«È la prima volta che affronto la Juve e non posso sapere come si affronta nei dettagli. È la squadra più forte del campionato e dunque sarà una partita prettamente difensiva. Spero però che noi avremo anche la voglia di non subire soltanto, perché altrimenti non avrebbe senso giocare». Il tecnico del Palermo, Roberto De Zerbi, presenta così la sfida contro i campioni d’Italia, in programma domani al Barbera alle ore 18,00. Il tecnico non vuole fare differenze tra questo match e altri che ha disputato in passato: «La vivo con la stessa serietà, professionalità ed entusiasmo. Era dura giocare anche con la Juve Stabia, i valori però sono proporzionali. Alleno anche una squadra diversa rispetto a quella che guidavo l’anno scorso».
In molti penseranno che i siciliani, domani, non avranno nulla da perdere. Concetto, però, che non appartiene al modo di fare di De Zerbi: «Il concetto di una squadra che non ha nulla da perdere non mi piace, ma non per presunzione. Non mi piace perché inconsciamente ci si crea degli alibi e non mi piace una squadra che scende in campo delle attenuanti. Noi non potremo fare la partita, ma dobbiamo fare qualcosa che ci spinge ad andare oltre. Dentro di noi dobbiamo avere una speranza o un sogno, chiamiamolo come volete…». I siciliani sono reduci dai quattro punti conquistati nelle trasferte contro Crotone e Atalanta, impegni ravvicinati che hanno permesso al tecnico di chiamare in causa interpreti diversi: «Questa è una squadra dove a parte due o tre giocatori, sono tutti dello stesso livello. Uno dei miei obiettivi è quello di far sentire tutti importanti e tutti protagonisti. Chi andrà in panchina, dovrà sostenere i compagni. Questo è lo spirito che voglio dalla mia squadra. Tanti giocatori sono alle prime esperienze con questa categoria e con questo tipo di squadre».
Il pericolo, adesso, è quello di montarsi la testa, ma anche qui De Zerbi placa subito gli animi: «Io spero – spiega il tecnico – che i punti che abbiamo ottenuto siano già stati cancellati nella nostra testa. Dobbiamo mantenere lo spirito e aumentare la fame, la voglia, la cattiveria e il coraggio, che è quello che ci ha permesso di vincere a Bergamo. Rispetto a Pescara, l’abbiamo cercata e voluta di più». Stessa cosa vale per Nestorovski, che ha portato in dote al Palermo gol e punti pesanti nelle ultime uscite. De Zerbi non fa nomi, ma avvisa subito i suoi ragazzi: «Se dopo due gol e dopo quattro punti, qualcuno pensa di andare al di fuori del lecito, non ha capito nulla. È meglio che si svegli subito e si rimetta in riga».
Passando all’avversario, il tecnico non ha dubbi: «La Juve è la favorita numero uno per lo scudetto, si sono rinforzati tantissimo in estate. Per quanto riguarda il Palermo, mi dispiace non potere allenare con continuità perché si gioca ogni tre giorni. I ragazzi però si stanno mettendo a disposizione. Sono sempre più convinto delle qualità di questa squadra. Magari oggi si tratta più che altro di potenzialità, ma queste potranno venire fuori». Nonostante la forza e la pericolosità dell’avversario, De Zerbi non vuole un Palermo che parta sconfitto in partenza: «La Juve è la Juve, ma al di là di come andrà la partita domani, la mentalità di una squadra si deve costruire sempre, quindi anche contro i campioni d’Italia. Non si può avere una mentalità di un certo tipo e poi averne un’altra nella partita successiva. Il Siviglia ha portato 13 volte la palla nell’area di rigore della Juve e la Fiorentina 22 volte. Questo dimostra la difficoltà della partita di domani».
Per quanto riguarda la formazione, il mister ha annunciato diverse novità e fa anche il conto degli infortunati: «In questo momento non abbiamo Trajkovski, Quaison e Diamanti non è al 100 per cento. La spinta di Aleesami e Rispoli in fase offensiva ci dà qualcosa in più. Io devo cercare di mettere i giocatori nelle condizioni ideali per loro. Questa squadra però può giocare anche con quattro difensori, di cui due terzini, Aleesami e Rispoli». A proposito del capitano, De Zerbi spiega che il suo utilizzo dipenderà anche dal parere dello staff medico: «Diamanti se non rischia infortuni muscolari gioca. Se lo staff medico, invece, dovesse dirmi che rischia qualcosa, non giocherà. Vedrete qualcosa di diverso negli undici, rispetto a Bergamo ci saranno diverse variazioni perché credo in tutti». L’uomo più pericoloso della Juventus è senza dubbio Gonzalo Higuain, autore lo scorso anno di ben 36 gol. Il Palermo, però, non sta preparando nessuna trama difensiva particolare: «Non credo ci sia una ricetta contro Higuain – conclude il tecnico –, il campo ha detto che non esiste. A livello tattico si può fare tutto quello che si vuole contro queste squadre, ma quello che conta di più è lo spirito».
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