Dario Greco, la nuova stagione del cantautorato «Il primo disco? Lo finanzio col crowdfunding»

Dario Greco, professione cantautore. «Si spera», dice lui. Qual è lo stato dell’arte del cantautorato emergente nel sottobosco catanese? C’è la strada già percorsa (anche con successo) da molti musicisti: fai la valigia, prendi un monolocale sui navigli di Milano e insegui un’etichetta. O decidi di non lasciare la tua terra. E se questa è la Sicilia, allora, devi farti venire un’idea. Nasce così il progetto di Dario Greco che dopo vent’anni di musica nelle cover band, vuole far sentire le sue canzoni.
L’obiettivo è raggiungere la soglia dei tremila euro per finanziare la produzione e la distribuzione del suo primo album da solista e lo strumento è MusicRaiser, la piattaforma di crowdfunding italiana creata da Giovanni Gulino (voce dei Marta sui tubi) e dedicata esclusivamente alla musica. 

Saranno i fan a finanziare i progetti musicali in cui credono. Realizzato l’album, per ringraziare i sostenitori, il cantautore siciliano ha promesso dediche personalizzate, riconoscimenti scritti, foto e spettacoli home session. «Un ragazzo di Milano ha dato un contributo di 500 euro perché gli piace il progetto, perché ci crede. Ecco, con la mia band stiamo già organizzando una trasferta per un’esibizione in casa sua», racconta Greco.
Ha studiato voce e canto a Catania e tra le sue collaborazioni ci sono i nomi di Mario Venuti, Alessandro Mannarino, Mario Incudine e i Lautari, amici e colleghi musicisti per cui ha cantato nei rispettivi album. Adesso è in giro per presentare il nuovo spettacolo di inediti «…e, intanto, io scrivo canzoni». 

I brani sono stati scritti negli ultimi 16 anni e lui stesso definisce la raccolta una sorta di «best of». «Sono pezzi di vita vissuta», sostiene.
Non è un caso che il brano a cui è più legato sia l’unico scritto in siciliano, Davanti c’è u mari, che racconta di partenze e saluti vissuti davanti alle onde: «Mi emoziona sempre cantarla, a ogni esibizione mi rendo conto che sono parole e suoni che coinvolgono la gente».
Non ha mai lasciato Catania, se non per portare in giro la sua musica: «La vita ha voluto che restassi qui, per i legami affettivi, professionali, e questo non mi dispiace», continua. 

L’artista spiega che nel capoluogo etneo, in questi anni, si sono fatti dei passi avanti con la musica live e che c’è maggiore selezione nell’offerta, ma che ci sono molte difficoltà nel dare spazio alla musica inedita, perché le cover band danno più garanzie.
La sua campagna, della durata di 60 giorni, si concluderà la prima settimana di settembre, ma il cantautore siciliano assicura che anche se non dovesse essere raggiunto il tetto sperato l’album si farà. «Suonerò finché mi divertirò. Questi mesi di progetto mi hanno dato l’energia e l’entusiasmo per continuare, avevo bisogno di una spinta e sono certo che adesso non mi fermerò». Sentiremo, quindi, se restare si può.

Flavia Musumeci

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