Messina, la street art nelle abitudini quotidiane Il mare, Colapesce e i migranti di ieri e di oggi

Per i Messinesi è stata una vera scoperta. Una forma d’arte a molti sconosciuta che in riva allo Stretto non aveva ancora trovato la giusta collocazione culturale. Stiamo parlando della street art che, nell’ultimo periodo, è diventata la compagnia quotidiana di quanti usano i mezzi pubblici. Merito del progetto del Comune Distrart, Distretti d’arte urbana. E non solo. Nella città dello Stretto il noto artista di strada Blu ha lasciato nel 2013 un’opera imponente sulla facciata dell’ex Teatro Pinelli occupato. Ma grazie ai pennelli di artisti locali selezionati attraverso un bando comunale, la street art ha intercettato i riti quotidiani dei Messinesi, dando nuova veste alle pensiline del tram che corre lungo la città da nord a sud e si affaccia sul mare. Quello specchio d’acqua al quale sono legate le storia e le leggende della città dello Stretto fin dalla sua fondazione. Dal mito di Colapesce, Mata e Grifone, i fondatori della città, fino ad arrivare ai più recenti fatti di cronaca che vedono continui sbarchi di migranti al porto sono stati reinterpretati dagli artisti che hanno partecipato. 

Ciascuno di loro ha proposto una lettura in chiave diversa. «Come in un film, l’identità e l’essenza di chi siamo e dove viviamo ha trovato posto in queste pensiline – spiega Enrica Carnazza che si è occupata in prima persona del progetto – Agli artisti abbiamo dato delle linee guida a cui ispirarsi. Volevamo che la memoria, insieme alla tradizione, al passato e al presente diventassero linguaggi comunicativi e visibilmente attraenti». E il risultato è stato unico. Come nel caso delle due pensiline realizzate da Daniele Battaglia, in arte Vis. Qui il passato e il presente si fondono e hanno come tema comune l’immigrazione. «Ho voluto ricordare come un tempo eravamo noi siciliani, i nostri avi a lasciare tutto, salire su una barca e andare via – spiega l’artista – oggi lo fanno altri da altre terre e sperano in un futuro migliore».

Al mare si è ispirato anche Simone Caliò che ha voluto proporre una street art diversa da quella convenzionale fatta di spray o pennelli. «Ho ingigantito quattro quadri presenti nella collezione di Mare al quadrato (il titolo di una mostra, ndr) e tramite delle applicazioni adesive le ho riportate negli spazi delle pensiline». Prende spunto dalla tradizione messinese ed è legato a doppio nodo all’attualità l’opera che si trova a piazza Cairoli. Qui una delle pensiline realizzate da MaCa (nome d’arte di Manuela Caruso), trovano posto rivisitati Mata e Grifone, i giganti patroni della città. Lei bianca, lui nero che veniva dall’Africa. Una coppia mista per etnia e religione. 

L’intervento artistico di riqualificazione urbana Distrart è inserito in una rassegna sperimentale chiamata OttoeventiOltre alle pensiline del tram, altri artisti di strada hanno realizzato opere su superfici molto più estese. Ecco che un drago prende vita sulla facciata di uno dei palazzi che si affacciano sul porto nella zona della stazione marittima. E ancora, accanto a un edificio dove il noto artista di strada Blu nel 2013 ha lasciato il suo omaggio alla città, un altro writer ha dato vita a un marinaio

E c’è anche un murale che ha diviso in due la città. L’opera di NemO’s propone quattro corpi nudi sulla facciata di un edificio. Per molti oscena, l’immagine ha spinto lo stesso artista a piegarne il significato. «È dedicata a Samia Yusuf Omar, una ragazza del Mogadiscio, nata nel 1991, che nel 2007 partecipa alle Olimpiadi di Pechino diventando così un simbolo di riscatto per tutte le donne somale». Samia sogna le olimpiadi di Londra e la libertà, così decide di scappare e intraprende un viaggio di ottomila chilometri a piedi attraverso il deserto del Sahara. Dalla Libia si imbarca poi per l’Italia. «Ma Samia Yusuf Omar è annegata, a largo di Lampedusa – conclude l’artista – Without name è per lei e per tutte quelle migliaia di persone che non hanno mai raggiunto la costa, di cui non si parla mai abbastanza, di cui ci si dimentica troppo facilmente».

Tanti altri gli artisti che non hanno voluto perdere l’occasione di dare il proprio contributo alla riqualificazione urbana promossa da Distrart. Ci sono Gabriella Accardo, Nicolò Amato, Valeria Cariglia, Lorenzo Cassarà, Rosario Catrimi, Gabriella Davì, Michela De Domenico, Stellario Di Blasi, Maria Giovanna Dolcezza, Antonio Giocondo, Raimondo Gullo, Mauro Micciari, Giorgia Minisi, Roberto Miroddi, Daniele Morganti, Cinzia Muscolino, Claudio Piccini, Laura Pittaccio, Stello Quartarone, Maria Rando ed Eugenio Vanfiori.

Simona Arena

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