In America, come ha spiegato qualche tempo fa su questo giornale Stefano Vaccara, gli uomini pubblici, in quanto tali, sono soggetti al controllo minuzioso da parte della stampa. Gli attacchi ai potenti sono continui. E riguardano quasi tutti gli aspetti della loro vita. A differenza di quanto avviene in Italia, i giornalisti non possono essere citati in sede civile con un’eventuale richiesta di danni. Questo perché, da quelle parti, c’è la consapevolezza che il giornalismo svolge un’importantissima funzione sociale: il controllo del potere per conto del popolo.
In America condannare un giornalista che attacca gli uomini di potere è difficilissimo. Il politico dovrebbe infatti dimostrare una sorta di organizzazione criminosa ordita contro di lui: una sorta di concerto criminale che, di solito, non attiene all’attività dei giornalisti.
In Italia il giornalismo è un po’ più debole rispetto al potere. Dalle nostre parti fioccano le denunce in sede penale e civile. Chi scrive, nel corso di oltre trent’anni di attività, ne ha subite parecchie. Ma mai, dico mai nella mia vita di giornalista mi è capitato di subire tanti insulti come quelli che mi vengono rifilati dai seguaci del candiddato a sindaco di Palermo, Fabrizio Ferrandeli.
Il nostro è un giornale democratico. Tra l’altro, Link Sicilia è un blog e, in quanto tale, dà spazio ai lettori. Noi pubblichiamo quasi tutti gli interventi, ad eccezione di quelli estremamente offensivi (e ne abbiamo ricevuti). Diamo spazio anche a quelli offensivi nei nostri riguardi e, in particolare, nei miei riguardi.
L’altro ieri e ieri, tanto per citare due esempi, abbiamo dato spazio a due comunicati stampa. Il primo – di un esponente de ‘La sinistra e gli ecologisti per Palermo – che domenica criticava la scelta di Ferrandelli di aver organizzato una grigliata per Pasquetta a base di carne. L’esponente ecologista sottolineava la sua mancanza di sensibilità verso gli animalisti.
Non l’avessimo mai fatto! Abbiamo ‘incassato’ una decina e forse più di critiche feroci. La più gentile è quella di non essere giornalisti, perché affrontare certi temi non sarebbe da giornalisti. In pratica, per fare contenti i ‘democratici’ seguaci di Ferrandelli, avremmo dovuto censurare il comunicato di un esponente della lista de ‘La Sinistra e gli ecologisti per Palermo’.
Abbiamo pubblicato tutti gli interventi arrivati in redazione, molti dei quali piuttosto offensivi. C’è un signore, ad esempio, che scrive di non leggere mai il nostro giornale come fa, aggiunge, il 99,9 per cento dei palermitani: e il bello è che scrive tutto questo mentre legge il nostro giornale! Forse siamo noi a costringerlo a leggerci? Non abbiamo questo potere, né ci interessa averlo.
Ieri abbiamo dato spazio a un comunicato di Italia dei valori. Dove si critica Ferrandelli per avere scelto quale possibile assessore al Bilancio della sua giunta un commercialista che è già stato amministratore di una società municipalizzata ai tempi dell’ex sindaco, Diego Cammarata. A questo punto un lettore ha annunciato che ci citerà all’Ordine dei giornalisti. Avremmo dovuto censusare pure un comunicato di Italia dei valori?
Da giornalista mi chiedo: tutte queste critiche feroci per aver dato spazio a due comunicati stampa? Gli amici del signor Ferrrandelli non credono di essere un po’ sopra il rigo?
Questo giornale ha criticato l’esito delle primarie del centrosinistra del 4 marzo. Non crediamo di essere stati gli unici a farlo, se è vero che il centrosinistra di Palermo, oggi, è diviso. Tra l’altro, sulle primarie del 4 marzo c’è anche un’inchiesta della magistratura. Con il procuratore della Repubblica di Palermo che ha individuato pure il tipo di reato che sarebbe stato commesso.
Detto questo, noi non abbiamo mai censurato – e non censureremo – nessuno. Il nostro Gabriele Bonafede si è recato per ben due volte a seguire gli incontri tra i candidati a sindaco di Palermo. In entrambi gli incontri era presente Fabrizio Ferrandelli. Come è possibile verificare leggendo i due servizi, Gabriele Bonefade, nei resoconti dei due incontri dei candidati con la stampa, ha dato – entrambe le volte – ampio spazio alle tesi di Ferrandelli. Più spazio rispetto a quello dato ad altri candidati, proprio perché le cose che diceva Ferrandelli risultavano interessanti per i nostri lettori.
A chiusura di queste riflessioni vorrei fare un invito ai fans di Ferrandelli. Nella vita politica e sociale capita di essere d’accordo o in disaccordo. Se gli spazi di democrazia lo consentono – e grazie a Dio l’Italia è un Paese democratico – il dissenso, invece che essere manifestato con il dileggio e l’insulto, può anche essere esternato con le idee. Il nostro è un pacato invito al confronto tra idee diverse.
Nessuno, sul nostro giornale, ha mai tolto spazio alle considerazioni, anche offensive – nei nostri riguardi – di chicchessia (nei limiti della decenza, ovviamente). E nessuno toglierà spazio agli amici di Ferrandelli che vorranno confrontarsi con noi sul piano delle idee e delle proposte politiche, sociali e culturali.
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