Dal confessionale del Grande fratello ai domiciliari «Io di solito vinco tutto, voglio fare i numeri grossi»

Dal confessionale del Grande fratello agli arresti domiciliari. Tra gli indagati dell’inchiesta Mani in pasta che ha portato agli arresti di 91 tra boss, gregari e prestanome di clan palermitani c’è anche l’ex gieffino Daniele Santoianni. Rimasto nel ricordo dei telespettatori come il sosia di Riccardo Scamarcio, l’aspirante attore (classe 1981) deve rispondere adesso di concorso nel reato di intestazione fittizia di una società che rientra nella sfera economica della famiglia mafiosa dell’Acquasanta

«Molto socievole, un po’ lunatico e fin troppo schietto, Daniele è stata una delle vittime della crisi economica – si legge nel sito del Grande fratello story in cui sono conservate le schede di tutti i partecipanti al reality di Canale 5 – Ex broker per una società fallita, è stato costretto a mettersi in cerca di lavoro. “Pensavo che il mio fosse un futuro da manager, invece mi sono ritrovato a spedire senza fortuna migliaia di curricula in giro”», aveva raccontato il giovane. Prima di entrare all’interno della casa del Gf per la decima edizione del programma, Santoianni faceva il consulente per alcune società a Milano, città dove si era trasferito da Termoli (in provincia di Campobasso). «Il suo sogno è realizzarsi professionalmente».  

Un sogno, almeno per il momento, infranto. Dalle indagini della guardia di finanza, coordinate dalla direzione distrettuale antimafia di Palermo, è emerso che Santoianni sarebbe stato il titolare della Mok Caffè srl. Come socio unico e rappresentante legale, dal novembre del 2018, avrebbe reso la società attiva nel settore del commercio del caffè «agevolando – scrive il gip nell’ordinanza – l’attività dell’associazione criminale capeggiata dai fratelli Angelo e Gaetano Fontana», che da anni hanno lasciato Palermo alla volta di Milano per delocalizzare gli affari.

Stando a quanto ricostruito finora, l’ex gieffino sarebbe entrato nel giro nel corso di una riorganizzazione del business del caffè da parte della famiglia mafiosa. «Pur non avendo rapporti consolidati con esponenti del sodalizio mafioso – scrivono i giudici – è perfettamente consapevole di quale sia la caratura criminale dei soggetti che sta favorendo». In pratica, Santoianni diventa «il nuovo socio in affari dei Fontana» tramite l’intermediazione di Filippo Lo Bianco, finito in carcere nell’operazione di oggi. Accusato di essere appartenente alla famiglia mafiosa dell’Acquasanta, sarebbe stato lui a occuparsi in prima persona della gestione per conto dei fratelli Fontana delle attività commerciali nel settore del caffè torrefatto

Anche in questa fase, l’ex gieffino ha continuato a sognare in grande. «Se la qualità lui la mantiene così e il caffè si esprime così noi abbiamo fatto bingo». L’auspicio che Lo Bianco confida a Santoianni viene intercettato dagli inquirenti. «Hai visto che le mie idee sono sempre quelle vincenti?», risponde lui senza falsa modestia. «Eh lo so – dice l’interlocutore ridendo – Noi dobbiamo vincere in tutto!». Ride anche Santoianni che nella casa del Gf era rimasto per 56 giorni, arrivando ben lontano dalla finale e dalla vittoria: «Io di solito vinco. Fammi toccà! Il prossimo anno, voglio fare i numeri quelli grossi, però, perché abbiamo la struttura per farla». 

Marta Silvestre

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