Dieci storie proprio così debutta al Biondo Una cartina geografica delle mafie del paese

Bruno Caccia, procuratore della repubblica di Torino, ucciso dalla ‘ndrangheta nel giugno del 1983; Elena Ferraro, giovane imprenditrice trapanese che rifiuta di pagare il pizzo al cugino del superlatitante Messina Denaro; Cortocircuito, un’associazione culturale antimafia di Reggio Emilia formata da studenti universitari; il ristorante-pizzeria Etica di Bologna, che utilizza prodotti realizzati da aziende antiracket, che operano in carcere; l’edicola di Borgo Stretto, un bene confiscato alla mafia nel centro di Pisa. Persone e luoghi che raccontano storie vere, di chi senza paura si attiva per creare delle alternative alla criminalità organizzata. È tutto questo Dieci storie proprio così – Terzo atto di Emanuela Giordano e Giulia Minoli, in scena al Teatro Biondo di Palermo oggi, 6 marzo, alle ore 21,00. Un testo che punta a mostrare l’impegno di chi, in tutto il paese, lotta contro le mafie.

Le due autrici sono partite nel 2012 scavando nella memoria, hanno percorso l’Italia in lungo e in largo e grazie all’aiuto di università e testimoni che hanno raccontato le loro storie hanno approfondito la tematica della lotta alla criminalità organizzata. Storie di ‘ndrangheta, di camorra, da Torino a Napoli, da Roma a Bologna, da Pisa a Trapani. Storie di come la mafia entra nelle aziende e svuota tutto il capitale economico e sociale presente. Dieci storie proprio così, parte integrante del progetto Il Palcoscenico della legalità, traccia una cartina geografica della corruzione e i profili di personaggi collusi, grazie ai quali la mafia si infiltra in tutti i settori dell’economia. Ma lo spettacolo racconta anche e soprattutto le storie di chi non ci sta e si ribella ai soprusi della criminalità organizzata. 

Giovanni Tizian, un giornalista calabrese, emigrato in Emilia Romagna dopo l’omicidio del padre eseguito dalla ‘ndrangheta, dal 2006 conduce inchieste sulle infiltrazioni mafiose del territorio. Vive sotto scorta, così come Maria Stefanelli, la prima donna collaboratrice di giustizia, vedova di un boss della ‘ndrangheta. Storie, le loro, di persone coraggiose e oneste. Il sindaco che combatte le logiche mafiose che intossicano la città, il commercialista che contrasta il rapporto tra aziende e denaro sporco, il giornalista che con le sue indagini denuncia il fenomeno mafioso. Storie che convergono tutte in uno spettacolo teatrale che concentra lo spettatore sul presente. Su ciò che ognuno di noi può realmente fare, assumendosi la responsabilità di un cambiamento.

Lo spettacolo, diretto da Emanuela Giordano, è interpretato da Daria D’Aloia, Vincenzo D’Amato, Tania Garribba, Valentina Minzoni e Alessio Vassallo. Alle chitarre invece Tommaso Di Giulio e Paolo Volpini alla batteria. Questa sera il debutto palermitano, replica invece prevista per domani giovedì 7 marzo alle ore 17,30. 

Maria Vera Genchi

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