«Le disposizioni del governo non ammettono deroghe. Stamattina cinque dipendenti sono stati trovati senza Green pass e per loro è scattata la sospensione per cinque giorni». Il tono di Nello Oliveri a MeridioNews è categorico e non vuole lasciare spazio ad altre interpretazioni. Sindaco di Aci Catena, in provincia di Catania, Oliveri è stato tra i primi in Sicilia a provare a mettere in pratica le norme del governo Draghi che da oggi impongono l’obbligo del certificato verde nei luoghi di lavoro.
«Dopo una riunione svolta nei giorni scorsi insieme all’ispettorato del Lavoro, abbiamo delegato i capisettore di controllare un campione di dipendenti attraverso l’applicazione fornita dal governo – spiega il primo cittadino – Così, abbiamo trovato cinque soggetti sprovvisti di certificazione. Il resto ha ricevuto il vaccino, altri ancora avevano il documento per effetto del tampone fatto poche ore prima». Per loro è scattata la sospensione dal luogo di lavoro con la relativa interruzione dello stipendio «per cinque giorni – sottolinea il sindaco – a meno che, in questi giorni, non esibiscano il Green pass. Ho fiducia nei miei dipendenti e credo che prima dei cinque giorni si metteranno in regola».
Ad Aci Catena sono circa cento i dipendenti comunali. A questi si aggiungono i 46 ragazzi del servizio civile e altri 35 che, da percettori del reddito di cittadinanza, svolgono i progetti Progetti utili alla collettività (Puc). Oliveri, oltre a essere il sindaco, ha anche la delega assessoriale al Personale. «Mi comporto da amministratore e cerco di applicare la legge e anche di evitare eventuali sanzioni», chiosa. Dall’altro lato, ad avanzare perplessità sulla decisione di Oliveri è Gaetano Del Popolo, segretario generale della funzione pubblica di Cgil Catania. Per il sindacalista la sospensione non poteva essere applicata.
«I controlli partono proprio da oggi e, se si fosse presentato il caso di un dipendente senza Green pass, doveva essere considerato come assente ingiustificato e non fatto entrare negli uffici – afferma Del Popolo al nostro giornale – Al massimo, potrebbe scattare la sospensione dopo i cinque giorni di assenza ingiustificata. Ma la sospensione immediata la ritengo una forzatura amministrativa. Il sindaco fa bene a controllare il Green pass, che – commenta il sindacalista – ritengo fondamentale così come la vaccinazione, ma le sospensioni prolungate non sono previste dalle norme del governo, salvo dopo alcune assenze. Non valgono i controlli fatti precedentemente».
Secondo le ultime disposizioni sul Green pass comunicate dalla presidenza del Consiglio dei ministri «il lavoratore, pubblico o privato, è considerato assente ingiustificato, senza diritto allo stipendio, fino alla presentazione del Green pass – si legge tra le comunicazioni rilasciate dal governo – Nel caso di aziende con meno di 15 dipendenti, dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata, il datore di lavoro può sospendere il lavoratore per la durata corrispondente a quella del contratto di lavoro stipulato per la sostituzione, comunque per un periodo non superiore a dieci giorni, rinnovabili per una sola volta». Il datore di lavoro, sia pubblico che privato, davanti a un dipendente senza certificazione verde, deve «effettuare una comunicazione in prefettura con una sanzione che va da 600 a 1500 euro».
Del Popolo fa sapere che, al momento, non si hanno notizie su eventuali procedimenti per il personale del Comune di Catania. Stessa cosa, per i Comuni di Aci Sant’Antonio e Aci Castello. I sindaci Santo Caruso e Carmelo Scandurra confermano che i controlli andranno avanti ma non si sono presentati casi di dipendenti sprovvisti di lasciapassare. «Ad Acireale abbiamo installato, a fianco della macchinetta per timbrare il badge, anche un dispositivo che permette ai dipendenti di verificare la validità del Green pass prima di entrare», afferma a MeridioNews il sindaco di Acireale Stefano Alì. «Abbiamo avuto tre casi di visitatori senza Green pass, ma non tra il personale – conclude Alì – A questi visitatori, che erano entrati al municipio, è stato vietato l’accesso».
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