Un’anteprima di campagna elettorale, più che uno scambio di auguri. È ciò che andrà di scena mercoledì a Catania, dove il presidente della Regione, Rosario Crocetta, arriverà per lanciare la campagna #lasiciliariparte. L’incontro si svolgerà all’hotel Baia Verde e vedrà la partecipazione dei sostenitori del governatore, a partire dai dirigenti del Megafono, il partito che quattro anni fa ha portato alla vittoria Crocetta, per poi essere accantonato all’ombra del Partito democratico. La lista, però, potrebbe presto tornare utile, se non necessaria, in vista di un’eventuale ricandidatura a palazzo d’Orleans. Ipotesi che, alla luce dei movimenti interni al Pd, potrebbe non essere avallata da molti.
A mettere in discussione il governatore nel corso del 2016 sono stati in tanti, a partire dal sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, che, dopo aver più volte preso le distanze dall’esecutivo regionale, la scorsa settimana ha lanciato l’idea delle primarie in vista delle elezioni del prossimo autunno, non disdegnando un attacco a Crocetta, accusandolo di «parlare di unità mentre resuscita il Megafono». Sull’ipotesi primarie Crocetta si è espresso sabato scorso, durante la direzione regionale del Pd. «Se un dirigente del partito le chiede e il partito accoglie la proposta, io ci sto. Ma non è prematuro pensarci adesso quando ancora è tutto indefinito?», ha detto il governatore. Che però, nel frattempo, ha iniziato a guardarsi attorno, iniziando con il chiamare a raccolta i propri uomini. «Sono molti gli argomenti che saranno trattati – si legge nel comunicato di presentazione dell’incontro -. Si darà priorità alle esigenze dei giovani, dei disoccupati, dei poveri e delle imprese. Adesso inizia una nuova stagione politica forte dei risultati conquistati nell’ultimo periodo». E di seguito un lungo elenco di ciò che Crocetta sarebbe riuscito a fare alla guida della Sicilia.
Si va dall’aumento dell’1,5 per cento del Pil e del 2,3 dell’occupazione al riferimento al Patto per il Sud, passando per l’impegno nel risanamento dei conti finanziari della Regione. «Grazie alla determinazione del presidente Crocetta i conti sono stati risanati, per la prima volta dopo 20 anni», prosegue la nota a firma Megafono. Non manca poi il riferimento ai contrasti all’interno della maggioranza, frizioni che in questi hanno portato a tre rimpasti di governo e alla nomina di oltre 50 assessori. «Gli ultimi quattro anni sono stati costellati da riottosità, divisioni interne e polemiche costruite ad arte. Sin dai primi mesi, Crocetta ha dovuto evitare il fuoco amico e i tranelli che hanno comportato un ingiustificabile rallentamento agli occhi dei cittadini dell’azione politica riformatrice del governatore», continua l’entourage di Crocetta, con il coordinatore del partito Giuseppe Caudo che sottolinea come il governatore ha «smascherato le imboscate». Tra i successi rivendicati dal presidente della Regione ci sono poi i casi Birrificio Messina, il riordino dei forestali, la riconversione green della Raffineria di Gela e la riapertura della Cesame.
Nulla viene detto, invece, sui passi falsi in cui Crocetta è incappato. Anzi, la critica va ai media colpevoli di essersi «soffermati su fenomeni di colore piuttosto che sulle questioni sostanziali». E così non c’è traccia nel comunicato delle polemiche che hanno accompagnato l’azione di governo: dal flop del Piano giovani alla gestione del programma Garanzia giovani, fino alla grana rifiuti e al caos ex Province. Ma d’altronde Natale si avvicina e mai come prima di una campagna elettorale c’è esigenza di essere tutti più buoni.
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