Non è la stangata temuta, ma non è neanche indolore. Se fino a questo momento il messaggio che è passato è che il dissesto, tutto sommato, incidesse soltanto sulla tassa dei rifiuti (aumentata del 14 per cento per le private abitazioni), oggi a guardare i numeri nella delibera in questi giorni trattazione in Consiglio comunale bisogna ricredersi. Certo: ci sono servizi che non aumenteranno affatto (i trasporti funebri, la refezione scolastica e gli ingressi a musei), ma ce ne sono altri per i quali l’incremento è più che sostanzioso: in qualche caso – per esempio per le copie semplici e conformi dei documenti – si passa dagli spiccioli per le fotocopie a un importo fisso (da venti a trenta euro) per il solo lavoro degli uffici. Poteva andare peggio, va da sé. Potevano aumentare le rette degli asili nido, ma grazie all’inserimento delle strisce blu (cioè dei parcheggi gestiti dalla Sostare) tra i servizi a domanda individuale, l’incremento delle imposte comunali è rimasto piuttosto sottotono.
Per via del dissesto, per essere più chiari, il Comune di Catania è obbligato per legge a coprire i costi dei servizi a domanda individuale (cioè quelli che vengono utilizzati su richiesta dell’utente e che non sono indispensabili per tutti i residenti del territorio) con i versamenti dei cittadini, per una quota di almeno il 36 per cento. Un fatto che, com’è ovvio, si potrebbe tradurre nella necessità di aumentare alcuni importi richiesti ai catanesi. Negli asili nido, almeno per il 2019, l’incremento sembra essere bloccato: la delibera con l’adeguamento (che fa passare la retta del tempo parziale, per i redditi più bassi, da 45 a 75 euro al mese) è stata approvata a novembre 2018 e i suoi effetti sono stati bloccati in virtù di un contributo regionale. Ma l’anno prossimo, senza fondi da Palermo, Palazzo degli elefanti sarebbe di nuovo punto e a capo.
Certo, adesso c’è una novità: con i soldi legati a Sostare inseriti nel documento di rimodulazione delle tariffe, il complessivo 36 per cento di copertura dei servizi a domanda individuale si supera a occhi chiusi. Raggiungendo, grazie agli utili della partecipata, la vetta del 75 per cento. Un numero che permette di dichiarare assolto l’obbligo di legge e di fare lavorare gli uffici senza l’assillo di dovere pesare su attività – come gli asili nido, appunto – di grande impatto sociale. Resta il fatto che qualcosa va rincarato: così raddoppiano i costi per essere seppelliti al Cimitero di via Acquicella. Una cella in colombaia, per gli adulti, costerà 1032 euro (anziché 516); la concessione per un terreno nei vialetti salirà da 129 euro al metro quadro a 258 euro. Per non parlare degli spazi sui grandi viali: da 160 a 320 euro. Al cimitero, in pratica, costerà tutto due volte quanto costava prima.
«Le tariffe erano assolutamente inattuali, non venivano aggiornate da 25 anni», spiega l’assessore al Bilancio Roberto Bonaccorsi, sentito dalla commissione consiliare di pertinenza a Palazzo dei Chierici. «Per il resto si tratta solo di adeguamenti, per lo più minimi». Ma che i catanesi dovranno affrontare all’improvviso: la carta d’identità elettronica, per esempio, costerà lo 0,95 per cento in più: da 22 a 22,21 euro. In caso di smarrimento del documento si passerà da 27 a 27,37 euro. Sul furto, però, il rincaro è evidente: denuncia alla mano, prima si pagavano 17 euro, adesso se ne verseranno 27,37, come se uno avesse perso il portafogli. Ottenere l’assegnazione del numero civico per una nuova costruzione prevederà un esborso di 50 euro per i diritti di istruttoria, mentre prima si pagavano solo 52 centesimi, oltre le due marche da bollo da 16 euro che restano comunque obbligatorie.
Cambiano, inoltre, le regole per richiedere le copie dei verbali di incidenti stradali o di altra documentazione alla polizia municipale: fino a ora, l’importo non era contenuto nella carta dei servizi. Ma adesso sarà di 30 euro per gli incidenti stradali, più 20 centesimi a facciata per ogni fotocopia. Gli altri documenti costeranno, di base, 20 euro, più 20 centesimi di costo di riproduzione. Questi ultimi importi valgono per il rilascio copie da parte di qualunque direzione di Palazzo degli elefanti.
Va peggio, in assoluto, a chi dovrà avere a che fare con l’ufficio Ecologia: per l’autorizzazione a un nuovo scarico fognario, per esempio, il costo passerà dai 31,50 euro per il sopralluogo del tecnico a una cifra variabile tra i 120 e i 600 euro, in base alla tipologia di richiesta. Le autorizzazioni sanitarie per studi medici e odontoiatrici passeranno da gratuite a 200 euro, mentre quelle per le strutture ricettive varieranno in base alla quantità di camere da letto (120 euro fino a quattro camere, 250 euro oltre 25 camere). Non cambia il costo per l’autorizzazione di deroga ai limiti acustici per i concerti (sempre 250 euro), ma adesso la pagheranno anche i cantieri edili. Modificate anche le tariffe per l’affitto degli immobili della direzione Cultura per convegni e mostre. A saltare all’occhio sono i 600 euro richiesti per il noleggio di palco e sedie a Palazzo Platamone. Il tariffario precedente, approvato ad aprile 2016, prevedeva il costo di 146 euro.
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