Il passaggio di gestione dell’Ipab Antonietta Aldisio di Gela e le denunce dei familiari degli ospiti della residenza per anziani nel gennaio del 2020 sono alla base dell’inchiesta Avaritia condotta dai carabinieri di Gela che ha portato, su ordine del gip del tribunale Roberto Riggio, agli arresti domiciliari di don Giovanni Tandurella, già presidente della struttura pubblica e ora parroco della cattedrale di Piazza Armerina. Interdetti per un anno dai ruoli societari Renato Mauro ed i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia Sandra Bennici e Salvatore Scerra. Questi ultimi tre hanno l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Disposto anche il sequestro di immobili e somme in denaro per il sacerdote gelese. Secondo l’accusa il prelato avrebbe affidato la struttura pubblica alla società La Fenice, di Mauro, eludendo l’ordinamento dei contratti pubblici. In più avrebbe ricevuto denaro e l’assunzione di alcune persone. A coordinare l’indagine è stata la procura di Gela. I soldi dell’Ipab sarebbero stati utilizzati, secondo la procura, da don Tandurella per scopi personali.
Il sacerdote avrebbe utilizzato le somme della struttura pubblica per far effettuare lavori edili nella chiesa Santa Maria di Betlemme a Gela, dove era parroco, e avrebbe acquistato anche un immobile nel quartiere di Caposoprano. Il prete, inoltre, avrebbe anche fruito di una cospicua donazione di denaro effettuata da una anziana benestante che avrebbe trasferito la sua residenza all’interno dell’Ipab. La struttura per anziani era stata commissariata dalla Regione nel dicembre del 2019, poi le denunce dei familiari degli ospiti (se ne contano una quindicina) e gli avvisi di garanzia ai quattro indagati raggiunti stamattina dall’ordinanza firmata dal gip.
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