Coronavirus, pure la Sicilia pronta a eventuali emergenze L’esperto: «Sono le complicanze a uccidere, non il virus»

Nessun allarme coronavirus in Sicilia, ma le aziende sanitarie si preparano a ogni evenienza. «Come previsto in questi casi, e come disposto dall’assessorato regionale alla Sanità, le singole Asp si stanno attivando avviando i protocolli sanitari per fronteggiare un’eventuale emergenza – spiega il direttore sanitario dell’Asp di Messina Paolo La Paglia – Siamo pronti a fronteggiare qualsiasi attività sanitaria. E il panico non è ragionevole in questo caso». 

Le direttive ministeriali sono state inviate dall’assessore regionale Ruggero Razza a tutte le aziende sanitarie dell’isola. «Le misure di prevenzione da adottare sono le stesse di due anni fa – continua La Paglia – quando si presentò l’emergenza del virus Ebola. Abbiamo diramato una circolare a tutti i presidi, guardie mediche, medici di 118 e distretti sanitari invitandoli ad utilizzare le mascherine. Messina è dotata di quelle di ultima generazione, le Ffp3. È previsto l’uso di guanti e tute e abbiamo ambienti dove isolare eventuali casi sospetti. La stessa cosa nelle aziende ospedaliere dell’area metropolitana. E nei pronto soccorso abbiamo istituito dei percorsi diversificati per allontanare eventuali casi sospetti da qualunque contatto con il pubblico». 

In provincia di Messina ci sarebbe anche la possibilità di fare persino la sierodiagnosi per identificare il virus. «A Barcellona c’è il laboratorio di biologia molecolare che ci permetterebbe, acquistando i kit, di fare già la sierodiagnosi – spiega il direttore sanitario dell’Asp – Le linee ministeriali ci dicono che il prelievo va mandato all’istituto superiore della sanità. Ma acquistando i kit potremmo farlo direttamente noi».

Prudenza sì, dunque, ma senza allarmismi. Il coronavirus isolato in Cina è un nuovo ceppo mai identificato appartenente a una vasta famiglia di virus noti per causare malattie che vanno dal comune raffreddore a malattie più gravi la sindrome respiratoria acuta grave (SARS). «Parliamo comunque di un’influenza anche se sostenuta da un virus sconosciuto – spiega a MeridioNews Sergio Pintaudi, esperto di biocontenimento ed ex referente per la sicurezza sanitaria regionale – Se non ci sono fattori di rischio – patologie collaterali: cardiopatici, diabetici ad esempio – la malattia scompare con il normale trattamento anti influenzale. Sono le complicanze ad uccidere, non il coronavirus. Un giovane di 20 anni colpito dal virus al 99 per cento sopravvive, ma se esce di casa la può trasmettere a soggetti vulnerabili».

La raccomandazione, di fronte ai sintomi influenzali come febbre e raffreddore, è di «non andare in ospedale, tranne per casi dove subentrano complicazioni. Bisogna curarsi a casa chiamando il medico curante», sottolinea Pintaudi. Che però ricorda come in queste settimane siano già stati acclarati dei casi asintomatici (ovviamente fuori dall’Italia). Persone cioè portatrici di virus ma che non manifestavano sintomi. «Ecco perché – precisa Pintaudi – la semplice rilevazione della temperatura in aeroporto (prassi che il nostro ministero della Salute sta mettendo in atto su tutti i passeggeri che arrivano in Italia con voli provenienti dalla Cina ndr) rischia di non essere sufficiente». 

L’ultimo bollettino dell’organizzazione mondiale della sanità parla di 6.065 persone contagiate nel mondo, di cui 5.997 in Cina dove ci sono anche 132 morti. Fuori dalla Cina i casi individuati sono 68 in altri 15 paesi. Due di questi sono europei: Francia e Germania, ciascuna con quattro casi di contagio. In Italia tutti i voli dalla regione cinese di Wuhan sono stati cancellati. E, anche in considerazione delle celebrazioni per il capodanno cinese del 25 gennaio, serrati controlli sono scattati negli aeroporti per i voli provenienti dalla Cina: oltre alla misurazione della temperatura vengono raccolti informazioni dai cittadini.

Le raccomandazioni del ministero al momento sono quelle comuni ad altre malattie respiratorie: lavare spesso le mani con acqua e sapone o con soluzioni alcoliche, starnutire o tossire in un fazzoletto o con il gomito flesso, gettare i fazzoletti utilizzati in un cestino chiuso immediatamente dopo l’uso e lavare le mani, evitare carne cruda o poco cotta, frutta o verdura non lavate e le bevande non imbottigliate ed evitare il contatto ravvicinato, quando possibile, con chiunque mostri sintomi di malattie respiratorie come tosse e starnuti.

Salvo Catalano

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