Domani a Palermo protesta contro l’Anas

Dalla padella alla brace. Non bastava il crollo verticale degli appalti, ridotti ormai al lumicino, adesso, per le imprese italiane che lavorano nel settore delle opere pubbliche c’è anche lo spauracchio dell’insolvenza.

La denuncia arriva dagli appaltatori siciliani, che, come i colleghi di tutta Italia, da mesi non vengono pagati dall’Anas. La prima stazione appaltante d’Italia, infatti, contagiata dalla furbizia dell’attuale Governo, e senza spiegazioni plausibili, ha chiuso i ‘rubinetti’, disattendendo vergognosamente gli impegni contrattuali. Opere per svariati milioni, da Sondrio a Palermo, da Venezia a Agrigento, passando per il “raccordo anulare” e la 106 ionica, ma anche semplicemente la sistemazione di una buca nell’asfalto sotto Monreale, o la sostituzione di una lama di guard-rail a Canicattì, rischiano il blocco per la protesta crescente di imprese, subappaltatori e operai. (a sinistra, foto tratta da marcocamedda.blog.tiscali.it)

Siamo alla frutta: se le imprese non verranno tempestivamente pagate, il settore (che ormai è una polveriera) esploderà per la disperazione. Rilancio? Crescita? Sviluppo? Soltanto proclami e demagogia. La verità è che lo Stato, pur di tenere i conti in ordine, senza il rispetto dei tempi che altrimenti sarebbero stati necessari, nel nome dell’euro, sta affamando gli italiani.

L’autunno caldo che si temeva è arrivato: domani, lunedì 1 ottobre, davanti ai cancelli della direzione regionale dell’Anas, a Palermo, i creditori dell’ente (imprese e addetti, operai e maestranze) allo stremo delle forze e a rischio fallimento protesteranno per i mancati pagamenti. Al loro fianco sarà il presidente Ance per la provincia di Palermo Giuseppe Di Giovanna.

Da ora in poi l’Anas può aspettarsi di tutto: azioni legali, decreti ingiuntivi, abbandono dei cantieri.

(a destra, logo Anas, foto tratta da trasportando.com)

Redazione

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