, ormai, nel Bilancio regionale ce ne sono pochi.
Più che altro si tratta ti ‘piutusi’ (‘buchi’ di Bilancio per i non siciliani). Insomma, come in un celebre film di Alberto Sordi, Crocetta, ai parlamentari di Sala d’Ercole può promettere “Fame, sete e patimenti”: ‘articoli’ che, in genere, non sono molto ‘graditi’ ai deputati dell’Ars.
Ma il punto non è questo. Il punto è che Crocetta è un po’ ‘indigesto’ a tanti parlamentari, di maggioranza e di opposizione. Perché il governatore, spesso, mente sapendo di mentire. Dice bugie, insomma. E non mantiene gl’impegni che assume. In poco più di un anno ha raggirato mezza Sicilia (a cominciare dai circa 10 dipendenti della formazione professionale: ma non solo loro).
Così, adesso, per tanti deputati è conosciuto come “L’inaffidabile”. Brutta cosa. Che, comunque, non ha impedito al presidente di provarci lo stesso. Le cronache raccontano che Crocetta avrebbe convocato i parlamentari, ad uno ad uno, a Palazzo d’Orleans. Accanto a lui stavano seduti l’onorevole Nino Malafarina e la segretario generale, Patrizia Monterosso. In tanti sarebbero andati. Alcuni gli avrebbero detto “sì”, altri “ni” e altri ancora “no”. Mentre altri l’avrebbero snobbato.
Detto questo, Bilancio e Finanziaria 2014 passeranno. Sala d’Ercole, anche se non subito, li approverà. Perché gli attuali deputati dell’Ars non vogliono andare a casa. Perché se non si approva la manovra, il Governo va a casa e il Parlamento dell’Isola si scioglie.
Allora perché Crocetta ha convocato a uno ad uno i deputati? Semplice: perché non vorrebbe stravolta la manovra. Con riferimento alla Finanziaria, dove ci sono tutte cose che interessano al Governo. Ma è un’illusione foscoliana.
Già in Aula Crocetta non ha una maggioranza. E molti deputati che lo appoggiano (o quasi) vogliono cambiare la manovra Finanziaria. Cosa che anche le opposizioni vogliono fare. Se ne deduce che il presidente ha fatto solo fatica inutile. Perché in Aula i cambiamenti saranno tanti. E lui non potrà fare nulla.
Ah, dimenticavamo: come abbiamo scritto stamattina, i problemi di Crocetta sono due: la Finanziaria che, in parte, verrà stravolta; e il Bilancio, che invece, fino ad oggi, è rigorosamente falso. La seconda “inchiummata” gli potrebbe arrivare da lì…

 

Giulio Ambrosetti

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