«Un rito antichissimo con cui i bambini, al grido dei genitori di “crisci ranni“, vengono lanciati in aria e abbracciati dalla città come il simbolo del nostro futuro». Maurilio Assenza, direttore della Caritas diocesana di Noto, descrive così uno dei momenti centrali dell’evento che ieri ha animato il cuore del centro storico di Modica, organizzato dall’associazione di volontariato Don Giuseppe Puglisi che gestisce la casa di accoglienza per minori. Crisci ranni è «un cantiere educativo» che prende il suo nome da un antico rito pasquale con cui, al suono delle campane che annunciavano la Resurrezione, i genitori lanciavano in alto i loro bambini, verso il cielo, come augurio affinché crescessero sani e forti e bene. Ieri questo rito si è ripetuto, alle 18 in punto, in piazza Matteotti.
«Era un rito – continua Assenza – che ha rappresentato per l’intera città l’incontro tra varie generazioni e il consolidarsi di una tradizione decennale. Il grido coinvolgeva tutti i quartieri, da ogni angolo si udiva il ripetersi di queste parole. Oggi, come allora, quel grido risuona forte come una benedizione».
All’interno della Casa Don Puglisi si aiutano i ragazzi dei quartieri a fare i compiti, imparare le regole attraverso lo sport, sperimentare la creatività, celebrare le feste, prima fra tutte proprio quella legata al rito del sabato dopo Pasqua, preparato in sinergia con scuole, parrocchie, associazioni e centri sociali del Comune. Venerdì, alla Domus Sancti Petri di Modica si è tenuto un momento di confronto con padre Giovanni Salonia, uno degli organizzatori della festa. Due giorni fa, invece, al campo sportivo di contrada Caitina, si è svolto un torneo sociale molto speciale, poiché vige una sola regola: in campo vanno tutti, sia chi sa giocare che chi non ha mai dato un calcio al pallone. Niente arbitro, e i punteggi alle squadre sono attribuiti dagli insegnanti sulla base anche del comportamento dei giocatori.
Il clou però si è avuto ieri. Alle 17 con un momento di animazione al quale è seguita la drammatizzazione del mito di Demetra e Persefone, con cui gli antichi greci spiegavano la nascita, l’avvicendarsi delle stagioni e l’eterno rinnovarsi della vita. Alle 18 il rito Crisci ranni, e dopo, nell’atrio di Palazzo San Domenico, tremila bambini hanno collaborato per la preparazione della tavola della città. Con gli alunni delle scuole che hanno realizzato le tovaglie su cui sono stati offerti dolci, pane e bibite.
Quest’anno, però, non solo bambini. «Molto bello è stato – continua Assenza – avere avuto anche crisci ranni giovani, centinaia di ragazzi che hanno lavorato sul cibo con l’aiuto di padre Salonia, al quale va il nostro ringraziamento e la nostra stima. Noi adulti ci assumiamo oggi una grande responsabilità: dare il giusto nutrimento ai nostri figli, affinché possano mettere le ali per volare nella vita, insieme a quelli un po’ più cresciuti. Crisci ranni è un evento corale, che coinvolge tutta la città, che si ritrova e si ripensa e che durante tutto l’anno si incontra e cammina insieme. Quest’anno tra l’altro – conclude Assenza – ricorre il 50mo anniversario della morte di don Lorenzo Milani e vale la pena ricordare ciò che i suoi ragazzi dicevano: “Uscire da soli da un problema è egoismo, uscirne insieme è politica“. Noi ci auguriamo per il futuro questo tipo di politica, vera e dal basso. Una politica simile è capace di rendere davvero la città il luogo del bene comune, della crescita e della felicità».
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