Covid-19, da oltre un mese bloccato all’estero  «Io dimenticato dal governo, nessuno mi aiuta»

«Prima mi fanno prenotare un volo, l’ennesimo, e poi lo cancellano. Poi di nuovo, prenoto e cancellano, prenoto e cancellano». Mentre intanto soldi e speranze vanno ad esaurirsi sempre di più. Ormai Marco Milone, palermitano che lavora nel mondo della produzione cinematografica, non le conta nemmeno più le volte in cui le compagnie aeree gli hanno dato, anche solo per un attimo, un briciolo di speranza che sarebbe riuscito a tornare a casa. Speranze tutte puntualmente disattese, almeno fino ad ora. Lui da Palermo manca ormai da oltre un mese. Era partito per motivi di lavoro alla volta di Barcellona, quando ancora di pandemia, emergenza e virus non parlava nessuno. Quella bomba che porta il nome di Covid-19 esplode quando lui è ormai all’estero, dove scopre che ritornare è praticamente impossibile. Riesce, però, a cimentarsi in qualche piccolo spostamento quando ancora la situazione è nella fase iniziale, riuscendo a raggiungere Montpellier, in Francia. Dove rimane ancora oggi, in attesa che enti e istituzioni gli tendano una mano per aiutarlo a ritornare. «Quanto ancora devo restare bloccato qui?», si domanda infatti Marco.

Se la Pasqua di chiunque, a causa dell’emergenza sanitaria e dei divieti scaturiti, è stata piuttosto anomala, ancora di più lo è stata per chi, come lui, non ha da tempo neppure la possibilità di rientrare nella sua città. «All’inizio pensavo di poter rientrare venerdì 3 aprile col volo di rimpatrio organizzato dalla Farnesina, con grande (assenza di) supporto delle nostre istituzioni – precisa con rammarico -. Informazioni anche sul volo reperite dal gruppo Facebook degli italiani all’estero». Leitmotiv della sua storia, infatti, è sin dall’inizio l’assenza di un dialogo proprio con quelle istituzioni che all’estero per chiunque rappresentano un punto di riferimento fondamentale, specie in situazioni critiche come questa. «Non sono nemmeno l’unico in questa condizione, seguo le storie di moltissimi altri connazionali, anche loro bloccati in altre parti del mondo e dimenticati dal governo. E se la situazione è questa io farò il possibile, una volta rimpatriato, per abbandonare il Paese e lavorare all’estero perché non mi sento tutelato nei miei diritti essenziali», si sfoga. 

«Gentile connazionale – gli precisa intanto per e-mail l’ambasciata d’Italia in Francia l’1 aprile -, l’ambasciata e i consolati italiani in Francia hanno una competenza limitata al territorio francese; riguardo al territorio italiano, forniamo un’informazione generale e non siamo in grado di fornire un’informazione ufficiale ed esaustiva sui provvedimenti delle singole regioni italiane. Le suggerisco pertanto di consultare autonomamente il sito ufficiale della Regione Sicilia, nel quale ho constatato, a titolo personale, una sezione “in evidenza” che riporta almeno sei ordinanze», con link annesso. Un modo per dire, in un certo senso, «pensaci da solo». Questa, almeno, la sensazione che Marco ha ormai da un mese.  Malgrado il suo disappunto e una frustrazione che cresce di giorno in giorno, si rimbocca le maniche e cerca da solo di trovare una soluzione a quello che si sta piano piano trasformando in un incubo senza fine. 

«Alitalia è impegnata a facilitare il ritorno in Italia dei migliaia di connazionali che si trovano all’estero e, in coordinamento con l’unità di crisi della Farnesina, sta predisponendo una serie di voli speciali con Paesi sui quali non è più possibile operare normali voli di linea, a causa delle restrizioni imposte al traffico aereo da e per l’Italia», scrive intanto sul proprio sito ufficiale la compagnia aerea italiana. Comunicando di mettere a disposizione voli da Parigi, previsti due volte al giorno fino al 30 aprile, mentre da Marsiglia sarebbe disponibile un solo volo nei giorni dell’11, 13 e 15 aprile. Marco intravede, dopo tanto, finalmente una speranza, e si convince di poter rientrare effettivamente in Italia. Perciò si affretta a reperire tutte le informazioni necessarie, nel tentativo di cambiare la data dell’ultimo volo che gli hanno in precedenza cancellato, quello del 3 aprile. Ma è impossibile procedere con l’operazione: «Il volo da te richiesto non è al momento disponibile nel mese di aprile», gli risponde, sempre e-mail, la compagnia aerea. E le date sponsorizzate nel sito, allora? «Praticamente non ci saranno voli, ma sul sito loro si fanno pubblicità come se si stessero occupando di noi», spiega Marco.

Che però insiste. Lui, lì a Montpellier, non potrà rimanere in eterno. Le sue finanze, oltre che la sua pazienza, hanno ovviamente un limite. Riesce, o almeno così crede all’inizio, a prenotare l’ennesimo volo per tornare proprio in una delle date sponsorizzate da Alitalia. Sembra tutto fatto, rientro previsto per il 13 aprile. Ma ecco un’altra delusione: «Ti informiamo che il volo AZ 337 originariamente programmato per portare da Marselle, France (MRS) il giorno 13 aprile alle ore 16.15 è stato cancellato a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19 e ai conseguenti provvedimenti di restrizione relativi agli spostamenti decisi dalle autorità nazionali e internazionali», la mail che riceve pochi giorni dopo. In cui la compagnia precisa che non hanno la possibilità di effettuare una prenotazione su un volo alternativo fino al mese di giugno.

«Non partono. Sto pensando di avventurarmi poco alla volta in treno, ma dovrò passare a piedi il confine. E speriamo di rimanere in salute». Marco, infatti, ha un rene idronefrotico da oltre 15 anni e quattro anni fa ha avuto una trombosi alla gamba sinistra, che ancora gli causa spesso il gonfiore del piede. Ha bisogno infatti di camminare per attivare bene la circolazione. Da un anno, come se non bastasse, cerca di curare una patologia infiammatoria intestinale che gli ha causato l’ingrossamento del fegato e il formarsi di calcoli e polipi alla colecisti. «Sono qui da un mese – torna a dire -. Non posso rimanere qui altri due mesi. Non mi entusiasma l’idea di perdere la sicurezza dell’isolamento, ma sono stato abbandonato dagli organi istituzionali. Ho avuto contatti limitati con l’ambasciata e multipli col consolato, della serie però “qui il link per le ordinanze, leggitele!”, “ricontatta Alitalia, e prenota un altro volo!”. La loro soluzione eventualmente è avventurarsi con i treni, che si fermano a Marsiglia, un cambio, e da lì proseguire a piedi o in autostop fino alla frontiera in assenza di soldi. Io ho lasciato la patente a Palermo, prenderò uber fino alla frontiera, ma a quanto mi dicono l’autista non può varcare il confine, e dovrò scendere a piedi dalla frontiera a Ventimiglia città. Nuovo uber fino a Genova poi. Non vedo soluzioni». 

Silvia Buffa

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