Dall’Etna al Tibet in mountain bike Il grafico con la passione per la bici

Di giorno lavora come graphic designer nel suo studio di Acitrezza, di notte organizza viaggi. Sceglie i percorsi, individua i luoghi dove fermarsi e l’attrezzatura necessaria, segna sulla mappa i corsi d’acqua, incrocia le informazioni delle guide Lonely Planet con quelle trovate nella rete, guarda tutto in anticipo su Google earth. Alla fine, Fabio Consoli prende la sua bici e il suo moleskine e parte. Patagonia, Belgio, Francia, Marocco, Irlanda, Uganda, Tibet, New Jersey, California ed Alaska. Decine di migliaia di chilometri, dall’estremo sud al profondo nord del mondo, percorsi in bicicletta, solo o in compagnia dell’amico e collega Fabio Faranda.

«Più che una scelta, è un bisogno; riscoprire il gusto di andare piano, di godere di ogni attimo», spiega Consoli, che dal 2008 ha associato i suoi viaggi al progetto Cycling for children, un modo per raccogliere fondi per i bambini disagiati, in collaborazione con enti certificati come il Ciai, il Centro italiano aiuti all’infanzia. Mentre alcuni suoi schizzi, realizzati sui moleskine nei momenti di pausa, sono stati selezionati dalla rivista americana How books e verranno pubblicati il prossimo gennaio all’interno di una raccolta internazionale di disegni.

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Fabio è tornato qualche settimana fa dal suo ultimo viaggio sull’altopiano del Tibet. «Il sogno della mia vita – spiega –, ha richiesto molta preparazione, sia logistica che fisica. Siamo partiti da Chengdu, a quota 400 metri e ci siamo inerpicati fino a Derge, città del Sichuan, a cinquemila metri. E sopra i quattromila metri è dura salire anche due gradini, figurarsi andare in bicicletta. Peccato non essere riusciti ad entrare proprio nella Repubblica tibetana, ma si può fare solo con una guida cinese». Il viaggio è durato 21 giorni. «Un po’ meno rispetto ai precedenti, perché sto per diventare papà». Fabio ha 35 anni, un passato da judoka professionista con partecipazioni e vittorie a diversi trofei internazionali e un periodo di formazione professionale prima a Londra, all’University of Arts, e poi a New York, presso la School of visual Arts di Manhattan. «Se fossi rimasto negli Stati Uniti avrei sicuramente guadagnato di più come graphic designer – sottolinea – ma non m’interessa la carriera, restare a Catania è stata una sfida. Qui la qualità della vita è superiore. Lo so che siamo sempre agli ultimi posti nelle classifiche nazionali, ma per me che amo andare in bici tutto l’anno arrivare in cima all’Etna o allo Stromboli è un’emozione impagabile».

L’incontro, un colpo di fulmine, con la mountain bike arriva nel 2003, dopo che un grave infortunio lo costringe ad abbandonare il tatami. I primi viaggi lo portano nel nord Europa, poi negli Stati Uniti. Quindi nel 2008 percorre 15mila chilometri in sella alle due ruote, tra la Patagonia e l’Alaska, i due estremi del continente americano. Nessuna auto d’appoggio, nessun telefono satellitare. «Carico il necessario sulla bici che diventa un piccolo fiorino». Ieri Fabio ha presentato alla Feltrinelli di Catania il suo secondo libro, «Mzungu, un safari a pedali sotto il solleone», il resoconto del suo viaggio da uomo bianco (è questo il significato di mzungu) in Uganda, Africa subsahariana. «È un libro divertente – spiega l’autore – ho voluto raccontare i sorrisi del popolo ugandese, che trasmette positività anche nei momenti più disperati». La pubblicazione è a cura della nuova casa editrice catanese Malcor D’Edizione, nata dall’impegno e dalla costanza di Manlio D’Urso. Il libro di Consoli è il primo dei quattro in catalogo per il 2012. Parte del ricavato verrà destinato alla campagna del Ciai a sostegno dei bambini della Cambogia.

Salvo Catalano

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