Disabili gravissimi, dopo un mese i numeri definitivi Sono 2.808, il doppio dell’Emilia. Agrigento record

Di numeri se ne sono snocciolati a decine, tra disabili gravi, gravissimi, vecchie e nuove circolari, linee guida del ministero, hashtag, Pif, Le Iene, Striscia, le barriere architettoniche del Parlamento più antico d’Europa, l’assegno mensile per ciascun disabile e il bassotto. Da tre giorni – dopo oltre un mese da quando tutto è iniziato – c’è un punto fermo: i disabili gravissimi in Sicilia sono complessivamente 2.808, di cui 2.456 adulti e 352 minori.

Si è parlato dapprima di 3.682 disabili gravissimi in Sicilia. Cifre troppo alte, che hanno fatto saltare dalla sedia il governatore e saltare la poltrona dell’ex assessore alla Famiglia, Gianluca Micciché. È stata avviata una ricognizione puntuale dei dati in possesso delle aziende sanitarie provinciali, registrando e comunicando ogni singola pratica. È emerso il caso dei defunti che sarebbero risultati ancora iscritti nelle liste. «Il tasso di mortalità tra i disabili gravissimi – ha provato a mettere la pezza il dirigente dell’assessorato alla Salute, Ignazio Tozzo, intervenuto in soccorso delle Politiche Sociali proprio perché tra i numeri non ci si veniva a capo – è molto alto, le cifre di oggi possono non corrispondere a quelle di domani».

Poi è stata la volta della ricezione dei primi dati delle Asp «di gran lunga inferiori – ha ammesso più volte il governatore – a quelli inizialmente noti». Duemila e 400 persone, si è detto arrivato a un certo punto, «forse meno» sussurravano gli addetti ai lavori.

Intanto, Crocetta incontrava le associazioni, anche per scongiurare un nuovo sciopero in carrozzina pronto a congestionare ancora una volta il traffico su piazza indipendenza, insieme all’ordinaria amministrazione di una Regione che aveva perso la bussola in materia di assistenza ai disabili.

La proposta della giunta, alla fine, è arrivata. Un assegno da 5.400 euro per ciascun disabile, per far fronte ai prossimi tre mesi di disagi, in attesa che vengano redatti i piani individuali di assistenza per ciascun diversamente abile gravissimo in Sicilia. I beneficiari saranno 2.140 pazienti nell’Isola.

Ma non sono quelli i numeri della disabilità gravissima in Sicilia. A trasmettere, finalmente, dopo settimane di attesa, le cifre aggiornate all’assessorato alla Famiglia e alle Politiche Sociali sono stati gli uffici di piazza Ottavio Ziino a Palermo, lo scorso 27 marzo. Secondo l’assessorato alla Salute, i disabili gravissimi in Sicilia sono complessivamente 2.808, di cui 2.456 adulti e 352 minori. In Emilia Romagna, regione a cui lo stesso governatore ha guardato perché simile per popolazione, sono 1.400, la metà.

La provincia record per numero di disabili è quella di Agrigento, che conta complessivamente 542 pazienti, di cui 81 minori. Segue Palermo, con 397 casi, dei quali 24 sotto la soglia della maggiore età. E ancora, 353 sono i pazienti con disabilità gravissima a Messina, di cui 29 ragazzi, mentre 334 sono i casi nella provincia di Catania, di cui 62 giovani. A Trapani i casi registrati sono complessivamente 321, di cui 27 minori. Sotto la soglia delle 300 unità Ragusa, con 277 casi (di cui 32 ragazzi), 223 a Siracusa (67 i giovanissimi) e 216 a Caltanissetta (13 minori). Soltanto 145 i disabili gravissimi ad Enna, di cui 17 sotto la soglia della maggiore età.

Naturalmente resta in piedi il piano di Crocetta rispetto ai 2.140 beneficiari dell’assegno, mentre la restante parte «risulta – spiega l’assessore alla Salute, Baldo Gucciardi – già inserita in altri programmi di assistenza». Chiarite le cifre, non vengono meno i dubbi. A cominciare dalla rendicontazione di cui fino ad oggi dalle parti di Palazzo d’Orleans nessuno ha fatto cenno. L’assegno versato alle famiglie dei disabili comporterà una richiesta di documentazione fiscale sulle somme che – ricordiamo – dovranno servire ad offrire una dignitosa assistenza ai disabili gravissimi, oppure non sarà richiesta alcuna documentazione? La linea sottile che separa l’assistenza dall’assistenzialismo, potrebbe trovarsi proprio lì.

Miriam Di Peri

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