Donne & politica in Sicilia atto secondo: l’autonomia di pensiero e di azione che non c’è

ALLE SEI DI IERI, A GENTILE RICHIESTA DEI NOSTRI LETTORI, NE ABBIAMO AGGIUNTE ALTRE CINQUE: MARIELLA LO BELLO, LINDA VANCHIERI, MICHELA STANCHERIS, MARIA RITA SGARLATA E CLEO LI CALZI. QUASI UNA SQUADRA DI CALCIO. CON UN DENOMINATORE COMUNE. NESSUNA NOVITA’, NESSUNA AUTONOMIA. E COMPORTAMENTO CLASSICO DA VECCHIA POLITICA: CLINTELE, CLIENTELE, CLIENTELE

Per gentile richiesta dei nostri lettori torniamo sull’argomento donne & politica in Sicilia. Ieri, nel nostro articolo, ne abbiamo individuato sei. Definendole – sulla base di dati di fatto oggettivi – dannose per la nostra Isola. Limitandoci a mettere, uno dietro l’altro, i danni che hanno prodotto.

Abbiamo parlato di Nelli Scilabra, assessore alla Formazione professionale; di Patrizia Monterosso, oggi segretario generale della presidenza della Regione, già dirigente generale del dipartimento che si occupa di Formazione professionale; di Anna Rosa Corsello, dirigente generale del dipartimento Lavoro con l’interim della stessa formazione professionale. Poi di Patrizia Valenti – la migliore dei gruppo – ma succube della mala-politica. Quindi Ester Bonafede, eterea assessore regionale al Lavoro che in Sicilia non c’è più. E di Lucia Borsellino, l’assessore region ale alla Salute che stanno togliendo ai siciliani, alla luce del sistematico smantellamento della sanità pubblica.

Qualche lettore ci ha fatto notare che avremmo dovuto tratteggiare meglio le ‘qualità’ di queste sei signore. Altri lettori ci hanno segnalato che di donne in carriera politica e amministrativa che hanno prodotto enormi danni ce ne sono altre. Hanno ragione gli uni e gli altri.

Ora proveremo a riprendere il filo del nostro ragionamento. Partendo dal presupposto che la presenza di queste donne in ruoli chiave dell’amministrazione regionale ha coinciso con un momento storico oggettivamente difficile.

Ciò posto, i risultati ottenuti da queste signore, in un anno, sono disastrosi.

Cominciamo con l’ampliare il panorama dei fallimenti. Ecco Mariella Lo Bello, altra assessora della Giunta di Rosario Crocetta. Cosa avrebbe fatto la signora agrigentina in un anno sulla plancia di comando dell’assessorato al Territorio e Ambiente? Assolutamente nulla di rilevante, a parte le clientele che ha coltivato e i danni che ha prodotto (vedi la questione Muos).

Gestisce un assessorato-chiave. Che si occupa, per esempio, della tutela dell’ambiente. Ha messo in esecuzione il Pai, il Piano di assetto idrogeologico della Sicilia? Ma quando mai! Forse non sa nemmeno dove sta di casa.

L’unico dato certo è che con lei alla guida dell’assessorato una pioggia intensa ma nemmeno troppo, lo scorso ottobre, ha allagato la Circonvallazione di Palermo. Proprio la via che conduce alla sede del suo assessorato (una arteria stradale che collega la città con l’aeroporto: complimenti vivissimi all’assessore e al suo gabinetto!).

Si dirà: le responsabilità sono anche del Comune di Palermo. Ma la responsabilità maggiore, piaccia o no, è nella mancata applicazione del Piano di assetto idrogeologico. Che dovrebbe prevenire i danni – ad esempio – a Mondello e nel Messinese.

Detto questo, dall’assessore Lo Bello, rispetto alla tutela del territorio, non è arrivato nemmeno un segnale di discontinuità con il passato. Niente di niente. Così come non è arrivato alcun segnale rispetto all’inquinamento di Gela (che vergogna, assessore, avere nascosto tutto perché Crocetta non vuole toccato l’Eni!), di Augusta, di Milazzo, della Valle del Mela. Nulla di nulla.

La signora Lo Bello è solo espressione della vecchia politica delle clientele.

Agli atti di questo suo anonimo anno c’è il tentativo, piuttosto goffo, di aumentare irrazionalmente i canoni demaniali. Idea abortita dopo qualche mese.

Poi c’è Linda Vanchieri, assessore alle Attività produttive. Di lei ammiriamo la bellezza e la classe. Ma non possiamo ammirare altro, perché altro non c’è.

Gestisce, per conto di chi oggi si è impossessato di Confindustria Sicilia, un ‘feudo’ di Antonello Montante, che oltre a presiedere Confindustria, è il vero ‘capo’ di questo Governo regionale, molto più potente di Crocetta e dello stesso senatore Giuseppe Lumia. Che, al suo cospetto, sono poco più che passacarte.

L’assessorato alle Attività produttive – ex assessorato alla Cooperazione – dovrebbe occuparsi di internazionalizzazione. Al condizionale, però. Perché, di fatto, non internazionalizza alcunché.

Da quando Confindustria Sicilia controlla questo assessorato – e sono ormai 5 anni – le attività produttive della Sicilia non sono migliorate. Al contrario, tutti gli indicatori dicono che l’economia siciliana è sprofondata. A che serve, allora, questo assessorato? A favorire gli ‘amici’. Come ai tempi della vecchia Dc. A voi forse Montante vi sembra diverso da un vecchio democristiano?

Tocca a Michela Stancheris, la peripatetica. Per lei l’assessorato che gestisce un Gran tour: grazie a quest’esperienza sta migliorando la propria formazione culturale…

Insomma, come tutti gli assessori regionali al Turismo, viaggia. Lo hanno fatto i suoi predecessori, lo fa lei. Solo che gli altri qualcosa facevano. Lei, invece, annuncia, viaggia e si ‘nni futti. Vorrebbe aprire i casinò, vorrebbe fare questo, vorrebbe fare quello. Parole di qua, parole di là.

Di fatto, oltre a viaggiare, divide contributi e destra e a manca. Non c’è molto, perché le ‘casse’ sono sempre più vuote. Ma quello che c’è Michela lo divide. Sempre alla democristiana: clientele alla stato puro.

Per il resto, tutto a va ramengo. A cominciare dal numero di presenze turistiche, che in Sicilia diminuisce.

Una cosa buona l’ha fatta, Michela: ha messo il dito sulle clientele dell’Inda, l’Istituto nazionale del dramma antico di Siracusa. Istituzione che resiste alla mafia e alle politica siciliana. Ha provato a rompere qualche meccanismo. Ma, come il suo mentore Crocetta, non ha costruito nulla.

Per il resto, appunto, il nulla. Anche da lei, nemmeno un segnale di discontinuità. Nulla di nulla.

Maria Rita Sgarlata. Altra trovata di Crocetta-Lumia. Diventa assessore perché dirigente del Megafono di Siracusa. Dove ha fatto perdere un sacco di voti al Movimento del presidente della Regione e del senatore.

In quanto ex tesserata PD è in linea: in questo Partito, si sa, vanno avanti solo quelli che fanno perdere voti. E infatti Maria Rita è stata premiata con il posto di assessore. ha tutti i numeri, insomma, per rientrare nel PD.

Che ha fatto da assessore? Nulla di visibile. A parte i Sovrintendenti nominati secondo i criteri dei direttori generali delle Aziende ospedaliere e sanitarie. Anche da parte sua, gestione anonima: non un segnale di discontinuità verso il passato. Nulla di nulla.

A furor di popolo ci hanno pregato d inserire in questa ‘formazione’ Cleo Li Calzi, ex presidente di Sviluppo Italia Sicilia. Non è stata ancora nominata assessore. Ma dal curriculum che può esibire, ha tutti i numeri per concorrere al ‘Monopoli’ di Crocetta-Lumia-Montante.

A Sviluppo Italia Sicilia ne ha combinate di tutti i colori. Lasciando, poi, la società mal messa. Invece di assumersi le responsabilità dei propri errori, li ha scaricati sui dipendenti.

Proprio quest’ultimo atto la rende una ‘crocettiana’ di ferro. Lo ‘stile’, insomma, è quello dell’attuale presidente della Regione: sfasciare tutto e dare la colpa agli altri.

Questi, per grandi linee, i profili. Tutti legati a un denominatore comune: l’assenza, quasi costante, di autonomia. Pensare che queste undici donne abbiamo impresso, ognuna per la propria parte, un’impronta personale alla gestione della cosa pubblica è un errore.

Spiace scrivere queste cose, ma le esperienze che in questi due giorni abbiamo sommariamente provato a descrivere ci raccontano le storie di undici donne che sono dentro i meccanismi perversi della vecchia politica siciliana.

Da loro, dall’esperienza politica e amministrativa di queste donne non è arrivata alcuna novità. Nessuna innovazione. Solo legami con questa o quella camarilla politica o pseudo imprenditoriale. Luoghi comuni e formule trite e ritrite. Assenza di innovazione. Assenza di fantasia. Assenza.

Volendo, sono undici. Si potrebbe allestire una bella squadra di calcio…

EDITORIALE/ Le sei donne che stanno affossando la Sicilia

Redazione

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