Corto siracusano, festival nazionale del cortometraggio (II giorno)

Serata non molto dissimile dalla precedente, essa si apre all’insegna di tre documentari: Aiutiamo il Burundi di Orazio Pistorio, Voci per la pace di Salvo Valentino e Wock’en Woll di Andrea Trimarchi.

L’entusiasmo è ancora basso, il numero dei presenti esiguo. Le immagini che si susseguono nello schermo però non possono non indurre alla riflessione. Esemplare a tal riguardo è Aiutiamo il Burundi. Poche parole, nessun dialogo ma una serie di immagini eloquenti da cui emerge un’umanità vera, dalla spontaneità primigenia e incontaminata ma anche sofferente, affamata e bisognosa di cure.
Ad avvalorare il filmato contribuiscono le parole di Orazio Pistorio chiamato sul palco da Luca Raimondi, presentatore della serata.

Il clima è alleggerito dai successivi documentari che affrontano i temi della solidarietà e della pace in modo divertente ed ironico.

Alla fine di questa prima sezione la sala è ancora vuota. La situazione non sembra migliorare con l’inizio dei corti italiani: i diretti interessati e qualche amante del cinema.

Dopo qualche ora comincia ad arrivare gente. Sono le ore 21:00 e la sala è finalmente gremita. L’interesse cresce, forse per quella sottile tensione che si coglie inevitabilmente tra i registi in competizione e che non può non coinvolgere il pubblico.
Ad rapire l’attenzione sono soprattutto i corti siciliani per i temi affrontati e per la sapienza dei montaggi.
La guerra, signora incontrastata di morte e distruzione, è il perno attorno al quale ruota Memorie di un soldato. Particolarmente forte è poi il trasporto emotivo suscitato dal corto Oltre dove la protagonista sente la presenza dell’uomo amato morto in un incidente stradale.

Ancora una volta i registi sono chiamati sul palco. Tra sorrisi e ironia ognuno racconta la propria esperienza e il lavoro svolto tra mille difficoltà e impedimenti che, tuttavia, non hanno arrestato la loro passione e grinta racchiusa nelle loro produzioni.

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