Dati del monitoraggio, Sicilia tornerà in zona arancione «Fase delicata». Regione ipotizza una stretta maggiore

Sarà un ritorno alla fascia di rischio arancione. Questo lo scenario per la Sicilia secondo gli ultimi dati del monitoraggio pubblicati dall’Istituto superiore di Sanità e dal ministero della Salute. L’isola però potrebbe anche ritrovarsi in una sorta di zona rossa, almeno seguendo le indicazioni del comitato tecnico scientifico regionale finite sul tavolo del governatore Nello Musumeci. Sono quindi ore di attesa per la doppia decisione che arriverà in serata. In ambito locale c’è infatti la possibilità per le Regioni di imporre misure più restrittive rispetto a quelle del governo centrale. I dati contenuti nel rapporto coprono il periodo dal 27 dicembre al 3 gennaio. Scorrendo schemi e tabelle, con gli ormai noti 21 indicatori, alla Sicilia viene affiancato un indice di trasmissibilità del virus pari a 1,04, che significherebbe zona arancione. Per andare in fascia gialla le Regioni devono infatti avere un valore sotto l’1. Con un valore pari o superiore a 1,25 ci sarà la stretta maggiore con l’inserimento in fascia rossa

A livello nazionale l’indice di contagio generale è tornato sopra l’1 dopo sei settimane. «L’epidemia si trova è in una fase delicata che sembra preludere a un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane – si legge nel documento diffuso in questi minuti dall’Istituto superiore – qualora non venissero definite ed implementate rigorosamente misure di mitigazione più stringenti. Questo avverrebbe in un contesto di elevata incidenza con una pressione assistenziale ancora elevata ed in crescita in molte Regioni».

Dall’inizio del 2021 la Sicilia conta 9000 positivi e 217 morti a fronte di 54.382 tamponi. Nell’ultima settimana del 2020 gli infetti erano stati 5767 con 173 pazienti deceduti e 46.445 test processati in laboratorio. In queste ore l’argomento maggiormente battuto è quello relativo al rientro a scuola. Molti sindaci, da Catania a Palermo, hanno deciso in autonomia con apposite ordinanze di fermare il rientro in aula fino a lunedì 11 gennaio. Mentre bisognerà aspettare il 16 gennaio per il nuovo Dpcm da parte del governo. A livello nazionale, passate i continui cambi di colore delle festività, fino al 15 gennaio è valido il decreto legge pubblicato in Gazzetta ufficiale il 5 gennaio. Nel testo per il fine settimana del 9-10 gennaio prevede l’inserimento di tutto il territorio nazionale nella cosiddetta zona arancione. Il testo prevede inoltre che nelle scuole secondarie di secondo grado l’attività didattica riprenderà in presenza, per il 50 per cento degli studenti, a decorrere dall’11 gennaio 2021.

Su quest’ultimo punto il comitato tecnico scientifico regionale è stato chiaro chiedendo lo stop alle lezioni in presenza fino al 31 gennaio. Questo «a prescindere dal livello di rischio in cui verrà inserita la Sicilia a livello nazionale», si legge nel documento finito sul tavolo del presidente della Regione Musumeci. Per le altre scuole l’indicazione generale è quella di adottare la didattica a distanza lasciando comunque ai sindaci la possibilità di aprire o chiudere in base all’andamento dei contagi e al continuo confronto con le aziende sanitarie locali di riferimento. L’eventuale mantenimento della zona arancione, ma bisognerà comunque tenere conto delle eventuali strette della Regione, imporrebbe la chiusura di bar e ristoranti con possibilità di asporto e domicilio, sempre mantenendo il cosiddetto coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino. In zona arancione si può circolare liberamente all’interno del proprio Comune. Per uscire dal Comune, invece, è necessario avere delle ragioni legate al lavoro, alla salute o alla necessità, che dovranno essere sempre comprovate attraverso il modulo di autocertificazione.

Redazione

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