Donare il sangue fa bene!

Abbiamo parlato con Daniele ed Emilio, due studenti volontari, e con una dottoressa – specialista ambulatoriale della ASL di Catania – per saperne di più e per dare un contributo informativo alla causa della donazione.

Quali sono le condizioni necessarie per poter donare il sangue?
“Il digiuno, innanzitutto. E’ essenziale che i potenziali donatori non abbiano ingerito latte e latticini durante la mattina e che, in generale, non abbiano assunto troppi zuccheri. Insomma, per fare un esempio, se non si è bevuto latte o mangiato yogurt, ma in compenso si è mangiata troppa marmellata, non è possibile effettuare una donazione, data la presenza eccessiva di zuccheri nel sangue. Meglio non mangiare niente prima del prelievo.”

Oltre al digiuno, quali sono le altre condizioni?
“Non si può donare in caso di assunzione di antibiotici e antinfiammatori, se non sono rispettivamente trascorsi 8 e 5 giorni. Per soggetti con piercing o tatuaggi devono passare almeno 6 mesi dall’intervento, prima di poter donare. E almeno 4 mesi per quanti si sono sottoposti a gastroscopie o interventi di agopuntura. Da 48 ore a una settimana per interventi odontoiatrici.”

Parliamo della cultura della donazione. La gente dona il sangue? E’ sensibile a questo problema?
“In Sicilia manca totalmente la cultura della donazione e c’è poca informazione. L’unica provincia autonoma in questo momento è Ragusa, dove probabilmente esiste una cultura sociale maggiore, che è cosa diversa dalla cultura scolastica o accademica.”

E a Catania?
“Catania dipendeva fino a qualche anno fa dall’Emilia-Romagna, che ci vendeva le sacche a 450.000£ ciascuna. Poi si è rifiutata e ora si fa come si può.  Ma ci vorrebbero molti più donatori.
Si parla  tanto di donazione degli organi, ma molti non sono disposti a donare neanche il sangue, che è un elemento del nostro corpo capace di rigenerarsi…”

E nel mondo universitario che tipo di riscontro avete?
“Anche qui c’è poca informazione. Sono soprattutto le ragazze a donare: sono più sensibili al problema. Qui ai Benedettini otteniamo risultati migliori rispetto ad altre facoltà: ad esempio, ai Benedettini in una mattinata riusciamo a fare anche 10 donazioni, ed è già un buon risultato. Alla cittadella impieghiamo quasi una settimana per raggiungere lo stesso numero.”

E nelle scuole?
“Nelle scuole superiori va già meglio. C’è la possibilità di organizzare incontri per sensibilizzare i ragazzi e aggregarli. Certo lì ci sono anche gli incentivi dei crediti formativi…All’università è diverso: lo studente è indipendente e libero di muoversi e  di avvicinarsi se ha intenzione di donare.”

Fino a che età è possibile donare?
“Si dona dai 18 fino ai 65 anni, con delle precisazioni naturalmente. Un uomo o una donna che hanno iniziato a donare fin da giovani sono ottimi donatori anche fino a 65 anni, perché hanno un sangue giovane, continuamente rigenerato nel corso degli anni. Chi non hai mai donato non può certo cominciare a 60 anni!
Gli uomini  possono donare ogni 3 mesi, le donne ogni 6 mesi.”

E il donatore medio che età ha?
“Appartiene a una fascia d’età piuttosto larga: diciamo tra i 20 e i 40 anni. La maggioranza è costituita dalle donne.”

Come si spiega la difficoltà ad aggregare e coinvolgere la comunità? Solo disinformazione?
“Si tratta di un insieme di cause. Intanto, la mancanza di un’adeguata pubblicizzazione: se ne parla troppo poco. La gente di solito fa donazioni mirate, per il parente o per l’amico. Insomma, per uno stato di necessità immediata. Invece ci vorrebbero molti  più donatori stabili, perché la necessità c’è sempre e non deve essere ristretta solo a un evento che ci riguardi da vicino. Inoltre le varie associazioni come la Fratres o l’Avis non sono agevolate né dal territorio, né dagli ospedali, che spesso non forniscono neanche i materiali per poter operare: provette, aghi o personale. Noi qui siamo tutti volontari. Infatti non c’è concorrenza tra le associazioni: chiunque voglia donare lo faccia e lo faccia dove vuole.”

E poi donare il sangue fa bene, no?
“Certo, fa benissimo! Il corpo non subisce stress, anzi: il donatore stimola il proprio midollo a produrre sangue sempre giovane. Inoltre a chiunque si rechi in ospedale per una donazione vengono fatte delle analisi al sangue complete – che comprendono anche il test dell’Hiv, oltre che il controllo dell’emocromo, del colesterolo, della glicemia ecc…- e un elettrocardiogramma. Insomma donando c’è anche la possibilità di controllare il proprio stato di salute. E’ un’operazione conveniente per tutti.”

C’è poco da aggiungere. L’attività dei volontari e di quanti cercano di sensibilizzare la comunità si commenta da sé. Donare il sangue è un gesto di profondo altruismo e solidarietà sociale. Un gesto che salva la vita.

Alessandra Belfiore

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