Cosimo Indaco all’Autorità portuale etnea? Sel: «Ha un grosso conflitto d’interessi»

Un problema di metodo e di merito. E’ quanto lamentano gli esponenti di Sinistra Ecologia Libertà in merito a quella che potrebbe essere la proposta di nomina per l’incarico di presidente dell’Autorità portuale da parte del sindaco Enzo Bianco. Cosimo Indaco è l’uomo che dovrebbe sostituire l’attuale commissario straordinario Giuseppe Alati il cui mandato scade il prossimo settembre. Una proposta che non è ufficiale, ma che comunque allarma il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà Catania. «Su questo argomento c’è molto silenzio, ma si tratta di un Ente davvero importante perché può dare occasioni di sviluppo per la città», dichiara Marcello Failla, responsabile dell’area metropolitana per Sel.

Secondo l’esponente di Sel la nomina del nuovo presidente dovrebbe seguire «procedure trasparenti e partecipate», invece queste variabili, a quanto pare, non sarebbero state tenute in considerazione dal primo cittadino. Indaco ha già ricoperto il ruolo di presidente dell’Autorità portuale durante l’ultima sindacatura Bianco ed «è a causa sua che la commissione antimafia ha definito il porto etneo: il porto delle nebbie», denuncia Failla.

Oltre i problemi di metodo, dunque, ce n’è anche uno di merito, secondo gli esponenti catanesi di Sel. Su Indaco peserebbe infatti un conflitto di interesse in quanto «è il più grande operatore del settore delle spedizioni», spiega Failla. A causa di questo ruolo, già nel 1999 la Procura etnea ha accertato «l’effettiva sussistenza di profili di incompatibilità con espresso riferimento all’articolo sei della legge numero 84 del 1994 che nel disporre il riordino della legislazione in materia portuale ha istituito l’ente Autorità portuale», si legge sulla sentenza.

Sel parla anche di scelte politiche discutibili da parte dell’ex presidente dell’autorità portuale. «E’ lui il fautore del Piano Regolatore Portuale noto per le lunghe e costanti polemiche sulle previsioni speculative con oltre un milione di metri cubi di cemento e immobili alti fino a 20 metri destinati sostanzialmente a diventare centri commerciali», dichiara ancora Failla.

Il possibile ritorno di Indaco alla guida dell’Autorità portuale rappresenterebbe dunque per Sinistra ecologia e libertà un ritorno al passato, all’idea di sfruttare l’area in senso commerciale, piuttosto che per attività turistiche. «Speriamo si tratti solo di voci infondate e che l’Autorità sia gestita da persone che hanno davvero a cuore il futuro di questa città», conclude Failla.

desireemiranda

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