È con la formula dell’«annullamento in autotutela» che il Comune di Catania ha bloccato l’iter burocratico per l’aggiudicazione di tre bandi del valore complessivo di 400mila euro. Per via del festival di arte contemporanea I Art – che nel 2015 dovrebbe animare il capoluogo etneo e altri 100 Comuni in Sicilia – erano state avviate le procedure di selezione di 32 esperti di tradizioni locali, un esperto di rendicontazione e 23 assistenti tecnici per i nascituri centri culturali polivalenti. Un totale di 56 posti di lavoro, con contratti di durata variabile dai due mesi a un anno, che dovranno essere ribanditi. Ma, fanno un passo indietro dall’amministrazione comunale etnea, con criteri meno selettivi dei precedenti.
Il 20 ottobre, il 3 e il 20 novembre 2014 la direzione Cultura e turismo del Comune ha comunicato l’approvazione di tre avvisi pubblici di selezione. Il primo riguardava gli incarichi per gli assistenti che si occuperanno, per tutto l’anno che è appena iniziato, della gestione della logistica e dell’organizzazione delle attività degli artisti che arriveranno prossimamente in Sicilia. Ventitré in totale, uno da assegnare a palazzo Platamone e altri 22 da inviare negli altrettanti Comuni parte del progetto I Art, tra i quali Piazza Armerina, Modica, Favignana, Naro, Taormina, Misterbianco e Ragusa. L’impegno di spesa complessiva era di 314.900 euro. Dei quali 24.500 come compenso per l’assistente di Catania e 13.200 per ciascuno degli altri.
Il secondo bando, il più piccolo, assegnava 18mila euro a un esperto di rendicontazione, che dovrebbe terminare il suo lavoro «entro il mese di novembre 2015». Il terzo incarico riguardava 32 «esperti di tradizioni popolari e identità locali» che si sarebbero dovuti occupare di svolgere «ricerche storico-antropologiche sulle identità territoriali a partire dal loro patrimonio immateriale […] per realizzare una mappatura del sistema delle identità locali, come anche delle celebrazioni, espressioni e saperi del territorio di riferimento». Ai 32 selezionati sarebbero spettati duemila euro, per un impegno di spesa complessivo di 64mila euro. Tutti soldi, compresi quelli delle altre due selezioni, presi dal fondo europeo per lo sviluppo regionale assegnato alla Sicilia.
Ma il 30 dicembre 2014 da Palazzo degli elefanti è arrivato lo stop. Poiché «i presupposti limitano ingiustamente la platea dei partecipanti alla selezione, in contrasto con i principi costituzionali di eguaglianza». «Ci siamo accorti in corso d’opera che la selezione era troppo stringente», spiega Valentina Noto, uno dei membri della commissione giudicatrice. I criteri troppo stringenti sarebbero quelli indicati nel bando iniziale. Cioè, per esempio, «il possesso di una laurea specialistica rilasciata secondo il vecchio ordinamento oppure una laurea specialistica o magistrale (di nuovo ordinamento, ndr) rilasciata da almeno cinque anni in materie umanistiche o scienze antropologiche», o «conoscenza della lingua inglese» e dei «principali e più diffusi software informatici e multimediali». «Gli anni dalla laurea richiesti sono probabilmente troppi – afferma Noto – Ci siamo resi conto che avremmo potuto aprire il bando molto di più, così lo abbiamo ritirato e lo ripubblicheremo». Presto, pare. Ma si tratterà di una selezione lampo: «Questo genere di incarichi non richiede la pubblicazione sulla gazzetta ufficiale e necessita di sole due domeniche di pubblicazione».
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