Cose nostre/ Bagheria e la ‘trattativa’ Santa Teresa-Regione

Mentre la Procura della Repubblica di Palermo indaga sulla trattativa – o sulle trattative – tra mafia e Stato, tra l’amministrazione giudiziaria della clinica ‘Santa Teresa’ (quella, per capirci, confiscata a Michele Aello) e gli uffici della Regione siciliana andava in scena un’altra ‘trattativa’ su un terreno di proprietà degli eredi di Domenico Galioto, condannato per mafia.

La storia, dai contorni ancora poco chiari, la racconta il parlamentare regionale del Pd, Pino Apprendi.

“Il 21 giugno 2012, sul giornale on line, Bagheria News – scrive il deputato di Sala d’Ercole – è apparsa una notizia, a dir poco inquietante, a proposito di una delibera proposta in Consiglio comunale, a Bagheria, riguardante il cambio di destinazione d’uso, da agricolo a terreno per attrezzatura sanitaria, di un lotto di 2.400 mq di proprietà degli eredi di un soggetto che ha subito il divieto di dimora perché considerato vicino a ‘cosa nostra’. Il terreno si aggiungerebbe a quello della proprietà Aiello di 17.000 mq per un ampliamento legato all’arrivo a Bagheria del Rizzoli”.

Il ‘Rizzoli’ di Bologna è un grande gruppo sanitario privato che opera nel campo dell’ortopedia. Un’operazione, l’arrivo del gruppo ‘Rizzoli’ in Sicilia, voluta dal Governo regionale.

“Questo importante insediamento, per Bagheria – osserva ancora Apprendi – può essere elemento propulsivo anche per rilanciare alcuni settori economici che ruotano attorno alla clinica (di Santa Teresa ndr), ma ciò non può farci nascondere la testa sotto la sabbia, come gli struzzi, anche perché, pare che per la struttura nascente, sarebbe ininfluente avere a disposizione questa ulteriore disponibilità di terreno, dove si andrebbe ad allocare un posteggio”.

“Annuncio la presentazione di una interrogazione al presidente della Regione, Raffaele Lombardo, per sapere quale ufficio ha presieduto la conferenza di servizio che ha permesso che giungesse il parere favorevole della Regione siciliana al cambio di destinazione d’uso e se non ritiene inopportuno che il terreno appartenuto a persona che ha subito misure di prevenzione, acquisisca un’importante rivalutazione, visto che detto lotto di terreno è stato preso in affitto già da diversi mesi dall’amministrazione giudiziaria della clinica Aiello. Si chiede altresì, di verificare se corrisponde al vero che ad uno degli attuali proprietari sono stati confiscati dei beni”.

Dalle dichiarazioni di Apprendi veniamo a conoscenza che la Regione siciliana avrebbe espresso parere favorevole al cambio di destinazione d’uso del terreno. Non solo. A quanto pare, la stessa Regione ha fatto tutto in ‘fretta’, se è vero che avrebbe deciso di riconoscere gli “estremi di necessità e urgenza” per approvare, di fatto, una variante al Piano regolatore di Bagheria per trasformare la destinazione d’uso del terreno in questione.

Quanto alla domanda posta dall’onorevole Apprendi circa l’ufficio regionale che si sarebbe occupato del ‘caso’, non dovrebbe difficile accertare che in questa storia c’è di mezzo l’assessorato regionale al Territorio e Ambiente e, in particolare, il dipartimento Urbanistica.

A questo punto una domanda è d’obbligo: è giusto che chiedere in affitto un terreno a parenti di persone considerate vicine a ‘Cosa nostra’? E’ questa, in fondo, l’interrogativo che Apprendi ‘gira’ al presidente Lombardo. Domanda che dovrà essere ‘girata’ all’amministratore giudiziario della clinica Clinica Santa Teresa di Bagheria, Andrea Dara.

Tutta questa fretta per costruire un parcheggio? Così tranquilli, quasi serafici, nella gestione dei fondi europei e poi così ‘accelerati’ per mutare la destinazione d’uso di un terreno agricolo?

Insomma, quando vogliono, gli uffici della Regione siciliana sanno essere ‘celeri’. Veloci almeno quanto la velocità della luce.

Si dice che la Regione si sarebbe resa protagonista di una ‘fuitina’ amministrativa, mettendo il Consiglio comunale di Bagheria davanti al fatto compiuto.

Altra notizia che abbiamo letto su LiveSicilia. “La clinica (cioè il Santa Teresa retta da un’amministrazione giudiziaria ndr) pagherebbe l’affitto dal mese di gennaio, quando cioè è stato sottoscritto il contratto di locazione. Prima ancora insomma di rendere effettivo il cambio di destinazione d’uso”.

Nel frattempo al Comune di Bagheria ci sarebbe un po’ di ‘rivugghio’. Sembra che ai consiglieri comunali tutta questa strana storia non vada proprio giù.

Come finirà? Siamo proprio curiosi di saperlo.

 

Diogene Laerzio II

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