Dimenticare il flop-day e far partire i tirocini formativi Per evitare che le risorse finiscano ad altre regioni italiane

Alla fine tutto dipenderà dalla decisione che verrà adottata dai vertici di Ett. Se la società che la scorsa estate è stata chiamata a gestire la bizzarra gara informatica accetterà le condizioni dell’Amministrazione regionale, è probabile che la tormentata vicenda dei tirocini formativi si chiuda in due, al massimo tre settimane. Ma se Ett dovesse optare per la via del contenzioso, allora questa storia potrebbe anche andare per le lunghe. A questo punto, anche i giovani siciliani disoccupati, privati dei tirocini formativi, potrebbero dare il via ai contenziosi. E tutto diventerebbe più difficile. 

Insomma, questa benedetta storia dei tirocini formativi siciliani sembra un po’ stregata. Finora non è andata bene. Anzi. Alla fine, riflettendoci, si tratta solo di fare incontrare domanda e offerta di lavoro. E di distribuire tra giovani disoccupati e aziende le risorse finanziarie messe a disposizione dalla pubblica amministrazione per creare nuove occasioni di lavoro. I soldi ci sono: decine di milioni di euro. Ma c’è stata – almeno fino ad oggi – anche tanta confusione, sia da parte del Governo regionale, sia da parte dell’alta burocrazia.

Ovviamente il nuovo assessore alla Formazione professionale e vice presidente della Regione, Mariella Lo Bello, che si è insediata da qualche giorno, e il dirigente generale di questo dipartimento, Gianni Silvia, che si è insediato da qualche mese, non c’entrano nulla. Anzi va detto che il dottore Silvia sta lavorando sodo per venire a capo di un inghippo amministrativo estremamente complicato.

La storia è ormai è arcinota. La scorsa estate, per assegnare questi tirocini formativi ai giovani disoccupati della nostra Isola, è stata scelta la via informatica. Una sorta di gara di velocità a chi si collega prima. I ‘vincitori’ avrebbero lavorato sei mesi per 500 euro al mese. Naturalmente presso aziende siciliane che, oltre ad avere a disposizione forza lavoro, avrebbero usufruito di agevolazioni.

Questa vicenda, da semplice, è diventata complicata. Già il ricorso all’informatica non ha convinto tutti, se è vero che ha escluso in partenza i giovani disoccupati siciliani che non ‘navigano’ su internet (e su questo punto, a prescindere da tutto il resto, non possono essere esclusi problemi).

La prima ‘gara’ informatica di velocità dello scorso luglio – perché alla fine di questo si è trattato – tutto sommato è riuscita. Così sono stati selezionati i primi 800 giovani. La seconda – quella di agosto, che avrebbe dovuto selezionare altri 800 giovani disoccupati – si è trasformata in una baraonda, con migliaia di ragazzi che non sono riusciti a collegarsi al sito. A quanto si è capito, avrebbe ceduto la piattaforma informatica. Così la seconda gara è stata ribattezzata flop-day. Superfluo aggiungere che, da allora ad oggi, è tutto bloccato.

Ci sono state polemiche roventi tra l’ex assessore alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, e l’allora dirigente generale del dipartimento regionale della Formazione professionale, Anna Rosa Corsello. Quest’ultima, l’8 agosto, si è dimessa (lasciando anche il dipartimento Lavoro che gestiva con l’interim). Un flop che Nelli Scilabra ha pagato a caro prezzo, se è vero che le polemiche della scorsa estate, con molta probabilità, non sono estranee alla sua esclusione dalla nuova Giunta regionale (mentre per ironia della sorte la dottoressa Corsello è tornata al vertice del dipartimento Lavoro, non senza qualche forzatura sotto il profilo amministrativo).

Oggi, come accennato all’inizio, la gestione di questi tirocini formativi è sui tavoli dell’assessore Lo Bello e del dirigente generale Silvia. Il lavoro per chiudere questa storia è quasi tutto fatto. Con tanto di pareri da parte dell’Avvocatura dello Stato. C’è un ultimo ostacolo, che comunque non è insormontabile: il rapporto tra Regione e Ett.

Questa società non è stata selezionata con un’evidenza pubblica, ma con affidamento diretto da parte dell’Amministrazione regionale. Poi è scoppiato il bailamme. Oggi sono in corso trattative tra Regione ed Ett per chiudere bonariamente la vicenda. Tenendo conto che non si può rinunciare alla piattaforma di Ett dove sono registrati gli oltre 45 mila giovani disoccupati che si sono iscritti e le circa 17 mila aziende dove, per sei mesi, dovrebbero lavorare i ragazzi.

L’inchiesta della magistratura in corso su questa storia potrebbe creare qualche altro problema. Ed è per questo che si sta mettendo a punto un’ipotesi di lavoro in grado di reggere ad eventuali giudizi negativi da parte dell’autorità giudiziaria.

L’obiettivo dovrebbe essere quello di aprire una terza finestra – in pratica, una terza gara – per dare la possibilità ai giovani disoccupati che non sono riusciti a iscriversi di entrare a far parte dell’elenco degli iscritti; mentre chi è già iscritto non dovrà fare nulla.

Poi, risolti questi problemi, domanda e offerta di lavoro potranno incontrarsi. E questi tirocini formativi potranno finalmente essere assegnati. Un ruolo importante, in questi passaggi, dovrebbe essere svolto da Sicilia e-Servizi, la società regionale che si occupa di informatica (e che forse avrebbe dovuto essere coinvolta prima).

C’è poi da risolvere il nodo di Italia Lavoro, società che fa capo al Ministero del Lavoro e che assiste la Regione siciliana in questo particolare ambito amministrativo (assistenza nella gestione dei bandi). Su Italia Lavoro, in effetti, qualche inesattezza è stata detta. Lo scontro tra i vertici di questa società e la dottoressa Corsello è stato duro. Adesso bisognerà capire se le frizioni di qualche mese fa sono state superate.  

L’augurio è che si mettano da parte le polemiche per non perdere altro tempo. E soprattutto per evitare che queste risorse finanziarie destinate a sostenere i giovani disoccupati e le aziende siciliane finiscano altrove.

Purtroppo il rischio che la Sicilia perda questi fondi c’è. Si tratta pur sempre di fondi nazionali. E con l’aria che tira c’è sempre la possibilità che Roma accampi qualche scusa per dirottare queste risorse finanziarie in altre aree del nostro Paese. Non è un’eventualità da escludere, soprattutto se si dovesse perdere ancora tempo.

L’ultimo ostacolo, l’abbiamo detto all’inizio, è rappresentato da Ett. Se questa società e la Regione, magari con il parere dell’Avvocatura dello Stato, raggiungeranno un accordo, tutto si dovrebbe risolvere a breve. Ma se dovesse finire con un contenzioso, come accennato all’inizio, tutto si complicherebbe. Ett rischierebbe comunque, perché non ha vinto una gara, ma ha preso questo lavoro grazie a un affidamento diretto. Ma anche la Regione avrebbe tutto da perdere: rischierebbe di non utilizzare queste risorse e dovrebbe fronteggiare una pioggia di contenziosi. Speriamo bene.

Giulio Ambrosetti

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