Derby dai due volti, Catania batte Trapani in rimonta Marcolin: «Una piccola soddisfazione personale»

Come avvenuto al provinciale di Erice, all’andata, l’incontro al Massimino tra Catania e Trapani si è svolto in un clima ben diverso rispetto a quello che i tifosi d’entrambe le squadre erano soliti associare alla parola derby. Un’atmosfera estranea alla fibrillazione che accompagna le sfide col Palermo, di cui sia la tifoseria catanese che quella trapanese sono rivali anzitutto per ragioni di campanile. La rivalità, in questo scontro, è invece stata solo agonistica. Sul campo, i giocatori delle due squadre s’affrontano per guadagnare punti importantissimi al fine di raggiungere la salvezza in B. Fuori dal Massimino, e poi sugli spalti, i tifosi hanno sostituito i tipici sfottò con le strette di mano, lo scambio di sciarpe e le chiacchiere sui comuni sogni di gloria, alimentati e poi infranti.

I circa 17mila spettatori presenti, ottocento circa provenienti da Trapani, non valgono il tutto esaurito ma sono certo una cornice di pubblico invidiabile per la serie cadetta. Ad ammirarla c’è pure il presidente della Lega serie B ,Andrea Abodi. Avvistato a bordocampo, prima dell’inizio della partita, parlotterà a lungo col presidente del Catania Antonino Pulvirenti e col direttore sportivo del Trapani Daniele Faggiano. Poi la parola passa al terreno di gioco, per quelli che saranno 90 minuti ricchi di emozioni, sorprese, imprevisti e significato specie per la classifica. 

È il Trapani a partire più forte. La squadra di Serse Cosmi è caparbia sin dal primo minuto, pressa il Catania e conquista il centrocampo. I rossazzurri, schierati con un undici votato all’attacco, non riescono quasi mai a venire fuori dalla propria metà campo, pasticciano nell’impostare la manovra e soffrono le avanzate degli avversari sulle corsie laterali. Da uno spunto sulla destra, arriva il cross che intercettato dal braccio di Rinaudo vale il rigore per gli ospiti. A trasformarlo, spiazzando Gillet, è l’ex della sfida, il difensore Terlizzi. All’ottavo minuto il Trapani guadagna il vantaggio che conserverà fino all’intervallo. All’ingresso negli spogliatoi piovono sonori i fischi per la squadra di Dario Marcolin, che pur senza migliorare nel gioco aveva sfiorato due volte il pareggio.

Al fischio che segnala la ripresa, il canovaccio della sfida cambia. I rossazzurri paiono trasformati, in meglio, così come gli avversari, in peggio. Bastano sei minuti perché il risultato venga rovesciato. Al minuto 49, deviazione sottomisura di Schiavi, in gol, su corner di Rosina. Al 52mo Terlizzi segna il nuovo vantaggio, ma stavolta per il Catania. È fortuito ma determinante il rimpallo sul pallone sul piede dell’ex rossazzurro, che spiazza il suo portiere. Al minuto 60 altro episodio chiave, l’espulsione del granata Ciaramitaro. Il Catania capitalizza immediatamente la superiorità numerica, Castro segna il 3-1. Il Trapani, che deve piangere tanto sull’approccio inconsistente al secondo tempo, becca anche la quarta rete. Al 91mo Del Prete coglie la traversa. Schiavi è lesto a correggere la ribattuta in rete, di testa. Oltre alla prima rete in maglia rossazzurra, il difensore firma così la prima personale doppietta tra i professionisti. I fischi dell’intervallo, a fine gara si trasformano in applausi ed in un coro che risuona dalla curva nord: «Noi vogliamo gente che lotta».

In classifica il Catania compie un balzo importante. Scavalca quattro squadre e, dal terzultimo posto che l’avrebbe virtualmente proiettato per direttissima in C, approda in piena zona salvezza. Gli etnei, con un punto di margine sulla zona retrocessione, hanno messo sotto Crotone, Pro Vercelli, Virtus Entella, Cittadella, e hanno agguantato il Latina a quota 41 punti. Proprio la formazione laziale sarà l’avversaria che il Catania affronterà il prossimo turno, in trasferta.

A fine gara, l’allenatore del Catania è soddisfatto della gara offerta dai suoi ragazzi. «Il Trapani c’ha messo in difficoltà, soprattutto quando abbiamo sentito addosso il peso della classifica – spiega Marcolin – La partita è cambiata negli spogliatoi, quando ho detto ai ragazzi che sarebbero dovuti rientrare in campo per aggredire l’avversario e fare loro la gara». Il gol del pareggio, quasi immediato, ha fatto da miccia «ha svegliato la squadra, a partire dai giocatori di maggiore talento. Sono stati loro a suonare la carica per tutti gli altri e cambiare così la partita». Il piazzamento è migliorato parecchio, «giocare con una classifica pericolante è difficile. Stiamo migliorando e, grazie al lavoro svolto in settimana, stanno venendo fuori i valori di questa squadra. Per continuare a fare bene bisogna pensare solo a lavorare. Essere riuscito a fare coesistere Calaiò, Maniero, Rosina e Castro è una piccola soddisfazione personale».

Marco Di Mauro

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