Ieri sera il Consiglio comunale di Palermo ha approvato il piano alienazioni, uno degli atti propedeutici al bilancio di previsione insieme al Piano triennale delle opere pubbliche. Un altro passo in avanti per evitare il commissariamento. Il voto però non è andato del tutto liscio per la maggioranza orlandiana: i nuovi revisori contabili hanno bagnato l’esordio in aula bocciando l’amministrazione e l’opposizione è salita sulle barricate perché la seduta di ieri inizialmente doveva essere dedicata ai debiti fuori bilancio.
Secondo Marianna Caronia, Totò Orlando «ha invece approfittato di un’aula pressoché deserta e con alcune complicità, in evidente malafede, con un vero e proprio colpo di mano ha fatto approvare il piano per la alienazione dei beni comunali. Era stato assicurato a tutti i consiglieri che avrebbero avuto il tempo necessario per una più approfondita disamina del provvedimento che aveva registrato un giudizio negativo dei revisori dei conti». Cambio in corso d’opera del quale il presidente del Consiglio si è scusato in apertura di discussione procedendo comunque al prelievo del provvedimento dopo una rapida riunione dei capigruppo: «Stiamo compiendo un atto di responsabilità rispettando le scadenze per approvare il bilancio di previsione. Ho lasciato massima libertà ai capigruppo», ha assicurato.
Nel proprio parere il collegio dei revisori, composto da Marcello Barbaro, Calcedonio Li Pomi e Sebastiano Orlando, bacchetta l’amministrazione perché il piano alienazioni presentato in aula «non dà conto delle attività intraprese o da intraprendere per la dismissione di immobili e di quelle necessarie per gli immobili da valorizzare né delle connesse refluenze finanziarie in termini di entrate da dismissioni e/o spese da valorizzazioni». In buona sostanza i guadagni che Palazzo delle Aquile mette in preventivo saranno minimi o pressoché nulli (come del resto accaduto negli anni passati) perché gli immobili sono fatiscenti e non sono abbastanza appetibili per il mercato. A conti fatti quella dei revisori dei conti è una mera presa d’atto, anche per il poco tempo avuto a disposizione per analizzare il documento finanziario.
Concetti rilanciati dal gruppo consiliare M5S in un post su Facebook: «Ieri, in tutta fretta e ancora una volta con modalità di chiamata al voto non chiare, il Consiglio Comunale ha approvato a maggioranza il Piano delle Alienazioni e delle Valorizzazioni. La posizione del gruppo consiliare del M5S è stata contraria: questo piano manca di concretezza. Si tratta, con tutta evidenza, di un’integrazione agli elenchi presentati negli anni passati: rispetto al 2016 sono stati alienati solamente 38 immobili Erp, con un guadagno che si aggira intorno ai 300mila euro. Inoltre il documento è carente circa alcuni dati catastali e valori di immobili da alienare e nessuna notizia è contenuta nel piano su come l’amministrazione intenda valorizzare questo patrimonio». I 38 immobili Erp sono stati venduti tra gennaio 2016 e marzo 2017: restano invenduti ancora 2.606 appartamenti di edilizia residenziale popolare. Gli immobili non Erp da alienare o valorizzare sono invece 232.
«Infine, riteniamo molto grave – insistono i pentastellati – constatare che non esiste un criterio rispetto al quale un bene immobile viene definito disponibile e inserito nel piano di alienazione piuttosto che riqualificato e messo a disposizione per affrontare qualcuno dei problemi atavici di questa città come ad esempio l’emergenza abitativa o il rapporto molto penalizzante tra affitti passivi (6,9 milioni) e attivi (2,6 milioni) del Comune». Secondo i dati forniti ai grillini dall’Ufficio Patrimonio «sono 604 gli immobili di proprietà comunale attualmente in stato di occupazione abusiva, tra cui cinque asili nido (oltre a 459 alloggi Erp, 78 beni confiscati e 67 di patrimonio indisponibile, ndr). Può questa amministrazione redigere un piano alienazioni che non preveda un criterio in base al quale stabilire se rendere alienabile un immobile, piuttosto che valorizzarlo?».
In aula però l’assessore al Bilancio Antonino Gentile, dopo aver letto la sua relazione, ha difeso l’atto «che rispetta totalmente le norme giuridiche» mentre sulle occupazioni abusive ha replicato ai Cinque Stelle spostando la discussione in termini di ordine pubblico: «Le occupazioni abusive vanno risolte nell’alveo della legalità. Quello che è successo a Roma, dove l’attenzione si è spostata su una frase infelice di un agente invece che sull’occupazione abusiva di un immobile nel quartiere Tiburtino Terzo, non deve farci dimenticare che accanto a chi occupa ci sono famiglie che aspettano pazientemente una sistemazione da anni rispettando le regole. A loro cosa dovremmo dire?».
Rispetto al passato, tra gli immobili da alienare o valorizzare è stata inserita anche l’ex Chimica Arenella nell’elenco delle strutture che include già, tra gli altri, la piscina comunale, le palestre, il Velodromo, il Diamante del baseball, i mercati generali, PalaMangano, PalaOreto, l’ex macello, lo Stadio delle Palme, la pista di pattinaggio e il campo ostacoli. Ci sono anche cinque aree da destinare a parcheggio, sei chioschi (chi vorrà acquistare quello all’interno del Parco Cassarà da trasformare in un punto di ristoro?) e il Monastero della Sapienza a piazza Magione da trasformare in studentato.
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