L’aumento per le abitazioni è del 14 per cento, ma non è esclusivamente legato al dissesto. L’incremento della Tari – la tassa sulla raccolta dei rifiuti – è tra i primi a scattare, ma non sarà l’unico. Ed è dovuto, in primis, a quello che la legge impone: cioè che l’intero costo dell’igiene urbana cittadina sia coperto con le tasse dei catanesi. Così, all’indomani della proroga della gara ponte (fino a giugno sarà gestione Dusty), gli abitanti del capoluogo etneo scoprono che rischiano di dovere pagare più di prima. Oggi la rideterminazione della tariffa sarà al voto del Consiglio comunale: saranno gli eletti a dovere decidere se fare passare la proposta di deliberazione inviata dagli uffici (con trattazione d’urgenza richiesta dall’assessore al Bilancio).
L’ultima volta che è stata modificata la tariffa sui rifiuti era il lontano 2014. A settembre, il Consiglio comunale da poco insediato, era stato chiamato a stabilire l’importo che i cittadini avrebbero dovuto pagare per l’igiene urbana. Da allora le cose non sono mai cambiate, sebbene nel frattempo il servizio di raccolta della spazzatura sia passato attraverso alcune piccole rivoluzioni, quantomeno dal punto di vista gestionale: il piano d’intervento approvato nel 2016 (ma operativo solo a partire dalla gara ponte del 2018) rende la munnizza più preziosa, contando di ridurre gli importi per il conferimento in discarica grazie a una raccolta differenziata più efficiente. Un’idea che non si è tradotta in un miglioramento concreto, tanto che affinché i rifiuti suddivisi per categoria raggiungano la doppia cifra sembra esserci ancora da aspettare.
Nel frattempo, però, il peso sulle tasche dei catanesi va adeguato. Perché nel bilancio stabilmente riequilibrato – che l’amministrazione dovrà predisporre come primo passaggio nel complicato iter dell’uscita dal dissesto – le cifre dovranno essere precise. Per il 2019 il l’ammontare del servizio spazzatura è stato calcolato, in totale, in oltre 83 milioni di euro. Tredici milioni in più rispetto al 2014, data dell’ultima approvazione delle tariffe, quando il Comune spendeva circa 70 milioni di euro. A contribuire, nel 2019, pare che sia anche il nuovo costo stabilito dalla Sicula trasporti, la società privata che gestisce la discarica di contrada Codavolpe, dove confluisce la spazzatura del territorio municipale. In base a quanto si apprende, uno sconto che prima c’era da gennaio è saltato.
Secondo il documento che dovranno votare oggi i consiglieri, l’aumento più alto – in termini percentuali – lo subiranno gli stabilimenti balneari. In uno specchietto realizzato dal movimento Catania bene comune – che mette a confronto i tariffari contenuti nella carta dei servizi comunale e quelli che potrebbero essere approvati oggi in aula consiliare – emerge come le «aree ricreative turistiche (per esempio i lidi sul litorale, ndr) o i campeggi» dovranno pagare il 34 per cento in più rispetto al 2014. Passando da 0,66 centesimi al metro quadro a un euro. L’aumento minore, invece, riguarderà le scuole, indifferentemente pubbliche o private: pagheranno il 13,5 in più, cioè da 2,77 euro al metro quadro a 3,2 euro. Per tutte le altre categorie, l’aumento è del 14 per cento.
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