Utilizzare un drone, di per se è cosa semplice ma per farlo sono obbligatorie delle autorizzazioni e soprattutto essere registrati sul sito dell’Enac, Ente nazionale aviazione civile. Dunque, chi non è inserito in quella lista lavora senza alcuna autorizzazione.
A risponderne sarà quindi sia il pilota che il committente del lavoro sia esso un privato che vuole fatto un lavoro di immagini dall’alto con drone (ad esempio una coppia di sposi che vuole realizzato il video del matrimonio) o un’amministrazione che decide ad esempio di seguire dall’alto una manifestazione o un corteo.
E’ un mercato in forte crescita e come sempre ci sono i furbi che tentano di lavorare senza avere le autorizzazioni necessarie e quindi affrontando meno spese di chi invece è in regola e sottoposto a controlli. «Da un rapido controllo – spiega a Meridionews Antonio D’Argenio, vicepresidente dell’associazione ASSORPAS, l’associazione di categoria che l’anno scorso ha raggiunto i circa 90 iscritti – gli operatori autorizzati in Sicilia mi sembrano essere due: Giancarlo Savalli ad Erice e Geologis a Catania. Può comunque essere che ci siano aziende che si rivolgano a terzi per operare. Magari hanno accordi con aziende autorizzate che volano per loro, ma chiaramente queste cose vanno verificate attentamente prima per evitare spiacevoli inconveniente e incidenti»
Assorpas sta portando avanti con Operatori APR, un sito che espone su base territoriale, gli operatori in regola con le norme, una campagna contro l’abusivismo nell’erogazione di servizi con i droni che, per legge, possono essere realizzati solo da aziende con accreditamento ENAC. «Sono ormai innumerevoli le segnalazioni di video presenti sul web – continua D’Argenio – che risultano realizzati da operatori non riconosciuti e in assenza di rispetto della normativa. Chi non è in regola con Enac non può essere assicurato e gli incidenti sul lavoro vanno messi assolutamente in conto e quindi la mancanza di assicurazione non solo non tutela, ma poi è un volano negativo anche per il committente. In un recente convegno, è stato citato il dato di vendita di un modello di APR low cost (DJI Phantom) di cui in Italia sono state vendute circa 60mila unità. Ovviamente non tutti saranno stati utilizzati per scopi professionali ma, considerando che il dato è riferito ad un solo modello, possiamo ragionevolmente supporre che l’ordine di grandezza del sommerso è delle migliaia. La legge prevede infatti delle responsabilità significative anche per i committenti di lavori effettuati con i droni, i quali devono affidarsi ad aziende riconosciute, come ben specificato nell’articolo 6 del Regolamento Enac».
Il sito ufficiale di riferimento nel quale è possibile leggere gli elenchi degli autorizzati è dunque quello dell’Enac ma è possibile consultare anche altri siti che hanno degli elenchi che attingono sempre a quelli dell’Ente Nazionale Aviazione Civile proprio come www.operatori-apr.it. «Le liste da cercare nella pagina ENAC sono di due tipi – spiega – quelli che possono volare in base ad una dichiarazione e che possono svolgere operazioni non critiche e quelli che hanno un’autorizzazione, che possono svolgere operazioni critiche. La differenza – conclude – è che i primi non possono volare su persone o cose (o in altra situazione di rischio), mentre gli altri si possono fare autorizzare a farlo».
Le sanzioni previste
In Italia si applicano le sanzioni che si usano per gli aerei normali, non vi è differenza. In un recente convegno è intervenuto il Sost. Com. Luca Tagliagambe (Servizio Aereo Dipartimento Polizia di Stato), che ha illustrato alcune delle sanzioni previste (guarda video):
– Impiego del SAPR senza dichiarazione di rispondenza presentata all’ ENAC per le operazioni non critiche o senza adeguata autorizzazione nel caso di effettuazione di operazioni critiche / miste. Si applica l’art. 1216 del codice della navigazione all’operatore e al pilota (in tal caso ridotta ad un 1/3): ARRESTO FINO AD UN ANNO ovvero AMMENDA FINO 1032 euro sempre in ambito penale.
– Pilota di SAPR che conduce operazioni sprovvisto della opportuna qualificazione o con qualificazione scaduta. Si applica l’ art. 1117 del codice della navigazione RECLUSIONE DA 1 A 5 ANNI
– Pilota di SAPR con certificato medico di idoneità scaduto. Si applica l’art. 1331 del codice navigazione ARRESTO FINO A 3 MESI ovvero AMMENDA FINO A 206 euro
– SAPR privo di copertura assicurativa / scaduta. Art. 1234 sanzione amministrativa da 56.664€ a 113.338€
– Utilizzo del SAPR senza avere al seguito la polizza assicurativa. Sanzione amministrativa da 16.999€ a 33.999€
Per quel che riguarda il committente, potenzialmente esso potrebbe rispondere in ugual misura in base al principio di concorso di persone nel reato o come obbligato in solido nell’illecito amministrativo. Non mi risulta ci siano ancora casi concreti di applicazione della legge in questo senso.
«Se volo con un jumbo che non assicurato – aggiunge D’Argenio – in scala la sanzione è ovviamente maggiore ma il ragionamento è lo stesso. La legge in questo non fa una grande differenza fra uso stesso strumento a fini ludici o professionale. E’ chiaro poi che a livello di autorizzazioni il Radio modellismo e il lavoro sono cose diverse. Anche per fare ricerca scientifica. Se io sto lavorando in aperta campagna, sto facendo ad esempio uno scavo archeologico, la zona deserta è necessariamente più sicura, se sto lavorando sopra la testa della gente, le autorizzazioni sono diverse. Avere l’autorizzazione non è una cosa così complicata e i costi non sono così esosi il punto è il dopo, perché poi devi mantenere il mezzo, avere l’assicurazione, il pilota, comunicazioni varie, c’è appunto, un regolamento di sicurezza. L’associazione sta scrivendo dei vademecum, Indicazioni utili per iniziare, così fin da subito chi vuole avvicinarsi a questo mondo potrà capire se può farlo e se è alla sua portata».
Ma chi utilizza un drone a chi deve fare comunicazione? Alla Questura? Alla Prefettura?
«Fermo restando il riconoscimento Enac (autorizzazione o certificazione) e la richiesta di un NOTAM, in taluni casi è buona pratica informare e chiedere il permesso di operare agli enti locali e/o alla Polizia di Stato. Non so essere più preciso sulla casistica. Quando ci si accorge di situazioni che potrebbero essere senza controllo è bene quindi, le autorità coinvolte suggeriscono di fare segnalazioni tramite PEC alle Questure di competenza e per conoscenza all’Enac. La diffusione dell’abusivismo in questo settore – conclude – lede la professionalità, ovvero la conoscenza dei sistemi tecnologici impiegati, ma soprattutto una corretta applicazione delle limitazioni che il regolamento impone per salvaguardare la sicurezza sia delle persone che del territorio».
Per info: pagina Enac con elenco
Questa (http://goo.gl/lvmQTR) la pagina ENAC dedicata ai Sistemi APR.
Qui (http://goo.gl/ItwCwN) l’elenco degli operatori autorizzati.
Questo (http://goo.gl/ItwCwN) infine l’elenco delle organizzazioni autorizzate ad erogare formazione sull’uso dei SAPR.
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