Due libri sacri, una sola Madonna

«E’ necessario non avvelenare i rapporti con gli altri popoli. Anzi, dobbiamo promuovere lo scambio interculturale che deve essere visto come momento costruttivo», così ha esordito il preside della facoltà di Lettere e filosofia di Catania, Enrico Iachello, dando il benvenuto all’ambasciatore dell’Iran presso la Santa Sede, Ali Akbar Naseri, e agli studenti che si sono ritrovati nell’aula Santo Mazzarino del Monastero dei Benedettini, il 4 dicembre scorso, per assistere al convegno sulla figura della Madonna nel Corano.

All’incontro ha preso parte anche Monsignor Gaetano Zito, delegato dell’arcivescovato di Catania, il quale ha celebrato la solennità dell’evento e, facendo eco alle parole del Preside, ha ancora una volta sottolineato l’importanza del dialogo tra due culture, quella islamica e quella cristiana, apparentemente inconciliabili, ma profondamente accomunate da valori comuni come la fede in un unico Dio.

Dopo l’intervento di Monsignor Zito, l’ambasciatore ha cominciato a delineare la figura della Vergine Maria, gravitante attorno all’orbita islamica. Raccontando avvenimenti narrati nelle Sure, suddivisioni del Corano, il teologo Ali Akbar Naseri ha ricostruito la genealogia della Madonna secondo il sacro libro degli Islamici: figlia di Emron e di Anna, la giovane Maria si dedicò completamente al culto di Dio presso il profeta Zaccaria. Mentre la futura madre di Cristo si dedicava alle cure del tempio, vide apparire l’arcangelo Gabriele che le annunciò l’avvento di un figlio, sebbene fosse pura e incorrotta. Dopo la nascita del bambino, Maria fu emarginata dalla società alla quale apparteneva; fu riaccolta soltanto dopo l’intervento del neonato Gesù, il quale era stato ricoperto dalla sapienza divina che gli permise di parlare precocemente.

Inevitabile, dopo aver citato quest’esempio di santità femminile, il riferimento attuale che il teologo islamico ha fatto all’immagine della donna, vista come specchio di “divina bellezza” e per tale motivo da preservare dall’uso strumentale del suo corpo.

Alla conclusione del suo discorso, l’ambasciatore ha evidenziato come la figura di Maria, nome che Alì Akbar Naseri ha dato alla propria figlia, insieme a quella di Gesù, il quale è considerato dagli islamici profeta che ha portato una nuova legge religiosa, Sharì’at, siano fondamentali e particolarmente care a qualsiasi sincero seguace del Corano.

Prima della conclusione della conferenza, tra il preside e il rappresentante dell’Iran c’ è stato uno scambio di doni, con il quale si è voluta celebrare la necessaria cooperazione che deve esistere tra i figli di un unico Dio.

Francesco Carbonaro

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