Dalla scuola ragusana all’Università di Città del Messico La prof: «I miei libri raccolti dal dipartimento di Italiano»

Classe 1969, ragusana, insegnante di ruolo di Italiano e Storia all’Istituto tecnico tecnologico Galileo Ferraris di Ragusa, Marinella Tumino concilia da tempo il suo lavoro con la scrittura e con gli studi personali sull’Olocausto, fondendo spesso i due percorsi. Tanto che, dopo alcune video-lezioni tenute agli studenti dell’Istituto Politecnico Nazionale-Dipartimento italiano di Città del Messico, i suoi libri – grazie anche all’intermediazione di una collega e amica modicana andata a insegnare li – sono stati catalogati e posizionati sugli scaffali della relativa biblioteca nonché dell’Istituto italiano di cultura.

Viene voglia di tornare tra i banchi, ascoltando la professoressa Tumino parlare a ruota libera e interrottamente dei suoi studenti. L’espressione «i miei ragazzi» ricorre spesso, soprattutto quando racconta di provare a stimolarli in ogni modo, come ha fatto in particolare durante i vari lockdown. «Ho creato un piccolo progetto di bellezza da portare avanti con loro – racconta – invitandoli, nei primi dieci minuti di ogni lezione, a condividere frammenti di bellezza, come leggere una poesia, suonare una canzone o condividere la foto di un tramonto. Così ricaricati, la lezione scolastica poteva iniziare».

Nella sua vita quasi tutto ruota intorno alla scuola, compresi i libri: L’urlo del Danubio, Frammenti d’anima, Trame d’inchiostro ed Oltre il cielo di Istambul, scritti tra il 2014 e il 2019, e ora a disposizione anche degli studenti messicani. Testi diversi, ma frutto di una duplice esigenza: l’urgenza di scrivere e di condividere. «L’Urlo del Danubio – spiega Tumino – tratta della Shoah e incorpora la mia prima opera, ovvero Quel treno per la Polonia, scritto nel 2011 al ritorno da un viaggio affrontato con i miei studenti per visitare Cracovia ed i lager, fino ad Auschwitz. Un’esperienza davvero forte, a tal punto da fare esplodere in me per la prima volta l’esigenza di condividere con gli altri quella scrittura che fino ad allora avevo riservato alla mia sfera personale». Un’impellenza che oggi si rivela attuale, a fronte delle violenze atroci che si stanno ripetendo in Ucraina, a causa del conflitto bellico esploso di recente. 

«Historia magistra vitae (la storia è maestra di vita, ndr) spiego ai miei studenti facendo loro comprendere che purtroppo siamo noi uomini a non voler impararla – prosegue Tumino -. La storia, infatti, si sta ripetendo in Ucraina esattamente come accaduto altrove in passato. Per questo dopo quel viaggio in Polonia, ho sentito l’esigenza di prendere per mano il lettore e portarlo lì con me». Lettore da cui la professoressa ragusana non ha escluso proprio nessuno, spedendo la sua opera fino al Quirinale e al Vaticano, da cui sono giunte due lettere di riconoscimento, di cui una scritta a mano e firmata personalmente dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Ma le parole che mi hanno colpita di più – precisa – sono state quelle di Liliana Segre, vittima dell’Olocausto, che alla ricezione del mio libro ha risposto scrivendomi: “La ringrazio anche a nome di tutte le persone che non sono tornate”».

Nel 2014 arriva il primo romanzo rosa – Frammenti d’anima – mentre nel 2015 Tumino scrive Trame di inchiostro: racconti con protagonista la donna in tutte le sue declinazioni: madre, amante, insegnante. Entrambe le opere sono stata accolte nel 2016 dal dipartimento Italiano dell’Università Sorbona di Parigi. Nel 2019 dalla penna dell’instancabile professoressa è venuto alla luce Oltre il cielo di Istanbul, che racconta la storia di un’insegnante italiana andata a lavorare in Turchia. «Il riferimento a me stessa è evidente – chiarisce -. Si tratta di un mio sogno nel cassetto, sono rimasta molto ammaliata da Istanbul e dalle sue analogie con la Sicilia: dai tramonti sul mare ai sapori ad alcuni atteggiamenti comportamentali. Non a caso nel romanzo ho dato a Greta delle connotazioni che mi appartengono, facendola comportare come avrei fatto io. Al momento – conclude – sono alle prese con un nuovo romanzo in attesa di pubblicazione». 

Antonia Maria Arrabito

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