Discarica Siculiana, 30 euro in più per ogni tonnellata Sindaci sul piede di guerra. Catanzaro: «Prezzo equo»

È di nuovo scontro tra i sindaci dell’Agrigentino e la ditta Catanzaro, titolare della discarica di Siculiana. Come prevedibile, dopo l’adeguamento della struttura alla normativa europea in tema di gestione dei rifiuti, l’imprenditore – che ha potuto riaprire la discarica nel momento in cui è stata dotata dell’impianto per il trattamento biomeccanico dei rifiuti – ha aumentato le tariffe a carico dei Comuni per il conferimento. Dai circa 90 euro (tasse escluse) per una tonnellata di rifiuti, le amministrazioni dovranno adesso sborsare 123 euro (al netto delle tasse) per la stessa quantità di spazzatura.

Cifre che hanno fatto saltare dalle loro sedie i sindaci agrigentini nel momento in cui, a inizio settimana, la lettera che comunicava l’incremento è finita sulle loro scrivanie. Così ieri l’assemblea dei soci della Srr Ato 4 Agrigentino ha deliberato «di respingere con forza la pretesa da parte della ditta Catanzaro, gestore della discarica sita in Contrada Materana-Siculiana, di fare sottoscrivere una convenzione a tutti i Comuni per consentire il conferimento dei rifiuti». «La convenzione – prosegue la nota dei sindaci – prevede un costo di oltre 153 euro a tonnellata (tasse incluse, nda), assolutamente insostenibile per i Comuni e per la popolazione servita, stante che l’onere previsto risulta pressoché raddoppiato rispetto a quello precedentemente praticato, facendo notevolmente incrementare i costi, già eccessivi, del servizio d’igiene ambientale».

Un prezzo che invece, secondo la ditta Catanzaro, risulterebbe «perfettamente in linea rispetto ai prezzi praticati da altri operatori ed è conseguenza dell’introduzione di un ulteriore livello di trattamento dei rifiuti che comporta maggiori oneri ed investimenti interamente sostenuti dall’azienda, che continua ad applicare le migliori tecnologie assicurando elevati livelli standard del processo produttivo».

Insomma, quello che per i sindaci sembra essere un «ingiustificato aumento», per i Catanzaro è invece la conseguenza dell’installazione dell’impianto di biostabilizzazione dei rifiuti. Ma i primi cittadini non ci stanno e «diffidano la ditta a dare seguito alla minacciata chiusura della discarica, che comporterebbe per la popolazione gravissimi disagi di carattere igienico-sanitari, nonché l’interruzione di un pubblico servizio che, infatti, in quanto tale, prevede un provvedimento regionale per l’individuazione del prezzo. Sono stati prontamente informati il Prefetto di Agrigento e il presidente della Regione Sicilia, affinché ognuno, per la parte di rispettiva competenza, possa intervenire per dirimere la questione».

«Il problema – attacca Pasquale Amato, sindaco di Palma di Montechiaro – è che soltanto in Sicilia può avvenire che un imprenditore a cui sono stati assegnati dei Comuni per il conferimento, possa decidere autonomamente di aumentare le tariffe ai danni delle amministrazioni. Noi fortunatamente, nonostante il disagio dei viaggi, conferiamo a Lentini per 127 euro a tonnellata, ma è chiaro che la questione va affrontata a un livello superiore».

Dello stesso avviso il sindaco di Bivona e parlamentare regionale Pd, Giovanni Panepinto, secondo cui «i sindaci dovranno per forza ricorrere ai debiti fuori bilancio per coprire i costi aggiuntivi. Il problema reale – aggiunge – è che serve un contraddittorio, sulla vicenda dovrebbe intervenire la Regione». Con molta probabilità sarà compito dell’assessore Contrafatto, al ritorno dalle ferie, cercare una mediazione tra Catanzaro e i sindaci.

Miriam Di Peri

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