Crisi supermercati Fortè, ormai è scontro aperto E Pulvirenti chiede l’amministrazione controllata

Sembrava che le cose si semplificassero: la decisione di Antonino Pulvirenti di chiedere l’amministrazione controllata per la società Meridi, che gestisce il marchio Fortè, poteva essere un modo per togliere le castagne dal fuoco al patron del Calcio Catania. In tribunale, però, le cose non sono andate in modo facile: la procura si è opposta, come riporta stamattina il quotidiano La Sicilia, e il futuro è quanto mai incerto. Certo, i sindacati qualcosa riescono a racimolarla, ma del domani non c’è certezza. «I vertici di Meridi avevano diposto la chiusura di 40 punti vendita in tutta la Sicilia – racconta Rosario Vizzini di Usi (Unione sindacale italiana) a MeridioNews – Ieri mattina alcuni lavoratori si sono opposti a queste possibili chiusure e, dopo una trattativa serrata, si è deciso che i supermercati non chiuderanno. Ma non saranno più forniti di merce».

Un cane che si morde la coda. Un supermercato a esaurimento scorte, a cui si somma la questione degli stipendi arretrati degli ultimi due anni, rimborsi sui 730 e versamenti sul Tfr accumulati in cinque anni e che dovrebbero spettare ai lavoratori. Per venire a capo della questione, Meridi il mese scorso aveva depositato in tribunale un piano di ristrutturazione del debito. Nella trattativa era previsto l’accordo con Apulia, marchio pugliese, altro colosso della grande distribuzione. Apulia era interessato alla locazione di più 60 punti vendita su circa 80 attualmente attivi. Pulvirenti, sempre secondo accordi, si sarebbe occupato di reperire altri acquirenti per i restanti negozi. Un patto commerciale che doveva essere siglato ma che è saltato alla luce della richiesta di amministrazione controllata da parte del tribunale. La questione si presenta come una vera bomba sociale, tanto che il ministero dello Sviluppo economico avrebbe preso in carico carico la vicenda.

«Sabato mattina Pulvirenti ha rinunciato al concordato preventivo – continua Vizzini -. I fornitori che vantano numerosi crediti nei confronti dell’azienda spingono per il fallimento». Non rimane che attendere le decisioni del tribunale. «Sarà un Natale duro per 493 lavoratori che rischiano di perdere il posto – conclude -. Anche se i supermercati non saranno riforniti, i dipendenti continueranno ad andare a lavoro per evitare il licenziamento collettivo e perdere il posto di lavoro e gli stipendi, nell’attesa che venga nominato un amministratore. Se i punti vendita venissero messi in discussione, siamo pronti a barricarci dentro».

La palla è comunque tutta al tribunale. La trattativa con Apulia non è chiaro se sia naufragata oppure no. «Resta in piedi», assicura Monja Caiolo, segretaria di Filcams. «Ma la richiesta di Pulvirenti di fare ricorso a un amministratore indica che le condizioni societarie sono ulteriormente peggiorate». L’accordo con i pugliesi prevedeva che Meridi pagasse gli arretrati in 24 mesi: arco di tempo troppo lungo secondo i sindacati. In più «Apulia non ha accettato le deroghe sui permessi retribuiti e sugli scatti di anzianità – fa notare la sindacalista -. E questo non lo possiamo permettere, quindi scriveremo all’azienda per farci spiegare i motivi di queste scelte: allungare i tempi significherebbe chiudere le attività». 

Carmelo Lombardo

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