Fanno ancora male le ferite che ha lasciato la sconfitta per 4-1 a Foggia. L’unico rimedio per ‘tamponare’ il sanguinamento prodotto dal ko rimediato martedì è battere oggi la Turris al Barbera nel match valido per la nona giornata di ritorno del girone C. Giocare quasi subito (quello in programma alle 14,30, anziché le 17,30 come stabilito in un primo momento, è il terzo impegno nell’arco di sette giorni) potrebbe essere un vantaggio per un Palermo intenzionato a voltare pagina immediatamente ma dovrà essere brava la squadra a canalizzare la rabbia post-Foggia nella giusta direzione. Se invece dovessero farsi condizionare da paure o insicurezze, in un contesto ambientale in cui sono sempre più tangibili le perplessità della piazza in merito alla reale competitività del gruppo affidato a Baldini dopo l’esonero di Filippi il cui ritorno è stato invocato sui social da diversi tifosi dopo la debacle in terra pugliese, i rosanero seguirebbero la strada sbagliata.
E non darebbero la giusta solidità alla base sulla quale intendono costruire la loro voglia di riscatto dopo un passo falso che chiama in causa tutti i rami dell’azienda Palermo. Dal presidente, responsabile in termini di prospettive societarie ma anche delle scelte relative alla conduzione tecnica, fino ai giocatori passando attraverso l’allenatore. «Io sono il più arrabbiato di tutti per la sconfitta di Foggia ma non possiamo fare altro che rialzarci dopo la caduta e continuare a combattere». Parole pronunciate in città in occasione di un evento organizzato dalla Lega Pro per far conoscere i valori trasmessi dal beato Carlo Acutis e firmate Dario Mirri al quale la sigla del tifo organizzato 90134 ha rivolto in questi giorni il messaggio impresso a caratteri cubitali in uno striscione esposto all’esterno dello stadio: Un presidente che non mette amore non avrà mai nessun valore. Mirri vendi tutto.
Sul banco degli imputati è finito anche Silvio Baldini: «Schierando la squadra a Foggia con la difesa a tre ho commesso un errore e me ne assumo la responsabilità – ha ammesso il tecnico rosanero – pensavo che questo sistema di gioco potesse dare un aiuto e invece ho sbagliato. Non sarebbe giusto, tuttavia, gettare all’aria tutto ciò che di buono è stato fatto. Analizzando il match contro i rossoneri, ad esempio, abbiamo creato più situazioni da gol rispetto a loro e abbiamo vinto più duelli. Ricerca dell’equilibrio? Questo si può trovare anche giocando in attacco – ha precisato – Noi vogliamo regalare emozioni a chi va allo stadio e, a questo proposito, posso dire che una sconfitta a volte è più costruttiva rispetto a una vittoria o a un pareggio. In ogni caso – ha aggiunto – i playoff si possono vincere anche arrivando decimi e noi, restando in tema di playoff, possiamo essere la sorpresa». Foggia, comunque, fa già parte del passato. Il presente, invece, si chiama Turris: «Anche loro giocheranno puntando sull’uno contro uno. All’andata hanno fatto male al Palermo (3-0 per i corallini, ndr) e oggi vogliamo dimostrare che anche noi abbiamo i mezzi per fare male alla Turris».
Per la sfida contro la formazione campana, priva dei difensori Manzi e Di Nunzio out per squalifica e in campo al Barbera con l’obiettivo di agganciare in classifica il Palermo al sesto posto a quota 42 punti interrompendo la serie negativa di quattro sconfitte di fila, Baldini tornerà al modulo-base, ovvero il 4-2-3-1. L’esterno destro Buttaro e il centrocampista Dall’Oglio sono nuovamente a disposizione ma, essendo convalescenti, quasi certamente non faranno parte dell’undici titolare. Nella linea a quattro difensiva completata da Crivello (favorito su Giron, al rientro dopo il turno di squalifica) sull’out sinistro e dalla coppia centrale Lancini-Perrotta sarà Accardi a presidiare la fascia destra. E in mediana la prima fila è occupata da De Rose e Damiani. Sulla trequarti, inoltre, si va verso la conferma di Luperini nel ruolo di ‘sottopunta’ a supporto di Brunori.
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