Più che grigia, è una fumata grigio-nera a innalzarsi dal comignolo della prefettura di Catania. Si è concluso da pochi minuti il tavolo tecnico convocato per affrontare la crisi di Abate spa, colosso della grande distribuzione organizzata che sta dismettendo la sua rete di vendita per un eccesso di indebitamento. Per una volta, nessuna delle parti in causa ha fatto mancare la propria presenza: oltre ai sindacati, c’erano l’azienda (rappresentata da Marcello Abate), Ltm (che gestisce – in affitto di ramo d’azienda – il deposito merci della zona industriale), e il consorzio Sicilia discounts, di cui il gruppo Abate fa parte.
Come aveva fatto nel primo confronto con i sindacati, l’azienda ha legato il salvataggio dei dipendenti – specialmente addetti alla logistica e amministrativi – alle trattative in corso per cedere i rimanenti supermercati. In questo senso, Marcello Abate e il suo legale hanno illustrato un documento che conferma l’avvio di un negoziato con Arena srl. Il gruppo ennese starebbe trattando – anche qui in affitto di ramo d’azienda, ma con la prospettiva dell’acquisto – 12 punti vendita Famila e A&O. I supermarket si trovano a Catania (via Leopardi, via Messina, via Pola e via Sebastiano Catania, dove si trova anche una Upim coinvolta nell’operazione), a Belpasso (dentro Etnapolis), Biancavilla (in contrada Ciancianella), Giarre (corso Messina), Paternò (viale dei Platani), San Gregorio (via Morgione) e Siracusa (in via Floridia e via Algeri). In tutto impiegano 331 dipendenti, che – se non ci saranno intoppi su questo percorso – passeranno ad Arena srl. Alla finestra per rilevare altri ipermarket ci sono anche i gruppi MD e Rocchetta.
Rimane teso il fronte dei lavoratori addetti alla logistica. Dovranno attendere gli sviluppi delle compravendite i 40 che operano al deposito merci della zona industriale, che pochi giorni fa – dopo aver ricevuto una lettera di licenziamento – hanno proclamato lo sciopero. Stesso discorso per i 90 (a contratto con Sicilia discounts) del magazzino di Belpasso. Qui però c’è una cattiva notizia: i potenziali acquirenti avrebbe già accennato a «possibili esuberi». Abate spa avrebbe infine ribadito la propria volontà di fare il possibile per evitare di bruciare posti di lavoro. La vertenza, nel complesso, riguarda una cinquantina di supermercati per circa 800 dipendenti.
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