Una piccola osteria, un bacareto a Venezia. Non un posto qualunque però. È un luogo che accoglie momenti di relax, di pausa. Un bicchiere di vino, qualcosa per accompagnare la bevanda, da gustare piano. Questo era il sogno di Marco Accardi e di suo padre: un luogo di ritrovo a Venezia che potesse portare un po’ di Sicilia nel piatto, anche un po’ di Palermo. Così è nato Bacarretto-Il Siciliano tra i pochi ristorantini nella Serenissima interamente gestito da siculi.
Accardi, adesso 34enne, è arrivato in Veneto nel 2007. Nonostante la scomparsa del padre, con l’aiuto della famiglia dal luglio dell’anno scorso ha dato il via alla sua attività, trenta posti «stretti stretti». All’inizio l’idea era di lavorare con preparazioni tipiche dello street food, poi il locale si è trasformato in un ristorantino. «Anche se prepariamo lo stesso panelle, arancine, pani ca meusa, melanzane a cotoletta, sfincione, e tanto altro», precisa. Venezia a livello gastronomico «è molto vicina a Palermo- racconta il titolare – qui mangiano molte frattaglie, come la milza o il fegato con la cipollata o ancora la pasta con il nero di seppia. Anche il pesce viene cucinato in agrodolce, come le sarde in saor».
Gestire un locale assorbe gran parte del tempo libero e delle energie ma il duro lavoro è stato ripagato. Il ristorantino va bene e continua ad essere a gestione familiare. Da agosto è arrivato anche il cugino del titolare. Laureato in Scienze ambientali era in cerca di lavoro a Milano. Appena la famiglia ha chiesto il suo aiuto si è trasferito subito: «Questa è stata per lui un’occasione per dare sfogo a una passione che coltivava da tempo», racconta Accardi. I piatti cucinati con semplicità con prodotti freschi, accompagnati dall’allegria e l’ironia made in Sicily, hanno attirato i turisti ma soprattutto i veneziani, e molti di loro sono diventati clienti fissi. Tra le pietanze più richieste pasta alla norma, parmigiana di melanzane, arancine, cannoli e cassate.
«Sono contento della risposta dei veneziani. Da subito mi hanno accolto bene, anche se mi avevano detto che sono molto abitudinari, ed è difficile che scelgano di mangiare in un posto diverso dal solito», sottolinea ancora e aggiunge: «Adesso mi chiedono di occuparmi anche di rinfreschi di laurea, mi ha contattato l’associazione albergatori e i proprietari di alcuni bed and breakfast mi mandano i loro clienti». Ogni mattina va al mercato di Rialto per procurarsi le materie prime fresche. La frutta la prende da chi si rifornisce dalla Sicilia. Anche il vino e la birra sono siciliani, come alcuni formaggi e la ricotta.
Un sogno che si realizza quindi per il titolare che è riuscito a mettere in pratica una «cosa che avevo in testa da sempre e che adesso sta venendo su meglio di quanto potessi immaginare». Progetti per il futuro ce ne sono molti, pensa anche «in grande» ma il Bacarretto «resterà così come l’ho pensato – conclude- un posto raccolto dove rilassarsi e godersi il proprio tempo libero».
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