Current: la verità senza catene

Ieri anche in Italia Current è diventato realtà. Finalmente il canale televisivo dell’ex vicepremier USA Al Gore e di Joel Hyatt entra a far parte del bouquet dell’offerta di Sky Italia sul canale 130. Ma cos’è Current e cos’ha di diverso da un qualunque canale televisivo? I più smaliziati forse avranno già avuto modo di conoscerlo durante questi primi due anni e mezzo di attività negli States, ma per la stragrande maggioranza del pubblico italiano rimane una novità assoluta.

La differenza sostanziale è che Current non si basa su trasmissioni televisive vere e proprie, bensì sui cosiddetti pod, brevi filmati di durata compresa tra i 2 e i 10 minuti che spaziano sulle tematiche più diverse: musica, politica, ricette di cucina, letteratura e potremmo nominarne all’infinito. Questi pod vengono riprodotti a rotazione, come dei video musicali, senza mai sapere cosa verrà dopo. Nel video di presentazione della nuova tv (che trovate linkato all’articolo) si spiega proprio che i pod vengono mixati come se fossero selezionati da un dj, rendendo bene l’idea dell’eterogeneità dei contenuti che si possono trovare. Potremmo dire che il palinsesto di Current è costruito in shuffle, come quando impostate la riproduzione casuale nei vostri lettori mp3. Senza dubbio questa maniera dinamica di proporre i contenuti è un punto di forza della tv di Gore, fresca di Emmy award. Negli USA Current si piazza al sesto posto fra le tv nella fascia tra i 18 e i 34 anni, e al primo in quella tra i 25 e i 34.

 

Il sito di Current

 

L’idea alla base di questo modo rivoluzionario di fare televisione consiste nel minare la supremazia della normale informazione televisiva, che nella sua forma tradizionale viene imposta dall’alto, senza possibilità di feedback da parte dell’utenza. Qui invece la tv è fatta dagli utenti, dai loro contributi ed esprime il loro punto di vista. Ora anche tu puoi dire la tua, è lo slogan di Current. Sempre televisione dunque, ma in modo nuovo, più dinamico. Sarebbe infatti sbagliato non puntare sulla capillare diffusione del mezzo televisivo. “I dati non supportano la tesi che la gente non veda la tv. La media è di 32 ore a settimana. La differenza è che, soprattutto i giovani, la vedono, tenendo d’occhio contemporaneamente lo schermo del computer e rimbalzando da uno schermo all’altro. E noi rimbalziamo con loro”, sostiene Hyatt. In più per i servizi migliori è prevista anche una retribuzione (trovate tutti i dettagli sul sito). Si vocifera addirittura che il colosso giapponese Toyota voglia cercare su Current l’idea per nuovi spot delle sue automobili. Forse non diventerete i nuovi Fellini, ma qualche soldo da parte, potreste anche metterlo.

Finora abbiamo parlato di Current solo come piattaforma televisiva, ma data la sua caratteristica multimediale, va specificato che il network offrirà i suoi contenuti anche sul web, dove una piccola comunità di frequentatori della rete, già dai primi vagiti del nuovo canale, ha iniziato a commentare e inviare i propri pod scambiandosi freneticamente le prime impressioni. Ovviamente i pod possono anche essere votati, in modo che solo i più meritevoli vadano a costituire l’ossatura del palinsesto televisivo. Il rischio di trovarsi in tv un dettagliato pod che spieghi l’efficacia del callifugo della nonna pare dunque scongiurato. Come ha sentenziato il co-fondatore Hyatt: “Si tratta di portare l’Internet intelligente in tv, non la tv stupida sugli schermi di Internet”.

Current esiste già in USA e UK, ma l’Italia è il primo paese non anglofono dove la sua dirigenza ha deciso di lanciarla. Una scommessa importante, che li ha costretti a ripensare l’offerta dei contenuti per un pubblico esigente ed attento come quello italiano. Bisogna conoscere la verità e la verità vi libera dalle catene”, ha detto Gore intervistato ieri da SkyTg24, ribadendo che Current sarà sempre libera da qualunque condizionamento politico e risponderà solo alle esigenze dei suoi utenti. In un paese dove l’informazione viene spesso accusata di essere serva di questo o quel governo, una boccata d’aria fresca ci voleva proprio. E guai a chi chiuderà la finestra.

Daniele Giuseppe Bazzano

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