Delio Rossi, parole che sanno di addio «Dispiace non avere finito con i playoff»

Ad aprile aveva firmato per soli due mesi quando è stato chiamato da Rino Foschi per sostituire Roberto Stellone. Dal 30 giugno Delio Rossi sarà ‘libero’ e, interpretando anche le parole pronunciate dal dg Lucchesi che in queste ore ha ribadito più volte il fatto che in casa Palermo è iniziato un nuovo percorso, non proseguirà la sua esperienza sulla panchina rosanero.

«Mi dispiace non aver potuto portare a termine il mio incarico nel migliore dei modi e non aver dato la possibilità a questi ragazzi di giocare quello che avevano meritato sul campo – ha dichiarato il tecnico di Rimini in un’intervista rilasciata al sito ufficiale – devo dire grazie alla gente, sono andato via come uno di casa e sono tornato allo stesso modo. Vedere trentamila persone allo stadio nella partita con il Cittadella, persone che avevo lasciato con l’Inter (in occasione della finale di Coppa Italia a Roma nel 2011, ndr), significa che c’era anche un investimento nell’affetto, una stima nei miei riguardi e nei riguardi di questi ragazzi. Secondo me da lì bisogna ripartire. Cosa significano per me Palermo e il Palermo? Sono arrivato (nel 2009, ndr) in una città e in una regione che non conoscevo. All’inizio c’era un po’ di diffidenza ma la gente è riuscita a scindere l’ambito lavorativo dall’aspetto umano e mi ha sempre apprezzato per quello che sono come professionista e come persona Delio Rossi e questo per me è molto importante. Motivo per cui non me la sono sentita di dire no quando mi hanno richiamato. Palermo per me vuol dire stima, rispetto. A questo proposito – ha aggiunto – ci sono persone che nel momento in cui ricevono stima e rispetto si siedono pensando di avere avuto tutto e altre che, invece, proprio per questa ragione sono incentivate a dare ancora di più».

Rossi traccia anche un bilancio della sua ultima parentesi rosanero caratterizzata da una vittoria e tre pareggi e culminata con il match casalingo con il Cittadella: «Il mio bilancio è molto parziale perché manca la parte finale. In dieci giorni abbiamo giocato quattro partite, soprattutto con una squadra che probabilmente aveva qualche problema dato che c’è stato un cambio di allenatore. Devo dire, in ogni caso, di avere avuto la fortuna che questi ragazzi si sono legati a me immediatamente». Ragazzi che non hanno potuto disputare i playoff in seguito alle vicende giudiziarie che hanno coinvolto la società: “E’ arrivata questa sentenza. Da uomo di campo faccio fatica a commentare qualcosa che è stato deciso da un Tribunale, dico solo che i campionati dovrebbe deciderli il campo e infatti mi dispiace che non abbiamo avuto la possibilità di disputare i playoff sul campo. Dopo una sentenza molto gravosa per il Palermo (la serie C sancita dal Tribunale Federale Nazionale, ndr) è arrivato un provvedimento più mite che dà al Palermo la possibilità di ripresentarsi nel migliore dei modi nel prossimo campionato cadetto».

Il club di viale del Fante, in ogni caso, ha già voltato pagina ed è pronto a dare impulso ad un nuovo ciclo. Ad un nuovo progetto nel quale, salvo novità, non rientra neanche Mato Jajalo. L’indizio social «Grazie amici, ci mancherete» che su Instagram ha dato la moglie del centrocampista prendendo spunto dalla festa a tema rosanero organizzata all’Istituto Gonzaga per i loro figli conferma, tra le righe, che dopo quattro anni e mezzo le strade del bosniaco (in scadenza di contratto a giugno) e della società stanno per separarsi. Diverse le prospettive dei palermitani Accardi e Mazzotta, due profili che a differenza di Jajalo potrebbero far parte del Palermo 2.0: «Felice di avere mantenuto la categoria – ha scritto il primo – con l’augurio che questa città e questi tifosi possano festeggiare ciò che meritano veramente». Gli fa eco l’esterno sinistro: «Quest’anno ho esaudito tutti i miei desideri calcistici: giocare per la squadra della mia città, il gol nel mio stadio (nella gara con la Cremonese, ndr), l’ultima partita con quasi 30 mila tifosi e vi posso garantire che all’uscita dal tunnel ho provato un’emozione che non si può spiegare. Adesso ricarichiamo le forze e da luglio si torna in campo per riportare questa piazza dove merita».

Antonio La Rosa

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