Nel calcio conta moltissimo la testa. Guai, ad esempio, a pensare di avere vinto anche quando l’avversario è alle corde e i tre punti sembrano archiviati. A questo proposito, il modo in cui è maturato il pareggio per 2-2 allo stadio Renzo Barbera nel derby Palermo-Messina, preceduto da un minuto di raccoglimento in memoria dell’ex presidente rosanero Maurizio Zamparini al quale gli ultras della Curva Nord 12 hanno dedicato uno striscione, è una lezione da cui i rosanero dovranno trarre insegnamento. I padroni di casa, che avevano chiuso il primo tempo in vantaggio di due reti grazie ai gol realizzati da Brunori (destro sul primo palo, su un pallone proveniente dall’out di destra, con un ‘taglio’ da bomber di razza) e Valente (conclusione angolata dal limite dell’area sugli sviluppi di un corner), nella ripresa sono rimasti spiazzati dall’atteggiamento dei peloritani che, anche in virtù di una diversa disposizione tattica – dal 5-3-1-1 iniziale ad un 4-2-3-1 speculare al modulo del Palermo – e di un triplo cambio effettuato dal tecnico Raciti subito dopo l’intervallo, sono riusciti nell’impresa di ‘riprendere per i capelli’ una gara che sembrava ormai incanalata definitivamente sui binari rosanero.
«Dopo un primo tempo nel quale potevamo anche segnare più di due gol, nulla lasciava pensare a ciò che poi è successo – ha ammesso il tecnico rosanero Baldini nel post-partita – sono soddisfatto della prima frazione di gioco nella quale ho visto dei movimenti giusti in fase offensiva. Poi all’inizio della ripresa c’è stato un episodio che ci ha sorpreso e questo non deve accadere. È proprio questo il problema su cui dovremo focalizzare l’attenzione: capire perché un singolo episodio, a loro favorevole, ci ha fatto perdere autostima e messo una pressione negativa a causa della quale non siamo più riusciti a fare quello che facevamo prima». Certamente una squadra che nutre determinate ambizioni nei piani alti della classifica non può gettare in questo modo una vittoria che sembrava ormai in cassaforte: «È accaduto un episodio che ci ha messo in difficoltà ma non dobbiamo piangere. Il Palermo deve gestire meglio le emozioni. C’è solo da continuare a lavorare con la consapevolezza che in alcuni frangenti la squadra ha le caratteristiche che io chiedo nello sviluppo della manovra in fase offensiva: ampiezza, profondità e attacco giusto degli spazi per avvicinarsi in un determinato modo alla porta avversaria».
Il gol dell’illusione, quello che inconsciamente ha indotto i rosanero a credere di avere messo sul match il punto esclamativo, è stato il momentaneo 2-0 di Nicola Valente al 41′ del primo tempo: «Neanche noi riusciamo a capire cosa sia accaduto considerando che nel primo tempo, che a mio avviso è stato mostruoso e nel quale potevamo fare anche tre o quattro gol, eravamo noi i padroni del campo – ha sottolineato l’esterno offensivo – i dieci minuti di blackout all’inizio del secondo tempo ci devono fare riflettere e devono servirci da lezione perché una squadra come la nostra non può permettersi certi sbandamenti. Nello stesso tempo, però, è anche giusto non abbattersi e guardare avanti con fiducia cercando di prendere da questa partita gli aspetti positivi».
Esercizio, quest’ultimo, più facile nel caso specifico per il Messina per le modalità con le quali, nella ripresa, in dieci minuti ha creato i presupposti per la rimonta grazie ai gol di Tiago Goncalves, con una parabola sul secondo palo che ha ingannato Pelagotti e disegnata al culmine di una ripartenza, e Marginean, autore del definitivo 2-2 con un colpo di testa sugli sviluppi di un calcio d’angolo. «Durante l’intervallo ho detto ai miei giocatori che non potevamo concedere tutto ai nostri avversari rimanendo passivi e senza rispondere – ha dichiarato il tecnico giallorosso Ezio Raciti – ho chiesto di giocarsi la partita e di uscire alla fine dal campo dopo avere dato tutto e senza avere alcun tipo di rimpianto. Con questo atteggiamento, in un secondo tempo in cui io metterei più in evidenza i meriti del Messina piuttosto che i demeriti del Palermo, abbiamo ristabilito la parità e conquistato un punto che in vista dei prossimi appuntamenti ci dà fiducia e consapevolezza».
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