Basta dare uno sguardo ai numeri per capire il tipo di esame che dovrà sostenere il Palermo in questo weekend. La Roma, avversaria dei rosanero domani sera all’Olimpico nel posticipo della nona giornata di campionato, ha il migliore attacco della serie A (19 gol) e in casa finora ha sempre vinto in campionato: non ci poteva essere trasferta «peggiore» per la formazione di De Zerbi terzultima in classifica. I rosa, reduci dalla sconfitta interna per 4-1 con il Torino, dovranno compiere un’impresa per contenere l’onda d’urto della corazzata giallorossa che, al di là del rendimento del Milan, imponendosi sabato scorso al «San Paolo» contro il Napoli ha legittimato l’etichetta di anti-Juve. I numeri, tuttavia, non dicono tutto e non spiegano, ad esempio, i motivi per i quali la formazione di Spalletti a volte ha dei cali di concentrazione che vanificano il lavoro svolto durante una partita: gare praticamente vinte non sono condotte in porto a causa di preoccupanti blackout (è successo a Cagliari in campionato e giovedì in Europa League tra le mura amiche in occasione del rocambolesco 3-3 contro l’Austria Vienna) e la squadra perde le proprie coordinate se gioca sotto ritmo.
E’ una mission impossible, dunque, solo sulla carta. Dal punto di vista statistico, peraltro, i capitolini dovranno fare i conti anche con il trend positivo del Palermo formato trasferta. La Roma incrocerà domani l’unica squadra imbattuta finora in campionato fuori casa e con la seconda migliore difesa esterna (3 gol subiti). E non è un caso che i rosa abbiano costruito una serie utile lontano dalle mura amiche che dura da sei partite tra vecchia e nuova stagione. Significa che fuori casa la squadra sa orientarsi e che, a prescindere dal coefficiente di difficoltà dell’impegno (brilla nel curriculum stagionale l’1-1 maturato a San Siro contro l’Inter il 28 agosto), riesce a dare del filo da torcere all’avversario. Non regge, oltretutto, la teoria secondo la quale il Palermo rende meglio fuori casa perché trova più spazi e può sfruttare le ripartenze contro formazioni votate all’attacco. La filosofia di De Zerbi prevede dei concetti che valgono sia in casa che fuori e si basa su un calcio propositivo. L’idea è chiara: deve essere un Palermo impostato per fare sempre la partita. Un input che, al netto del valore dei giallorossi, il tecnico manderà ai suoi giocatori anche domani sera. «Dovremo fare la partita con coraggio ma con maggiore attenzione alla fase difensiva rispetto alla gara con il Torino, match nel quale ci sono state cose positive ma anche delle sbavature che non dovremo ripetere – ha sottolineato De Zerbi – vorrei che la squadra esprimesse un calcio propositivo ma anche equilibrato. Sono soddisfatto e sono sicuro che prima o poi arriveremo al punto che abbiamo individuato ma, se non si è convinti, allora non sono io l’allenatore giusto. Ho fatto degli errori e continuerò a farli, in termini di scelte, ma questa è l’unica strada che conosco».
Sono 23 i convocati. Semaforo verde per Nestorovski. L’attaccante macedone, infortunatosi al ginocchio destro giovedì durante la partitella a ranghi misti in porzione ridotta del campo, è regolarmente a disposizione e domani sarà nell’undici titolare. In attacco, reparto in cui in ottica turnover potrebbero trovare spazio Sallai e Bouy, sono out invece Trajkovski, Bentivegna e Balogh. La risonanza magnetica a cui si sono sottoposti ieri il jolly offensivo di Sciacca e l’attaccante ungherese hanno evidenziato rispettivamente una lesione di secondo grado al bicipite femorale sinistro e una «lesione trabecolare della prima testa metatarsale». Scelte obbligate, inoltre, in difesa. De Zerbi dovrà fare a meno di Gonzalez (lesione di secondo grado dell’adduttore lungo) e Rajkovic, alle prese con qualche problema di respirazione in seguito alla frattura al setto nasale subita lo scorso 18 settembre e con una infiammazione al ginocchio. All’Olimpico, la linea a tre dovrebbe essere formata da Cionek, Goldaniga e Andelkovic.
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