e adesso Nicki Vendola insegue Antonio Ingroia

Dopo mesi di silenzio e di manifestazioni di stima e di amicizia al Pd, il leader di Sel, Nicki Vendola, ha ritrovato la parola. Quando si è alleato con Bersani, quello che avrebbe dovuto essere il leader della Sinistra al ‘Plurale’, sapeva benissimo che, sotto banco, il Partito democratico era d’accordo con Mario Monti e con l’Udc. Ma faceva finta di nulla.

I conti, in fondo, Vendola, li aveva fatti bene. Qualche mese fa Berlusconi era dato per spacciato. Bersani era dato per vincente. Italia dei Valori era stata opportunamente ‘seppellita’ 

dagli scandali. E a sinistra del Pd c’era solo lui, il leader di Sel. Antonio Ingroia e la sua Rivoluzione Civile non esistevano.

Vendola si è fatto quattro conti. A sinistra, a parte me, non c’è nessuno. Ora mi alleo con Bersani, così per entrare alla Camera dei deputati mi serve il 2 per cento invece del 4 per cento. E per avere rappresentanti al Senato mi serve il 3 per cento invece dell’8 per cento. Potenza del Porcellum e dell’apparentamento tra le liste!

In realtà – qui bisogna essere onesti – l’alleanza tra Pd e Sel era da ‘fratelli-coltelli: al Pd conveniva non avere nessuno a sinistra, visto che, sottobanco, è alleato di Monti e Casini; a Vendola, come già accennato, l’apparentamento serve per garantirsi rappresentanti alla Camera e al Senato.

A scombinare i giochi sono intervenuti tre nuovi elementi: la ‘botta’ del Monte dei Paschi di Siena che sta facendo perdere voti al Pd; la rimonta di Berlusconi; e, soprattutto, la discesa in politica di Antonio Ingroia. Con quest’ultimo che guadagna consensi giorno dopo giorno senza slogan a effetto e senza trovate ‘creative’, dicendo con disarmante semplicità la verità: e cioè che un Partito di sinistra non può stare con Monti.

Quello che preoccupa Vendola è, ovviamente, Rivoluzione Civile di Ingroia. Che, di fatto, sta raccogliendo tanti consensi a sinistra, togliendoli al Pd e a Sel.

Vendola, che fino a prima dell’arrivo di Ingroia pensava di avere il ‘porco dentro’, si ritrova, adesso, con “l’acqua rintra e ‘u rubinetto ‘i fora’ (tradizione per i non siciliani: si ritrova nei guai).

Così, il leader di Sel ha scoperto quello che, qualche mese fa, fingeva di non vedere: e cioè che il Pd è alleato di Monti e di Casini. E che lui, Vendola, si ritrova alleato del Pd alleato di Monti e di Casini. Con gli elettori di sinistra che, ovviamente, tra un Vendola ambiguo e un po’ distratto che si ritrova alleato del Pd, alleato a propria volta di Monti e di Casini e Ingroia scelgono, ovviamente, quest’ultimo, cioè l’ex pubblico ministero del Tribunale di Palermo.

Il risultato è che, nell’immaginario dell’elettorato di sinistra, Ingroia sale e Vendola scende: della serie, la vita – vita politica compresa – è fatta a scale: c’è chi scende e c’è chi sale…

Così, adesso, Vendola deve recuperare il terreno perduto. Così, adesso, un giorno sì e altro pure, il leader di Sel grida contro Monti, che alla fine è alleato del Pd, Partito con il quale Sel è apparentato. Gli elettori italiani seguiranno Vendola nel suo tentativo, un po’ disperato, di proclamarsi antimontiano pur essendo alleato e apparentato con un Partito – il Pd – alleato di Monti?

La domanda non è oziosa. Per capirci, è come dire a un abitante di Niscemi, che non vuole il Muos in casa propria, di votare per il Pd, ben sapendo che il segretario nazionale di questo Partito, Bersani, è venuto in Sicilia e non ha pronunciato una parola sul Muos. come dire agli abitanti della Valle del Mela, in provincia di Messina – cittadini che non vogliono essere ‘arrostiti’ dall’elettrodotto che Terna sta realizzando da quelle parti – di votare per l’Udc e per il Pd, ben sapendo che l’Udc sponsorizza l’elettrodotto (”Gli investimenti produttivi”, li ha definiti il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, naturalmente Udc), mentre il Pd, su questa vicenda, sponsorizza il silenzio.

Insomma, Vendola è messo un po’ maluccio. Anche perché, da ‘biricchino’, ha piazzato nelli liste solo i suoi ‘fedeli’, scatenando le ire di tanti militanti e simpatizzanti. Che adesso hanno due motivi per votare Ingroia: perché non vogliono stare con il Pd e, quindi, con Monti e con Casini; e perché non hanno condiviso l’azione ‘spataiuola e zaffigna’ sulle liste.

“Il modo sicuro di restare ingannati è di credersi più furbi degli altri”, diceva François de La Rochefoucauld…

Ingroia: Il Pd? “Chi è di sinistra non appoggia Monti”

 

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