Studenti, operai, movimenti ambientalisti, attivisti No Muos, No Triv, cittadini contrari agli inceneritori. Sono scesi in piazza questo pomeriggio, a Palermo, per protestare contro il governo Crocetta. Si erano chiamati a raccolta sui social network, avevano fatto volantinaggio, affisso manifesti. Eppure erano circa un migliaio a sfilare in corteo per le strade del capoluogo siciliano contro le politiche del governo della rivoluzione, proprio mentre Sala d’Ercole decideva sulle sorti delle ex Province siciliane.
«Abbiamo raccolto volentieri l’appello che era stato lanciato, perché ne condividiamo i contenuti – afferma Serafino Biondo, operaio del cantiere navale di Palermo – . Al di là della condivisione della piattaforma di lancio, attenta alle tematiche del Muos, degli inceneritori, delle trivelle, abbiamo voluto rappresentare anche la nostra causa, manifestando su un tema specifico: l’assoluta assenza di politiche rivolte all’occupazione del governo Crocetta. Più volte in questi anni è stato annunciato il rilancio del nostro bacino, durante l’ultimo incontro ci era stato detto che si sarebbe chiuso l’accordo di programma entro fine anno. Invece da un lato il governo ci dice che non ci sono più fondi, dall’altro la Regione ci assicura il contrario. Il dato di fatto è che circa 150 operai a rotazione sono in cassa integrazione da novembre».
Dal teatro Massimo fino a Palazzo d’Orleans. In corteo, guidati dallo striscione Crocetta vattinni. Eccola, la «marcia popolare», come è stata definita dagli iscritti alla pagina Facebook del movimento Antudo, organizzatori della manifestazione, che per scendere in piazza hanno scelto simbolicamente l’anniversario del Vespro siciliano. La protesta che ha messo insieme diverse associazioni, sindacati e movimenti che sono arrivati a Palermo da ogni parte della Sicilia. Come Siciliani Liberi, movimento politico indipendentista fondato dal professore Massimo Costa. Nel capoluogo anche il circolo di Modica che, come spiega la portavoce Daniela Boscarino, ha scelto di unirsi allo sciopero perché «Crocetta ha dimostrato di non sapere governare questa terra. E noi sappiamo con certezza che la Sicilia ha le potenzialità per essere molto più di quello che è oggi. Chi ci amministra e chi siede all’Ars – conclude – dovrebbe avere la dignità di dimettersi».
Tra i manifestanti c’era anche «chi siede all’Ars», come il deputato di Forza Italia, Vincenzo Figuccia, secondo cui in piazza è scesa «tanta gente amareggiata da questo percorso politico. E parliamo di persone vittime di questa famosa rivoluzione crocettiana, dagli operatori della formazione professionale ai lavoratori a cui era stata indicata una terra promessa – conclude – che non è mai arrivata».
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