DI FATTO, FACENDO FUORI TUTTI I DIRIGENTI DEL PD SICILIANO DAL GOVERNO NAZIONALE, L’ATTUALE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO HA ‘INCORONATO’ IL SUO DELFINO ‘MONARCA ASSOLUTO’ DELLA NOSTRA ISOLA. CON UNA REGIONE FALLITA E’ A LUI CHE CI SI DOVRA’ RIVOLGERE PER AVERE QUALCOSA DA ROMA
Magari è vero quello che abbiamo scritto ieri sera. Magari il nuovo capo del Governo, Matteo Renzi, ha sacrificato la Sicilia su imput del parlamentare nazionale, Davide Faraone, pronto a sostituire Rosario Crocetta alla guida della Regione dopo un non improbabile commissariamento della Regione siciliana.
Purtroppo – più per la Sicilia che del Governo Crocetta – lo scenario non è fantapolitico. Tra qualche giorno saranno passati due mesi dalla ‘bocciatura’ della Finanziaria regionale 2014 e ancora non si intravede la benché minima ombra di una manovra bis. Il tutto mentre mezza Amministrazione regionale è senza soldi.
Certo, Crocetta è stato bravo – con la connivenza di alcune organizzazioni sindacali – ad ad ‘anestetizzare’ la Sicilia. Ma, dalla prossima settimana, dovrebbe iniziare il ‘risveglio’ dalla lunta anestesia sociale.
Soldi, per la Sicilia, continuano a non essercene. E ieri è arrivata anche la beffa. Non solo l’umiliazione di una Sicilia fuori dal Governo Renzi – i due sottosegretari del Nuovo centrodestra, Simona Vicari e Giuseppe Castiglione potranno risolvere i problemi di Angelino Alfano, non quelli della nostra Isola – ma anche una Regione che viene depredata da Roma di circa un miliardo di euro (questo lo ‘scippo’ di quest’anno per fare quadrare i conti dell’Italia del Fiscal Compact e del Two Pack, quasi uguali allo ‘scippo’ del 2013, pari a 914 milioni di euro). Proprio mentre il Governo Renzi salva Roma dal dissesto finanziario.
In pratica – questa è la verità – una parte dei soldi scippati dal Governo nazionale alle famiglie e alle imprese siciliane nel nome di un’Unione europea sempre più fallimentare – una parte serviranno a pagare i debiti dei romani. Mentre in Sicilia si continuerà a fare la fame.
Questi sono i fatti, nudi e crudi.
L’unica novità politica è che la Sicilia – ormai sotto il tallone del Governo Renzi – ha un nuovo, unico padrone: Davide Faraone. E’ a lui, infatti, che si dovrà rivolgere chiunque avrà bisogno di qualcosa dal nuovo Governo nazionale. Di fatto. il nuovo Presidente del Consiglio ha creato un nuovo ‘vicerè di Sicilia’.
In questo, Renzi, somiglia tanto a un altro celebre politico italiano che, alla fine degli anni ’50 del secolo passato, proprio come il Sindaco di Firenze, controllava tutta l’Italia. Si chiamava Amintore Fanfani e ricopriva, contemporaneamente, la carica di capo del Governo, segretario del Partito (che allora era la Dc) e Ministro degli Esteri. Guarda caso, Fanfani era toscano come Renzi (per la precisione, si Arezzo). E, come l’attuale segretario nazionale del PD, era un po’ ‘dittatore’.
Per la Sicilia anche Fanfani aveva scelto un ‘vicerè’: si chiamava Giuseppe La Loggia che, poco dopo l’ascesa di Fanfani a Roma, diventerà presidente della Regione siciliana: proprio il ruolo che vorrebbe andare ad occupare Faraone.
Che fine faranno Fanfano e La Loggia ve lo raccontiamo più tardi…
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