Dopo “Buttanissima Sicilia”, la Buttanissima Italia che salva il Pil con le prostitute

VISTO CHE ORMAI L’UNIONE EUROPEA NOBILITA IL “PIU’ ANTICO MESTIERE DEL MONDO” INSERENDOLO NEL CALCOLO DEL PRODOTTO INTERNO LORDO, NON SAREBBE IL CASO DI RIVEDERE LA LEGGE MERLIN? CIO’ CONSENTIREBBE ALLO STATO DI INCASSARE LE TASSE DI CHI OGGI NON LE PAGA PERCHE’ ESERCITA IL ‘MESTIERE’ ILLEGALMENTE

di Carmelo Raffa

Tutto è possibile in questa Nazione. Viene meno la preoccupazione del Governo Renzi in merito al rapporto deficit/Pil. Ma quale Santo bisogna ringraziare? Nessuno ed anzi non solo le peccatrici, ma persino i criminali negoziatori di droghe.

Infatti nella strana Europa, dalla quale fino ad oggi la nostra Italia ha avuto solo ed esclusivamente danni e continue penalizzazioni, è consentito inserire negli indicatori del Prodotto interno loro anche i ricavati relativi alle attività illecite.

A questo punto riteniamo che i calcoli che sta effettuando l’Istat non tengono in debito conto la forte evasione fiscale da parte di coloro che pagano parzialmente le tasse.

Infatti quanti professionisti rilasciano ricevute e fatture fiscali?

Ma la cosa più importante da evidenziare al riguardo è che bisogna distinguere le attività finanziarie operate da delinquenti senza scrupoli dalla più antica professione esistente nel mondo che è quella della prostituzione.

Il 20 febbraio 1958 il Parlamento italiano, su proposta di legge della senatrice Lina Merlin, approvava la legge n. 75 che prevedeva l’abolizione delle case chiuse e lo sfruttamento della prostituzione.

Purtroppo dobbiamo evidenziare che la predetta legge ha portato più danni che benefici al nostro Paese, se è vero che, subito dopo, le strade delle principali città italiane venivano invase dalle lucciole con dietro l’angolo i relativi sfruttatori.

Con l’evoluzione tecnologica dal fenomeno prostitute in strada che ancora c’è si è passati agli annunci sui giornali e,oggi, grazie alla rete, al sistema on line via internet.

Spesso abbiamo letto al riguardo interventi da parte delle Forze dell’ordine in merito allo sfruttamento di tante donne provenienti dall’estero e schiavizzate da criminali senza scrupoli.

Ma altrettanto non si può affermare per altre donne e uomini che prestano la propria compagnia quali accompagnatrici, accompagnatori od escort.

Al riguardo ci chiediamo: visto che virtualmente allo Stato è convenuto utilizzare i dati economici delle escort per far lievitare il Pil, perché non si adegua alle altre nazioni europee e rivedendo ed apportando le necessarie modifiche alla cosiddetta legge Merlin riconoscendo una professione che sta risollevando le sorti del Prodotto interno lordo italiano?

Ciò sicuramente farebbe bene al Ministero dell’Economia che è disperatamente alla ricerca di risorse per far fronte agli impegni finanziari dello Stato.

Redazione

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